Parla Bafundi, direttore metropolitano dell’Inps: a gennaio accolte 64.435 domande, 20 mila bocciate

A gennaio 2023 — quando ancora esisteva il sussidio introdotto nel 2019 dal primo governo Conte — in Campania furono erogate 258.015 mensilità tra Reddito (per la stragrande maggioranza) e Pensione di Cittadinanza. Il numero di «persone coinvolte», sempre dati Inps alla mano, superava quota 635 mila per un importo medio mensile di 630 euro. Il più alto in Italia, come del resto lo era il totale delle famiglie beneficiarie del provvedimento in regione. Nella sola area partenopea, ancora a gennaio 2023, a ottenere il sussidio erano stati 163.384 «nuclei»; 421 mila le persone effettivamente interessate, 651 euro la cifra media erogata sotto forma di Rdc o Pdc. Anche qui, ovviamente, si trattava di un record a livello nazionale.

Trascorso un anno e soprattutto cancellato il Reddito — al posto del quale l’esecutivo Meloni ha introdotto due nuovi strumenti: Assegno d’inclusione (Adi) e Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) — come è cambiata la situazione in Campania e nel Napoletano? A tracciare il quadro è il direttore del coordinamento metropolitano dell’Inps, Roberto Bafundi, tra i dirigenti dell’Istituto con più esperienza — maturata anche nella Capitale e in Basilicata — che è alla testa di 1.250 dipendenti, suddivisi in cinque filiali e dieci agenzie territoriali («oltre a 11 dirigenti, per la precisione, che dovrebbero essere 16 ma...»).
Direttore, quante sono le domande sinora pervenute alla voce Adi?
«In Campania 197.561 sulle 484.086 presentate in Italia. Per quanto riguarda la provincia partenopea il dato si attesta a quota 120.758. Le istanze accolte, in regione, sono 103.870, il 38% del totale nazionale; quelle respinte 33.819 (29%)».

E a Napoli?
«A fronte delle oltre 120 mila domande pervenute all’Inps, è stato dato parere favorevole a 64.435 istanze di Assegno d’inclusione. E siamo, se non vado errato, intorno al 23% del totale italiano: quasi una su quattro. Circa 20 mila invece sono state respinte. Poi ci sono ovviamente quelle che hanno bisogno di un supplemento di lavorazione».
Può entrare ancor più nello specifico dell’area che le compete?
«Il numero maggiore di domande sono pervenute alla sede di principale di Napoli: 18.725 (10.222 accolte). In quella di Napoli Centro le istanze sono 9.059 (4.790 accolte). A Napoli Nord a fronte di 12.889 richieste c’è stato disco verde per 7.161 pratiche. Al Vomero, restando in città , su 4.813 istanze per ottenere l’Adi ne sono state approvate 2.508. A Giugliano su 10.546 domande hanno ottenuto via libera in 5.744. A Ischia, su 1.348 istanze, quelle approvate sono 737. E così via».

Nel resto della regione?
«Su 76.803 domande ne sono state accolte 39.435. Il dato più alto nella sede di Caserta, dove sono pervenute 18.924 istanze (9.772accolte). Segue Aversa (su 13.251 domande, 6.895 sì)».
Quante sono le richieste per accedere alla misura di Supporto per la Formazione e il Lavoro?
«Purtroppo questo dato non è ancora disponibile per aree territoriali. Posso dire però che i corsi di qualificazione professionale collegati all’Sfl sono partiti».
Sono decisamente meno, però, le erogazioni di Adi rispetto a quelle collegate al vecchio Reddito di Cittadinanza. Tra gennaio 2023 e gennaio 2024, infatti, si registra un saldo negativo 99 mila sussidi nella provincia di Napoli e di circa 154 mila sostegni in tutta la regione...
«Sì, ma è anche vero che siamo solo all’inizio. Ritengo infatti che la platea dei potenziali richiedenti potrà essere molto simile a quella delle precedenti misure».
Lei che è un attento osservatore del mercato del lavoro regionale come lo descriverebbe in questo momento?
«In movimento, direi. Le tante agevolazioni collegate alle assunzioni, a cominciare da Decontribuzione Sud, stanno funzionando. Poi ci sono gli incentivi attivati grazie alle Zes e un’opera importante, lasciatemelo dire, da parte della Regione. Naturalmente c’è da monitorare con attenzione l’indotto delle grandi aziende, quando non sono le stesse a mostrare criticità . Importante, però, è sempre più la qualità del lavoro».
Si spieghi meglio.
«L’obiettivo è creare un ambiente occupazionale che freni al massimo l’esodo dei nostri giovani, quasi sempre i più formati, verso altre aree del Paese».
Servirebbe una bacchetta magica...
«Ha ragione non è cosa semplice. Ma bisogna pur provarci».
Voi come ci provate?
«Per esempio dando vita a una sorta di bollino di qualità occupazionale. Insieme all’amministrazione campana, all’Inl (Ispettorato nazionale del lavoro) e all’Inail puntiamo a premiare, attraverso le varie agevolazioni, le aziende virtuose su più fronti: dalla certificazione di genere alla sicurezza, ai meccanismi di sostenibilità sociale e ambientale».

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2 febbraio 2024 ( modifica il 2 febbraio 2024 | 08:04)

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Napoli, dal Reddito all’Adi addio a 99 mila sussidiL'Inps: «Ma qui (già) si paga un Assegno d’inclusione ogni quattro in Italia»

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02.02.2024

Parla Bafundi, direttore metropolitano dell’Inps: a gennaio accolte 64.435 domande, 20 mila bocciate

A gennaio 2023 — quando ancora esisteva il sussidio introdotto nel 2019 dal primo governo Conte — in Campania furono erogate 258.015 mensilità tra Reddito (per la stragrande maggioranza) e Pensione di Cittadinanza. Il numero di «persone coinvolte», sempre dati Inps alla mano, superava quota 635 mila per un importo medio mensile di 630 euro. Il più alto in Italia, come del resto lo era il totale delle famiglie beneficiarie del provvedimento in regione. Nella sola area partenopea, ancora a gennaio 2023, a ottenere il sussidio erano stati 163.384 «nuclei»; 421 mila le persone effettivamente interessate, 651 euro la cifra media erogata sotto forma di Rdc o Pdc. Anche qui, ovviamente, si trattava di un record a livello nazionale.

Trascorso un anno e soprattutto cancellato il Reddito — al posto del quale l’esecutivo Meloni ha introdotto due nuovi strumenti: Assegno d’inclusione (Adi) e Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) — come è cambiata la situazione in Campania e nel Napoletano? A tracciare il quadro è il direttore del coordinamento metropolitano dell’Inps, Roberto Bafundi, tra i dirigenti dell’Istituto con più esperienza — maturata anche nella Capitale e in Basilicata — che è alla testa di 1.250........

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