Carlos Tavares paventa tagli (anche a Mirafiori) per i mancati sussidi statali all’acquisto di auto elettriche. Sgambati (Uil): parole preoccupanti. Trapani (Fim): «Livello di criticità altissimo». De Palma (Fiom): subito risposte

Un vero e proprio fulmine a ciel sereno si è abbattuto ieri pomeriggio sulla testa dei lavoratori dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco, allorché sono state diffuse le dichiarazioni del ceo del gruppo automobilistico Carlos Tavares, rilasciate a Bloomberg sul rischio di possibili tagli di personale nel sito produttivo napoletano, ma anche in quello di Mirafiori a Torino.

Tavares ha infatti indicato in Pomigliano e Mirafiori le fabbriche italiane i cui posti di lavoro sono più a rischio per effetto delle politiche del governo Meloni, accusato di non sostenere con incentivi la diffusione della mobilità elettrica in Italia. «Io non sono sempre d’accordo con il governo francese» e «Stellantis non è nelle mani del governo francese», ha aggiunto Tavares, respingendo le accuse della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, secondo cui dietro la nascita del gruppo automobilistico si nasconderebbe un’acquisizione francese di Fca. «L’Italia — ha aggiunto il manager portoghese — dovrebbe fare di più per proteggere i suoi posti di lavoro nel settore automobilistico anziché attaccare Stellantis per il fatto che produce meno nel nostro Paese. Si tratta di un capro espiatorio, il tentativo di evitare di assumersi la responsabilità per il fatto che se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio gli impianti in Italia». E ha concluso Tavares: «Se non vuoi che i veicoli elettrici progrediscano, devi solo fermare gli incentivi. È ovvio che il governo italiano sta facendo questo. Il mercato dei veicoli elettrici in Italia è molto, molto piccolo. È la diretta conseguenza del fatto che il governo italiano non incentiva l’acquisto di veicoli elettrici».

Per ironia della sorte, il Giambattista Vico di Pomigliano è lo stabilimento che ha avuto la crescita maggiore nel corso del 2023, raggiungendo la quota di 215 mila unità , in aumento del +30,3%. Dalla ripartenza della produzione della Panda nel 2011, Pomigliano non ha mai raggiunto questi volumi di produzione. La crescita rispetto al 2022 è costituita in gran parte dalla salita produttiva delle nuove vetture: il Suv Alfa Romeo Tonale e il Suv Dodge Hornet, che hanno raggiunto le 82.300 unità , a cui si sommano le 132.700 Fiat Panda. Le due linee di montaggio producono su 12 turni settimanali, mentre si effettuano i 20 turni su alcune aree del Plant come la lastratura, lo stampaggio, la verniciatura, la plastica e la logistica. Inoltre, a tutt’oggi, l’occupazione presente nel sito è aumentata di oltre 1.150 lavoratori, provenienti con trasferte temporanee dagli altri siti del Gruppo, in particolare da Melfi, Pratola Serra e Cassino. In tutto, nel sito industriale di Pomigliano, attualmente sui tre modelli lavorano in tutto 4.200 addetti, la maggior parte dei quali sono impegnati nella produzione della Panda. Naturalmente alle parole di Tavares hanno replicato i sindacati confederali e quelli metalmeccanici.Â

«Le dichiarazioni di Tavares — spiegano Giovanni Sgambati segretario generale Uil Campania e Crescenzo Auriemma segretario generale regionale della Uilm — non rassicurano le realtà del Mezzogiorno, e soprattutto Pomigliano. Non abbiamo motivo di preoccupazione immediata ma è evidente che se non c’è una prospettiva per il dopo Panda, soprattutto per la quantità e la qualità del lavoro che rappresenta una vettura di largo mercato, è chiaro che la tenuta occupazionale per Pomigliano rischia di essere molto preoccupante». Caustico anche il segretario generale della Cgil di Napoli e Campania, Nicola Ricci: «Le dichiarazioni del ceo di Stellantis sul destino dello stabilimento di Pomigliano d’Arco non ci colgono di sorpresa. Si sta realizzando il piano che punta a portare le produzioni fuori dal nostro Paese per ridurre i costi del lavoro. Il Governo Meloni — aggiunge Ricci — non avendo strumenti a disposizione per incidere sulle scelte di Stellantis ora deve assumersi le proprie responsabilità ed evitare la fuga verso la Francia valorizzando quelle produzioni». Per Biagio Trapani, segretario generale della Fim di Napoli le esternazioni di Tavares «confermano le preoccupazioni sollevate da noi al tavolo automotive al Mimit. Il livello di criticità è ormai altissimo. Chiediamo alla presidente Meloni di convocare subito Tavares e i sindacati metalmeccanici per programmare misure adatte e condivise, sottraendo gli stabilimenti italiani alla crescente insicurezza sul loro futuro e bisognerà accelerare il confronto con Stellantis per tradurre gli impegni sui siti produttivi e l’occupazione e garanzie di progettualità che diano futuro ai lavoratori». Infine Michele De Palma, segretario generale nazionale della Fiom ritiene le parole di Tavares su Mirafiori e Pomigliano gravissime. «Il Governo — spiega De Palma — ha deciso di assecondare la richiesta di Stellantis rispetto gli incentivi. Stellantis deve dare risposte alle lavoratrici e lavoratori italiani. Non si possono dare soldi pubblici senza garanzie: ora risposte al Paese».

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2 febbraio 2024

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Stellantis, Pomigliano in allarme. I sindacati: Meloni convochi subito noi e l'azienda

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02.02.2024

Carlos Tavares paventa tagli (anche a Mirafiori) per i mancati sussidi statali all’acquisto di auto elettriche. Sgambati (Uil): parole preoccupanti. Trapani (Fim): «Livello di criticità altissimo». De Palma (Fiom): subito risposte

Un vero e proprio fulmine a ciel sereno si è abbattuto ieri pomeriggio sulla testa dei lavoratori dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco, allorché sono state diffuse le dichiarazioni del ceo del gruppo automobilistico Carlos Tavares, rilasciate a Bloomberg sul rischio di possibili tagli di personale nel sito produttivo napoletano, ma anche in quello di Mirafiori a Torino.

Tavares ha infatti indicato in Pomigliano e Mirafiori le fabbriche italiane i cui posti di lavoro sono più a rischio per effetto delle politiche del governo Meloni, accusato di non sostenere con incentivi la diffusione della mobilità elettrica in Italia. «Io non sono sempre d’accordo con il governo francese» e «Stellantis non è nelle mani del governo francese», ha aggiunto Tavares, respingendo le accuse della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, secondo cui dietro la nascita del gruppo automobilistico si nasconderebbe un’acquisizione francese di Fca. «L’Italia — ha aggiunto il manager portoghese — dovrebbe fare di più per proteggere i suoi posti di lavoro nel settore automobilistico anziché attaccare Stellantis per il fatto che produce meno........

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