Dibattito e documento della Fondazione Mezzogiorno: «Il ddl Calderoli introduce una sorta di corsia preferenziale per il trasferimento di funzioni nellâambito di materie tuttâaltro che residuali. Ecco quali»
Il disegno di legge presentato dal ministro Roberto Calderoli «è allâesame della Commissione Affari costituzionali della Camera. Dopo averne messo in evidenza le criticità nel report LâItalia al bivio tra riforma dello Stato e autonomia differenziata, presentato il 4 aprile 2023», la Fondazione Mezzogiorno, guidata da Antonio D'Amato, «torna a evidenziare, con spirito propositivo, i rischi della riforma con una nuova analisi su aspetti giuridici, istituzionali, economici e sociali».
A tracciare lo stato dellâarte sono stati oggi, lunedì 25 marzo 2024, presso lâUnione Industriali di Napoli, Antonio DâAmato, Ceo Seda Group, e presidente di Fondazione Mezzogiorno, Costanzo Jannotti Pecci, presidente Unione Industriali Napoli, Massimo Bordignon, direttore Dipartimento Economia e Finanza dellâUniversità Cattolica di Milano e componente European Fiscal Board, Marco Esposito, saggista e giornalista de Il Mattino, Giuseppe Pisauro, ordinario di Scienza delle Finanze alla Sapienza di Roma, già presidente dellâUfficio Parlamentare di Bilancio, Sandro Staiano, direttore Dipartimento Giurisprudenza dellâUniversità Federico II di Napoli e presidente Associazione italiana dei Costituzionalisti.
Il documento presentato «aggiorna e integra le osservazioni già presentate dalla Fondazione alla luce delle ultime novità , evidenziando i punti critici, indicando possibili soluzioni e cercando di focalizzare lâattenzione sui punti della riforma che investono il sistema produttivo e possono determinare un aggravio di costi e una perdita di competitività del nostro sistema».
A proposito «della delicata questione della definizione dei LEP â Livelli Essenziali delle Prestazioni», lo studio promosso dalla Fondazione mette in evidenza come «in assenza di premesse metodologiche, sia del tutto priva di fondamento dimostrativo la distinzione tra funzioni LEP e funzioni non-LEP, queste ultime suscettibili, per la loro stessa natura, di devoluzione immediata, senza attendere la definizione previa dei LEP (articolo 4, comma 2, ddl 1665)». Il ddl Calderoli «introduce una sorta di corsia preferenziale per il trasferimento di funzioni nellâambito delle materie cosiddette non-LEP. Sono materie tuttâaltro che residuali, non di rado di peculiare interesse del mondo produttivo». Il documento, stessa, elenca le materie con lâindicazione per ciascuna del numero di funzioni potenzialmente interessate al trasferimento, «in base alla Ricognizione effettuata nel 2023 dallâUfficio legislativo del ministro degli Affari regionali e le Autonomie»: Rapporti internazionali e con lâUnione europea delle Regioni (16 funzioni); Commercio con lâestero (21 funzioni); Professioni (55 funzioni); Protezione civile (41 funzioni); Previdenza complementare e integrativa (18 funzioni); Coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario (8 funzioni); Casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale (18 funzioni); Enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale (stesse funzioni della voce precedente); Organizzazione della giustizia di pace (7 funzioni)».
«à evidente â mette in evidenza il documento curato da Massimo Bordignon, Marco Esposito, Giuseppe Pisauro e Sandro Staiano â il rischio che lâattribuzione di tutte queste funzioni alle regioni, anche solo ad alcune, possa creare una babele normativa e una moltiplicazione delle burocrazie, a scapito dellâefficienza del sistema complessivo. Tra le attività statali regionalizzabili, ve ne sono numerose che appaiono particolarmente rilevanti per impatto potenziale diretto o diretto sullâorganizzazione del sistema produttivo, a causa del moltiplicarsi in ciascun territorio di norme, regolamenti, albi professionali e del frazionamento delle politiche di sviluppo o di sostegno nazionali».
Nelle prossime settimane la Fondazione Mezzogiorno, è stato annunciato oggi, farà partire unâanalisi di impatto per valutare le conseguenze e i costi della riforma per il sistema produttivo, a partire dalle imprese del Mezzogiorno. «In un panorama europeo â ha messo in evidenza D'Amato, ex presidente di Confindustria e della Federazione nazionale dei Cavalieri del lavoro - in cui vi sarà un forte incremento delle spese per la difesa e un notevole decremento dei fondi coesione per lâItalia a favore dei nuovi Paesi, il bilancio italiano potrà reggere se, e solo se, si riduca il divario del tasso di occupazione tra Sud e resto del Paese. Temiamo che il progetto di autonomia differenziata vada e possa andare in senso totalmente divergente rispetto a tale obiettivo primario e debba, pertanto, essere necessariamente rivisto in unâottica di riforme complessivo dellâimpianto istituzionale del Paese». E ancora: «Siamo sempre più convinti che bisogna costruire unâItalia competitiva e solidale, capace di dare il suo contributo alla costruzione di una nuova Europa più forte economicamente, più coesa politicamente e più efficiente istituzionalmente, e in grado di affrontare le pesanti sfide che ha davanti, a cominciare dal valore più importante, quello della pace, messo in pericolo da una guerra che abbiamo in casa e unâaltra, fra il Medio Oriente e il Mar Rosso, alle porte di casa».
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25 marzo 2024
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«Dalle professioni alla previdenza integrativa: le 184 funzioni già trasferibili alle Regioni con l'Autonomia»
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25.03.2024
Dibattito e documento della Fondazione Mezzogiorno: «Il ddl Calderoli introduce una sorta di corsia preferenziale per il trasferimento di funzioni nellâambito di materie tuttâaltro che residuali. Ecco quali»
Il disegno di legge presentato dal ministro Roberto Calderoli «è allâesame della Commissione Affari costituzionali della Camera. Dopo averne messo in evidenza le criticità nel report LâItalia al bivio tra riforma dello Stato e autonomia differenziata, presentato il 4 aprile 2023», la Fondazione Mezzogiorno, guidata da Antonio D'Amato, «torna a evidenziare, con spirito propositivo, i rischi della riforma con una nuova analisi su aspetti giuridici, istituzionali, economici e sociali».
A tracciare lo stato dellâarte sono stati oggi, lunedì 25 marzo 2024, presso lâUnione Industriali di Napoli, Antonio DâAmato, Ceo Seda Group, e presidente di Fondazione Mezzogiorno, Costanzo Jannotti Pecci, presidente Unione Industriali Napoli, Massimo Bordignon, direttore Dipartimento Economia e Finanza dellâUniversità Cattolica di Milano e componente European Fiscal Board, Marco Esposito, saggista e giornalista de Il Mattino, Giuseppe Pisauro, ordinario di Scienza delle Finanze alla Sapienza di Roma, già presidente dellâUfficio Parlamentare di Bilancio, Sandro Staiano, direttore Dipartimento Giurisprudenza dellâUniversità Federico II di Napoli e presidente Associazione italiana dei........
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