Caserta, al Polo scientifico della Vanvitelli la commemorazione di Vida Shavalad deceduta assieme al suo fidanzato sabato notte nell'auto con il motore acceso in un box a Scampia. Il console dell'Iran: una emittente del mio Paese ha infangato il suo nome, la riporteremo a casa

Un momento della commemorazione a Caserta e, nel riquadro, Vida Shavalad

«Cara Vida, la primavera è arrivata ma con l'assenza del tuo sguardo non è la stessa cosa per noi. Nulla sarà più come prima». C'è il sole e fa caldo nel cortile all'ingresso del Polo scientifico dell'Università Vanvitelli di Caserta. E ci sono loro, i giovani. Alcune centinaia si sono dati appuntamento a mezzogiorno per commemorare una loro compagna di studi. «Morta troppo presto mentre si affacciava appena alla vita», ripete un'amica. Vida Shavalad aveva solo 21 anni. Faceva su e giù in treno tra Napoli, dove viveva, e Caserta, dove frequentava il secondo anno del corso di laurea in Data Analytics. Era arrivata due anni fa dall'Iran. Per regalarsi un futuro, nuovi orizzonti. E invece ha trovato la morte nella notte tra venerdì 15 e sabato 16 marzo in circostanze su cui la Procura di Napoli e i carabinieri dovranno fare ulteriore luce. Era in auto con il suo fidanzato 24enne, Vincenzo Nocerino, morto anche lui, in un box di Scampia. Il motore della Fiat Panda era ancora acceso, l'ipotesi più probabile della morte di entrambi è l'asfissia

Gallery: Vida Shavalad morta per asfissia, l'addio dell'Università Vanvitelli

Per il momento di ricordo della giovane studentessa le facoltà che afferiscono al Polo scientifico della Vanvitelli hanno momentaneamente sospeso le lezioni. A cerimonia iniziata, appartato in un angolo del cortile, spunta la figura di Alfredo Nocerino, il papà di Vincenzo. Stringe tra le mani un mazzo di fiori. È stato lui a ritrovare i due giovani senza vita quando ha aperto il garage sabato mattina. «Non sarei mancato oggi per nulla al mondo: conoscevo Vida solo da pochi mesi - dice con la voce rotta - ma la sentivo già come una figlia». Lui, che di figli aveva solo Vincenzo. «Sono qui oggi e mi metto nei panni dei genitori di lei, che soffrono anche perché dovranno attendere degli altri giorni per poterla salutare per l'ultima volta». Alfredo Nocerino parla di Vincenzo e di Vida. «Stavano insieme da tre mesi ma si conoscevano da molto più tempo: adesso resteranno uno accanto all'altra per sempre». Lo accompagna a Caserta un giovane amico del figlio, Francesco D'Anna. I due erano inseparabili. «Ha conosciuto Vida su Instagram. Hanno cominciato a seguirsi a vicenda, poi hanno deciso di incontrarsi: al loro primo appuntamento sul mare di Pozzuoli l'ho accompagnato io».Â

Spuntano altri mazzi di fiori. Ci si abbraccia, la commozione pervade tutti i presenti. Qualcuno dei ragazzi mostra tra le mani dei vassoi con dei dolcetti tipici iraniani. «Sono tradizionali delle nostre cerimonie funebri: fatti con farina, acqua, zucchero, zafferano e una spruzzata di noce di cocco» spiega in un inglese fluente Hani Azimzadeh, iraniana anche lei. Non una presenza qualunque tra quei giovani. La sera prima del dramma Vida e Vincenzo erano stati proprio alla sua festa di compleanno a Caserta. Le ragazze erano compagne di studio ma anche molto legate nella vita. «Ci siamo abbracciate per tutta la serata, lei era felice», aggiunge Hani. Ma di giovani dello stesso Paese iscritti al corso di Data Analytics sono a decine. «Se non centinaia», puntualizza con una punta di orgoglio la presidente del consiglio di corso di studi, Rosanna Verde. «L'anno scorso, dei 300 e passa iscritti, oltre la metà provenivano dall'Iran. Ma siamo un riferimento anche per Paesi come Marocco, Tunisia, Algeria, Egitto fino all'India e al Pachistan: il nostro è uno dei tre corsi di laurea in sola lingua inglese del Polo scientifico», puntualizza. Si avvicina una prof, molto commossa. Preferisce non parlare. «Vida era una sua ragazza», aggiunge Verde. «Era iscritta al secondo anno ed era in regola con gli esami, ne aveva già dati sette. I suoi docenti mi parlano in queste ore della sua intelligenza viva, della gentilezza dei modi, di quell'attenzione sempre accesa».Â

A prendere la parola è anche un delegato dell'ambasciata della Repubblica Islamica dell'Iran a Roma, il console Hassan Assadinasab. Parla in iraniano e in inglese e subito sgombra il campo dalle ombre che da qualche parte erano state gettate sulla possibilità del rientro in patria della sua connazionale. «Portare via o meno dall'Italia la povera Vida è stata sempre e solo una decisione dei suoi familiari. Noi - obietta - abbiamo predisposto ogni cosa per il rimpatrio della salma, attendiamo solo il via libera delle autorità italiane e restiamo in contatto con la Prefettura di Napoli». Poi il diplomatico si lascia andare ad uno sfogo: «Tutta la vicenda è stata equivocata. Abbiamo registrato una ostilità da parte dell'informazione iraniana che ha dato notizie false sulla morte di Vida, che ne hanno infangato il nome e aggiunto dolore al dolore della sua famiglia e di quella di Vincenzo».Â

La cerimonia si chiude sulle parole di due giovani. «Cara Vida, vivrai sempre con noi e sai perché? Perché lo dice il tuo nome». E ancora: «Come dice un detto del tuo Paese, aspettaci: prima o poi ci rincontreremo». «Era una studentessa attiva, molto partecipe», aggiunge mentre i giovani riguadagnano le aule dei corsi il direttore del dipartimento di Matematica e Fisica della Vanvitelli, Lucio Gialanella. «Il percorso di studi di Vida era regolare, i docenti tutti mi riferiscono che era volenterosa ed entusiasta». «Sono commosso per la riuscita di questo momento, voluto dai nostri studenti: quando ieri sono venuti da me a proporlo non abbiamo esitato nemmeno un istante a concederlo», conclude Gialanella.

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21 marzo 2024 ( modifica il 21 marzo 2024 | 16:40)

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Vida, il ricordo dei compagni di università Il papà di Vincenzo: insieme per sempre Foto

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21.03.2024

Caserta, al Polo scientifico della Vanvitelli la commemorazione di Vida Shavalad deceduta assieme al suo fidanzato sabato notte nell'auto con il motore acceso in un box a Scampia. Il console dell'Iran: una emittente del mio Paese ha infangato il suo nome, la riporteremo a casa

Un momento della commemorazione a Caserta e, nel riquadro, Vida Shavalad

«Cara Vida, la primavera è arrivata ma con l'assenza del tuo sguardo non è la stessa cosa per noi. Nulla sarà più come prima». C'è il sole e fa caldo nel cortile all'ingresso del Polo scientifico dell'Università Vanvitelli di Caserta. E ci sono loro, i giovani. Alcune centinaia si sono dati appuntamento a mezzogiorno per commemorare una loro compagna di studi. «Morta troppo presto mentre si affacciava appena alla vita», ripete un'amica. Vida Shavalad aveva solo 21 anni. Faceva su e giù in treno tra Napoli, dove viveva, e Caserta, dove frequentava il secondo anno del corso di laurea in Data Analytics. Era arrivata due anni fa dall'Iran. Per regalarsi un futuro, nuovi orizzonti. E invece ha trovato la morte nella notte tra venerdì 15 e sabato 16 marzo in circostanze su cui la Procura di Napoli e i carabinieri dovranno fare ulteriore luce. Era in auto con il suo fidanzato 24enne, Vincenzo Nocerino, morto anche lui, in un box di Scampia. Il motore della Fiat Panda era ancora acceso, l'ipotesi più probabile della morte di entrambi è l'asfissia

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Per il momento di ricordo della giovane studentessa........

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