La sottosegretaria Savino, dopo Sangiuliano e Fitto: sindaco dialogante con l’esecutivo

Espressione, fin dalla prima ora, del «campo largo», che lui chiama ancora così e non «campo giusto» — come piace a Giuseppe Conte —, ma tutt’ora dialogante con il governo di centrodestra, da cui il «sostegno» per la sua azione amministrativa è quotidiano. Pare trovarsi a suo agio il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi in questo duplice ruolo di lotta e di governo.

Perché amministra, quindi governa la città , e incassa perfino i complimenti da esponenti di punta del governo nazionale con cui ha un filo diretto molto forte visto che è — non va dimenticato — anche commissario per Bagnoli. «Forse perché sono un tecnico e tento di fare le cose senza bisogno di ricercare il consenso», ha più volte ripetuto l’ex rettore della Federico II, che al Comune governa con una coalizione che ha imbarcato non solo Pd, Cinquestelle e Sinistra, ma anche ex assessori della giunta de Magistris, ex di Forza Italia, ex renziani e deluchiani. Di tutto, dunque.
E nulla sembra cambiare a pochi giorni dal voto in Sardegna nel ruolo di lotta e di governo di Manfredi, che anzi pare trovarsi ancor nella posizione «esatta» più che nel «campo largo»: governa a Napoli con Pd e M5S, proprio come governava nel Conte 2 da ministro dell’Università — quando Alessandra Todde, neopresidente 5S della Sardegna, era sottosegretario allo Sviluppo economico — e senza scontri ha molti tavoli aperti con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che sostiene numerosi progetti in città (Palazzo Fuga, Floridiana, Maschio Angioino per dirne alcuni); così come viene ricevuto dal ministro Raffaele Fitto, che nell’ultima cabina di regia su Bagnoli assicurato a Manfredi tutte le risorse fondi necessari per la bonifica e la trasformazione dell’area. Oppure, come sottolinea lo stesso sindaco, i finanziamenti di alcuni progetti per la rigenerazione urbana, a cominciare da Scampia, che rischiavano di essere definanziati dal Pnrr ma che sempre il governo si è impegnato a portare avanti. Senza dimenticare l’appoggio che il ministro dello Sport Andrea Abodi sta dando per la soluzione della ristrutturazione dello stadio Maradona, lavorando alla nascita di un fondo «Sport-stadi», garantito dallo Stato con fondi privati.

Infine, ma solo ultimo in ordine di tempo, il primo cittadino, ieri, ha ricevuto a Palazzo San Giacomo Sandra Savino, sottosegretaria all’Economia di Forza Italia, per fare il punto sul Patto per Napoli e dalla quale incassa elogi per come si sta procedendo.
A Sandra Savino, Manfredi ha chiesto «una maggiore agibilità sulla finanza locale, quindi avere maggiore possibilità di utilizzare risorse, significa per noi avere più spesa corrente e quindi fare più manutenzione». A Savino, il sindaco ha spiegato che il Comune sta «procedendo al recupero dei crediti delle tante morosità », sottolineando poi la necessità di «avere maggiori poteri sulla negoziazione dei debiti che ci aiutino a regolarizzare le situazioni. Pensiamo — ha detto — alle situazioni dove ci sono condizioni economiche che determinano la necessità di avere accordi molto più lunghi, o forme di riduzione del debito».
E Savino che dice? «Vedo a Napoli uno straordinario successo e un risultato, vedo una città viva, piena di cantieri. La capacità del sindaco di movimentare la sua città e l’economia deve essere in maniera obbligatoria supportata dal governo, quindi massima disponibilità », le parole della sottosegretaria a margine dell’incontro con sindaco e assessore alle Finanze, Pier Paolo Baretta. «Il Patto per Napoli va molto bene, è un modello che dobbiamo prendere ad esempio. Ci sono dei temi che vanno affrontati. Ad esempio abbiamo parlato prima con l’assessore e con il sindaco rispetto all’utilizzo dell’avanzo — conferma la sottosegretaria — che è un tema importante e non comporta naturalmente la necessità di trovare le coperture che ormai sono un po’ la parola d’ordine del Mef. Ci sono sistemi che possono essere messi in campo per agevolare i Comuni». Quindi? «La mia disponibilità è massima, perché credo fortemente nei Comuni, quindi massima apertura e massima disponibilità ».

Insomma, parole, pronunciate nel pieno di una campagna elettorale per le Europee che si sta prefigurando molto agguerrita, che non sembrano venir fuori da un’esponente del governo Meloni ma da un’alleata del sindaco. Sicuramente, clima molto diverso rispetto a quello che regna tra governo e governatore De Luca, dove le accuse reciproche sono ormai quotidiane.
Si incastrano in questa cornice le parole di Manfredi — che in tanti danno candidato del centrosinistra alle Regionali 2026 — sui toni utilizzati da De Luca, la cui vicinanza ormai si misura solo nella condivisione della battaglia per l’Autonomia differenziata. «Chi rappresenta un’istituzione — dice — deve lavorare per raggiungere degli obiettivi che sono nell’interesse collettivo. Alla base del rapporto istituzionale c’è la lealtà che, come ho detto più volte, deve avvenire da tutte e due le parti, dall’istituzione locale e dal governo centrale». Manfredi batte sull’importanza del «dialogo», che definisce «uno strumento fondamentale», perché «poi sono i risultati che misurano l’efficienza delle azioni». Tutto torna.

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1 marzo 2024

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QOSHE - Manfredi di lotta e di governo, incassa il plausodi Roma: il Patto per Napoliè un esempio - Paolo Cuozzo
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Manfredi di lotta e di governo, incassa il plausodi Roma: il Patto per Napoliè un esempio

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01.03.2024

La sottosegretaria Savino, dopo Sangiuliano e Fitto: sindaco dialogante con l’esecutivo

Espressione, fin dalla prima ora, del «campo largo», che lui chiama ancora così e non «campo giusto» — come piace a Giuseppe Conte —, ma tutt’ora dialogante con il governo di centrodestra, da cui il «sostegno» per la sua azione amministrativa è quotidiano. Pare trovarsi a suo agio il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi in questo duplice ruolo di lotta e di governo.

Perché amministra, quindi governa la città , e incassa perfino i complimenti da esponenti di punta del governo nazionale con cui ha un filo diretto molto forte visto che è — non va dimenticato — anche commissario per Bagnoli. «Forse perché sono un tecnico e tento di fare le cose senza bisogno di ricercare il consenso», ha più volte ripetuto l’ex rettore della Federico II, che al Comune governa con una coalizione che ha imbarcato non solo Pd, Cinquestelle e Sinistra, ma anche ex assessori della giunta de Magistris, ex di Forza Italia, ex renziani e deluchiani. Di tutto, dunque.
E nulla sembra cambiare a pochi giorni dal voto in Sardegna nel ruolo di lotta e di governo di Manfredi, che anzi pare trovarsi ancor nella posizione «esatta» più che nel «campo largo»: governa a Napoli con Pd e M5S, proprio come governava nel Conte 2 da ministro dell’Università — quando Alessandra Todde, neopresidente 5S della Sardegna, era sottosegretario........

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