Otto ore di sciopero alla Laminazione Sottile di San Marco Evangelista dopo il grave incidente di martedì sera. I dubbi degli operai all'esterno dell'azienda: «Era adeguatamente formato per quel ruolo?»

I cancelli della Laminazione Sottile oggi e, nel riquadro, Giuseppe Borrelli

Le foto di Giuseppe attaccate sui cancelli all'ingresso dello stabilimento, i mazzi di fiori lasciati in terra da colleghi e amici. E poi i messaggi scritti a penna. Di addio, che grondano parole di affetto e di dolore. Alle 4 ore di sciopero proclamate su scala territoriale dai sindacati di categoria dei metalmeccanici di Caserta dopo l’incidente mortale di martedì sera alla Laminazione Sottile di San Marco Evangelista, nel Casertano, per la giornata di oggi – giovedì 14 marzo – se ne sono aggiunte altre 4 indette dalla Rsu dell’azienda. E così, in onore di Giuseppe Borrelli, che ha perso la vita a soli 25 anni a nemmeno un mese dal suo ingresso in fabbrica e anche per richiamare ulteriormente l’attenzione intorno agli incidenti mortali sul lavoro, un’emergenza a tutti gli effetti, i colleghi della giovane vittima hanno rinunciato ad un’intera giornata di retribuzione presidiando i cancelli della fabbrica e fermando la produzione.Â

Gallery: Incidente mortale in fabbrica, sit-in per Giuseppe Borrelli

Sulle cause che hanno determinato l’incidente mortale sono al lavoro gli agenti del Commissariato di Pubblica sicurezza di Maddaloni e i magistrati dello speciale pool costituito dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere con il compito di fare luce sui casi di morti bianche e di infortunio sul lavoro che in Campania dall’inizio dell’anno sono aumentati in maniera vertiginosa. Le vittime dopo nemmeno due mesi e mezzo dall’inizio del 2024 sono diventate 23 (si viaggia al ritmo di una ogni tre giorni e sembra un bollettino di guerra). Gli incidenti non mortali nemmeno si contano più perché spesso non vengono nemmeno denunciati. «Quando sono meno gravi – dice qualcuno a mezza bocca fuori dalla fabbrica – nemmeno emergono. Ma non succede solo in questo stabilimento: c’è il timore di perdere il posto di lavoro».Â

Qui, lungo la Statale Sannitica, nel tratto chiamato Viale Carlo III e a nemmeno due chilometri dal casello di Caserta Sud dell’A1, tutti hanno voglia di dire qualcosa ma nessuno di esporsi apertamente. «La verità è che forse il povero Giuseppe non avrebbe dovuto nemmeno esserci su quella macchina», sussurra un ragazzo che ha più o meno la sua età . Giuseppe Borrelli era entrato alla Laminazione Sottile, azienda leader nei semilavorati in alluminio con dieci siti di produzione nel mondo ma con la testa in Campania, solo nel mese di febbraio. Aveva un contratto di staff leasing con l’agenzia Gi Group, era praticamente un “somministrato”. L’azienda gli aveva fatto firmare un contratto a tempo determinato. «Variano dai due ai tre mesi, tutti siamo passati da lì», c’è chi fa notare. Ed era stato inserito nella “Squadra D”, quella i cui addetti sono destinati al reparto “finitura”. Un momento della produzione dove un certo rischio esiste dal momento che, com’era già capitato a quanti sono arrivati in fabbrica prima di lui, aveva dovuto sottoporsi a giorni di preparazione e poi di affiancamento da parte di altri colleghi più esperti prima di prendere confidenza con i “rulli” cui era stato destinato. Macchinari attraverso cui passano i rotoli di alluminio che vengono ulteriormente trattati e affinati prima di essere avviati alle lavorazioni.Â

«Una settimana? Dieci giorni? Adesso non sappiamo dire per quanto tempo Giuseppe è stato istruito per stare in quel reparto», si dice oggi ai cancelli. Dove tutti concordano sul fatto che «comunque è stato per troppo poco tempo». Ad un certo punto tutti si zittiscono. Gli operai all’esterno della fabbrica si aprono come a formare ali per lasciare passare due persone. Si saprà più tardi che sono due agenti di Pg inviati dalla Procura. Poi uno di loro riprende e svela: «L’altra sera Giuseppe era solo sul rullo». Dice e non dice. La rabbia mista a commozione è tanta. «Ci siamo accorti dell’incidente 10, forse 15 minuti dopo: il macchinario si è fermato e qualcuno è arrivato sul posto per capire cosa stesse accadendo. Giuseppe vi era rimasto impigliato dentro»

Si formulano ipotesi, le domande restano al momento senza risposta. Al giovane sarebbe stato fatale il fatto di aver cominciato a ripulire il “rullo” mentre era in funzione. Una operazione che, sembrerebbe, viene effettuata mentre gli ingranaggi si muovono e non con il macchinario fermo. Il 25enne sarebbe morto perché incastrato ma una parola definitiva la dirà l’autopsia – la salma è stata portata già martedì sera all’istituto di Medicina legale dell’Azienda ospedaliera di Caserta – disposta dalla Procura, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo ma senza indagati per il momento. Nell’ufficio dei pm di Santa Maria Capua Vetere, malgrado qualche fuga in avanti della stampa locale, su questo aspetto della vicenda sono stati perentori.

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14 marzo 2024

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QOSHE - Giuseppe, morto in fabbrica a 25 anni«Forse non doveva starci in quel reparto» - Piero Rossano
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Giuseppe, morto in fabbrica a 25 anni«Forse non doveva starci in quel reparto»

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14.03.2024

Otto ore di sciopero alla Laminazione Sottile di San Marco Evangelista dopo il grave incidente di martedì sera. I dubbi degli operai all'esterno dell'azienda: «Era adeguatamente formato per quel ruolo?»

I cancelli della Laminazione Sottile oggi e, nel riquadro, Giuseppe Borrelli

Le foto di Giuseppe attaccate sui cancelli all'ingresso dello stabilimento, i mazzi di fiori lasciati in terra da colleghi e amici. E poi i messaggi scritti a penna. Di addio, che grondano parole di affetto e di dolore. Alle 4 ore di sciopero proclamate su scala territoriale dai sindacati di categoria dei metalmeccanici di Caserta dopo l’incidente mortale di martedì sera alla Laminazione Sottile di San Marco Evangelista, nel Casertano, per la giornata di oggi – giovedì 14 marzo – se ne sono aggiunte altre 4 indette dalla Rsu dell’azienda. E così, in onore di Giuseppe Borrelli, che ha perso la vita a soli 25 anni a nemmeno un mese dal suo ingresso in fabbrica e anche per richiamare ulteriormente l’attenzione intorno agli incidenti mortali sul lavoro, un’emergenza a tutti gli effetti, i colleghi della giovane vittima hanno rinunciato ad un’intera giornata di retribuzione presidiando i cancelli della fabbrica e fermando la produzione.Â

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