La tassa rifiuti cresce del 20 per cento e Napoli si conferma città cara

La mazzata era attesa, ora sta per materializzarsi. Tra pochi giorni, con l’arrivo del 2024, scatteranno gli aumenti dell’addizionale comunale Irpef, dello 0,1%, e della Tari, con incrementi che oscilleranno tra il 13%, per le utenze domestiche, e il 22,5% per tutte le altre categorie classificate come non domestiche. La media dell’incremento della tassa della spazzatura sarà più o meno del 20% circa per tutti. Una mazzata vera e propria. Il rincaro della tassa rifiuti, sia chiaro, è praticamente «retroattivo», cioè relativo all’annualità 2023, anche se si paga nel 2024 perché interamente caricato sulla quarta rata 2023. Dal nuovo anno, comunque, il regime — e la percentuale — sarà questo, posizionando il Comune di Napoli al vertice della classifica dei Municipi più cari d’Italia per la tassa rifiuti. Non un bel record.

Nei giorni scorsi, comunque, la giunta ha stabilito che il saldo della quarta rata della Tari potrà essere versato in due mesi: si tratta della quota del 25 per cento mancante rispetto al 75 % già pagato. La scadenza per il pagamento è stata spostata infatti al 29 febbraio e al 29 marzo 2024, nel caso si scelga l’opzione delle due rate; e al 29 marzo, invece, se si paga in un’unica soluzione. Un aiuto per le famiglie in difficoltà . Ma comunque a saldi invariati.

L’aumento dell’Irpef è invece collegato ai «compiti da fare a casa» assegnati al Comune di Napoli per avere i soldi del Patto per Napoli. L’assessore Pier Paolo Baretta, che ha la delega al bilancio, ha optato per l’aumento scaglionato in due annualità : il primo, dello 0,1%, è già scattato ad inizio 2023, mentre dal mese prossimo ne maturerà un altro, sempre del medesimo valore (0,1%).

Napoli, insomma, si posiziona dal 2024 tra le città dove vivere costa caro, come in altre grandi città italiane in barba al credo che qui la vita costi meno. Almeno sul versante dei tributi, ma in alcuni casi anche per il costo della vita legato ai generi di consumi o al costo della benzina, per non parlare del costo delle assicurazioni di auto e moto oppure del bollo auto.

L’esplosione del turismo, che senza dubbio ha portato benessere in città — con alberghi, B&B, ristoranti e pub costantemente strapieni — non ha infatti prodotto un abbassamento delle tariffe per i cittadini napoletani. Che, anzi, in molti casi, sono anche «vittime» della turistificazione, con mezzi pubblici strapieni, taxi introvabili nei posti-chiave e nelle ore di punta, quantità di rifiuti prodotti notevolmente incrementata. Ma chiaramente, settori come commercio, ristorazione e accoglienza ne beneficiano enormemente, con dati che parlano di 420mila presenze solo in questo periodo natalizio sbarcate all’aeroporto di Capodichino. Senza calcolare il traffico crocieristico e di chi si sposta in auto o in treno. A fronte di servizi «tarati» su un milione di abitanti.

Il Patto per Napoli ha determinato l’incremento di molte tasse: ha introdotto ad esempio la tassa di imbarco da 2 euro che paga chiunque parta da Capodichino; e, come dicevamo, ha già determinato un aumento dello 0,1% dell’addizionale comunale Irpef, e di un altro 0,1 sta per farlo incrementare. Il Comune ha anche portato a livelli massimi la tassa di soggiorno, che pagano ovviamente solo i turisti, e per ora solo i crocieristi sono stati risparmiati. Sono i costi e gli effetti di una situazione economica pesante che da anni il Comune si porta sulle spalle e che ha portato a rendere più severi i provvedimenti.

Il sindaco Manfredi ha promesso che la sua intenzione è di provare ad abbassare i tributi, ma solo dopo che la lotta all’evasione avrà prodotto i suoi frutti. Più di centomila cartelle esattoriali sono giunte in questi giorni nelle case dei napoletani, altre ne arriveranno: nel prossimo biennio, in bilancio, è previsto l’invio di circa un milione di cartelle, principalmente relative a multe e Tari non pagata. Ma le tasse aumentano per tutti, anche per chi ha sempre pagato: si calcola un cittadino su 4. Proprio coloro che si sentono un po’ beffati dai rincari indistinti.

Vai a tutte le notizie di Napoli

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.

Siamo anche su Instagram, seguici https://www.instagram.com/corriere.mezzogiorno/

27 dicembre 2023

© RIPRODUZIONE RISERVATA

QOSHE - Tasse, a Napoli, in arrivo la stangata del 2024 per addizionale Irpef e Tari - Paolo Cuozzo
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Tasse, a Napoli, in arrivo la stangata del 2024 per addizionale Irpef e Tari

7 1
27.12.2023

La tassa rifiuti cresce del 20 per cento e Napoli si conferma città cara

La mazzata era attesa, ora sta per materializzarsi. Tra pochi giorni, con l’arrivo del 2024, scatteranno gli aumenti dell’addizionale comunale Irpef, dello 0,1%, e della Tari, con incrementi che oscilleranno tra il 13%, per le utenze domestiche, e il 22,5% per tutte le altre categorie classificate come non domestiche. La media dell’incremento della tassa della spazzatura sarà più o meno del 20% circa per tutti. Una mazzata vera e propria. Il rincaro della tassa rifiuti, sia chiaro, è praticamente «retroattivo», cioè relativo all’annualità 2023, anche se si paga nel 2024 perché interamente caricato sulla quarta rata 2023. Dal nuovo anno, comunque, il regime — e la percentuale — sarà questo, posizionando il Comune di Napoli al vertice della classifica dei Municipi più cari d’Italia per la tassa rifiuti. Non un bel record.

Nei giorni scorsi, comunque, la giunta ha stabilito che il saldo della quarta rata della Tari potrà essere versato in due mesi: si tratta della quota del 25 per cento mancante rispetto al 75 % già pagato. La scadenza........

© Corriere del Mezzogiorno


Get it on Google Play