I due past-president nazionali su opposte sponde: si rinnova lâeterna sfida tra Napoli e Salerno. E non solo
Antonio D'Amato ed Enzo BocciaÂ
Non è ancora chiaro chi sarà il prossimo numero uno degli industriali italiani, ossia colui che prenderà il posto di Carlo Bonomi.
Di ufficiale, al momento, câè solo â come recita una nota diffusa il 17 febbraio scorso da viale dellâAstronomia â «che la Commissione di designazione, dâintesa con il Consiglio di indirizzo etico e dei valori associativi e con il Collegio speciale dei Probiviri confederali, dopo aver effettuato tutte le verifiche sulla documentazione prodotta, non ha rilevato elementi formalmente ostativi ed ha ammesso alle consultazioni tutti e quattro i candidati alla presidenza di Confindustria». E dunque: «In ordine alfabetico, Edoardo Garrone, Antonio Gozzi, Alberto Marenghi ed Emanuele Orsini. Hanno superato la soglia percentuale di appoggio da parte del 10% dei componenti del Consiglio generale, richiesta dallo statuto confederale». Ora, però, nel secondo step, dovranno toccare quota 20% dei voti assembleari per poter approdare direttamente in Consiglio generale. Non così semplice.
Le consultazioni dei saggi â da calendario â termineranno lâ11 marzo a Palazzo Partanna. Proprio lâUnione degli industriali di Napoli, padrona di casa lunedì prossimo, ha deliberato â lo ha fatto con il Consiglio generale del 19 febbraio, per la precisione â di appoggiare Gozzi, presidente di Federacciai, ligure classe 1954, e timoniere di Duferco (ma è stato anche vicesindaco di Chiavari, città dove nel 2007 ha acquistato la squadra di calcio dellâEntella â portandola fino alla serie B â e professore universitario di Economia marittima dei trasporti ed Economia e gestione delle imprese).
Dunque lâassociazione di piazza dei Martiri, guidata da Costanzo Jannotti Pecci, di cui Antonio DâAmato â ex leader nazionale (oltre a essere uno dei sei campani che voteranno per la successione di Bonomi in Consiglio generale confederale) â è tra i più autorevoli rappresentanti, ha fatto la sua scelta. Posizionamento che peraltro, in caso di ipotetico accordo tra Gozzi e il vicepresidente uscente Orsini (al momento negato da tutti i protagonisti in campo, però), o di un ballottaggio finale, il 4 aprile, con uno dei due in campo per sfidare Garrone, seguirebbe evidentemente la medesima scia.
Con il patron di Erg e presidente del Sole 24 Ore, invece si è schierata lâUnione degli industriali di Salerno (anche qui la struttura guidata Antonio Ferraioli lo ha fatto con tanto di delibera). Associazione, quella di via Madonna di Fatima, che vede tra i suoi più illustri iscritti un altro past-president nazionale: Enzo Boccia. Da sempre, va ricordato, il numero uno di Luiss School of Government e della Luiss Executive Management Education è legato a Garrone, di cui è stato vicepresidente al Gruppo giovani di Confindustria. Peraltro, quando il candidato genovese alla successione di Bonomi fu designato alla presidenza del Sole 24 Ore, nel 2018, il titolare di Arti Grafiche era sulla tolda di viale dellâAstronomia.
A inizio aprile, quando davanti al parlamentino confederale potrebbero trovarsi al massimo tre candidati â e se così fosse i rumors indicano Gozzi, Orsini e Garrone (per poi arrivare a un inevitabile uno contro uno) â Boccia e DâAmato, che saranno tra i 182 votanti, dovrebbero trovarsi ancora su sponde opposte (il condizionale è dâobbligo perché come si sa le vie di Confindustria sono infinite).
Ancora, perché nel 2016 â quando Boccia scese in campo per prendere il posto di Giorgio Squinzi, la giunta dellâUnione di Napoli (era il 23 marzo) «dopo un dibattito molto partecipato», indicò «a larghissima maggioranza Alberto Vacchi come candidato preferito per la presidenza di Confindustria». Qualcuno, in quellâoccasione, ricordò che lâassociazione di Salerno, nel 2000, allorché DâAmato si stava confrontando con Carlo Calleri per succedere a Giorgio Fossa, non fu molto... attenta alla territorialità .
Nino Paravia, che allâepoca era alla testa degli imprenditori salernitani, ascoltato dal Corriere: «Solo un equivoco, se la memoria non mi tradisce noi ospitammo per una discussione diversi esponenti dellâindustria italiana, tra cui Calleri. Non ricordo neppure se già fosse in campo ufficialmente per il dopo Fossa. Ma poi con DâAmato chiarii e i rapporti sono stati sempre buoni».
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5 marzo 2024
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Per Confindustria Gozzi, Orsini o Garrone? DâAmato e Boccia lâuno contro lâaltro
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05.03.2024
I due past-president nazionali su opposte sponde: si rinnova lâeterna sfida tra Napoli e Salerno. E non solo
Antonio D'Amato ed Enzo BocciaÂ
Non è ancora chiaro chi sarà il prossimo numero uno degli industriali italiani, ossia colui che prenderà il posto di Carlo Bonomi.
Di ufficiale, al momento, câè solo â come recita una nota diffusa il 17 febbraio scorso da viale dellâAstronomia â «che la Commissione di designazione, dâintesa con il Consiglio di indirizzo etico e dei valori associativi e con il Collegio speciale dei Probiviri confederali, dopo aver effettuato tutte le verifiche sulla documentazione prodotta, non ha rilevato elementi formalmente ostativi ed ha ammesso alle consultazioni tutti e quattro i candidati alla presidenza di Confindustria». E dunque: «In ordine alfabetico, Edoardo Garrone, Antonio Gozzi, Alberto Marenghi ed Emanuele Orsini. Hanno superato la soglia percentuale di appoggio da parte del 10% dei componenti del Consiglio generale, richiesta dallo statuto confederale». Ora, però, nel secondo step, dovranno toccare quota 20% dei voti assembleari per poter approdare direttamente in Consiglio generale. Non così semplice.
Le consultazioni dei saggi â da calendario........
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