Il report del Viminale sui primi 9 mesi del 2023. «Le tensioni politiche e sociali rappresentano complessivamente il 27,9% del totale delle matrici»

«Il modus operandi più frequentemente utilizzato è costituito dalla pubblicazione di contenuti ingiuriosi o minacciosi sui social network/web (101 episodi , pari al 24,3% del totale); seguono le “altre modalità ”: i danneggiamenti dei beni pubblici/privati (82 casi; 19,7%), l’invio di missive presso abitazioni/uffici (70 casi; 16,8%), le aggressioni verbali (56 casi; 13,5%), le scritte sui muri/imbrattamenti (39 casi; 9,4%), l’utilizzo di materiali/liquidi incendiari (27 casi; 6,5%), le aggressioni fisiche (11 casi; 2,6%), le intrusioni/effrazioni (10 casi; 2,4%) l’invio di bossoli/proiettili (10 casi; 2,4%), l’uso di tv/radio/stampa (6 casi; 1,4%) e l’utilizzo di armi
e ordigni esplosivi
(4 casi; 1%)». I tempi cambiano e la nuova frontiera degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali sembra essere sempre più la la rete. Lo conferma l'ultimo report specifico pubblicato (nelle scorse settimane) sul sito del Viminale che - «attraverso elementi informativi raccolti presso le Prefetture» - fotografa il fenomeno nei primi 9 mesi del 2023. L'andamento delle minacce, va detto, indica una diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2022, anche se i dati non lasciano affatto tranquilli. «In particolare nell’arco temporale in esame si rileva, a livello nazionale, un decremento del 9,6%: 416 gli episodi di intimidazione a fronte dei 460 dell’analogo periodo del 2022».Â

La Campania è la regione «che segnala il maggior numero di eventi: 49 nei primi tre trimestri del 2023 a fronte dei 60 dell’analogo periodo del 2022. Seguono la Lombardia (46/55) e dalla Sicilia (45/53)». L’area metropolitana maggiormente interessata «è quella di Napoli, con 30 episodi (nel medesimo periodo dell’anno precedente erano stati 43), seguita da Torino
(25/21) e Cosenza (21/13)».

Il focus sulle vittime, è scritto sempre nel dossier pubblicato sul sito del ministero dell'Interno «conferma la maggior incidenza di casi ai danni delle figure costituenti il front per il cittadino: ovvero sindaci, consiglieri e assessori comunali». Le tensioni politiche e sociali «rappresentano complessivamente il 27,9% del totale delle matrici». Tornando al modus operandi, nel periodo in esame si registra, rispetto ai primi 9 mesi
del 2022, un incremento del 31,2% delle intimidazioni perpetrate attraverso i social network/web (da 77 a 101 casi), a fronte del decremento dell’28,7% delle “altre modalità ”, a cominciare dai danneggiamenti dei beni pubblici/privati (da 115 a 82 casi). «Le intimidazioni avvenute tramite invio di missive presso abitazioni/uffici fanno registrare infine un incremento del 10% (da 70 a 77 casi)».Â

Sempre nei primi 9 mesi dell'anno scorso «sono stati registrati 191 atti intimidatori di matrice ignota (45,9% del totale), 83 di natura privata (20%), 73 riconducibili a tensioni sociali (17,5%), 43 a tensione politica (10,3%), 25 alla criminalità comune (6%) e 1 alla criminalità organizzata (0,2%)».Â

Vai a tutte le notizie di Napoli

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.

Siamo anche su Instagram, seguici https://www.instagram.com/corriere.mezzogiorno/

12 marzo 2024

© RIPRODUZIONE RISERVATA

QOSHE - Intimidazioni a sindaci e consiglieri comunali: ora le minacce (e le ingiurie) corrono sui socialNapoli prima, poi Torino - Paolo Grassi
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Intimidazioni a sindaci e consiglieri comunali: ora le minacce (e le ingiurie) corrono sui socialNapoli prima, poi Torino

6 1
12.03.2024

Il report del Viminale sui primi 9 mesi del 2023. «Le tensioni politiche e sociali rappresentano complessivamente il 27,9% del totale delle matrici»

«Il modus operandi più frequentemente utilizzato è costituito dalla pubblicazione di contenuti ingiuriosi o minacciosi sui social network/web (101 episodi , pari al 24,3% del totale); seguono le “altre modalità ”: i danneggiamenti dei beni pubblici/privati (82 casi; 19,7%), l’invio di missive presso abitazioni/uffici (70 casi; 16,8%), le aggressioni verbali (56 casi; 13,5%), le scritte sui muri/imbrattamenti (39 casi; 9,4%), l’utilizzo di materiali/liquidi incendiari (27 casi; 6,5%), le aggressioni fisiche (11 casi; 2,6%), le intrusioni/effrazioni (10 casi; 2,4%) l’invio di bossoli/proiettili (10 casi; 2,4%), l’uso di tv/radio/stampa (6 casi; 1,4%) e l’utilizzo di armi
e ordigni........

© Corriere del Mezzogiorno


Get it on Google Play