Lo scienziato Giuseppe Mastrolorenzo invia una Pec al presidente dell'istituto Doglioni: «Va prevista anche l'ipotesi di ervacuazione durante un'eruzione»

Premessa d’obbligo: per il momento - come assicurano Ingv e Osservatorio Vesuviano - non vi è alcuna evidenza che faccia pensare a una eruzione a breve termine nei Campi Flegrei, dove i continui sciami sismici non danno tregua alla popolazione (anche ieri mattina alle 3,47 si è verificata una scossa di magnitudo 2.4). Tuttavia le preoccupazioni per gli scenari futuri sono oggetto dell’interesse della comunità scientifica. Ad esempio il piano di evacuazione in caso di evento eruttivo, messo a punto da anni dalla Protezione civile nazionale, viene da qualche esperto vulcanologo ritenuto inadeguato rispetto a un possibile scenario peggiore che ovviamente nessuno si auspica: cioé che non sia possibile prevedere con sufficiente anticipo una eventuale eruzione e poter contare sulle 72 ore previste per l’evacuazione della popolazione dei Campi Flegrei, in caso di necessità .

A pensarla così è Giuseppe Mastrolorenzo, primo ricercatore (con all’attivo numerose pubblicazioni sui Campi Flegrei), dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia, lo stesso istituto incaricato della ricerca e del monitoraggio sulla situazione nell’Area flegrea. Nei giorni scorsi Mastrolorenzo ha inviato una Pec a Carlo Doglioni, presidente di Ingv, con cui spiega di ritenere «sostanzialmente inadeguati i piani di emergenza per il rischio vulcanico per i Campi Flegrei e per il Vesuvio». Piani che per lo studioso «necessitano di drastiche revisioni». C’è poi un tema a latere ma non meno importante, quello dell’isola d’Ischia «per la quale non esiste alcun piano di emergenza, questo andrebbe urgentemente realizzato».
Secondo Mastrolorenzo le criticità segnalate riguarderebbero sia gli scenari eruttivi adottati «a mio avviso troppo ottimistici perché sottodimensionati rispetto alla reale pericolosità di Vesuvio e Campi Flegrei, sia la strategia generale basata su un approccio previsionistico». In pratica per Mastrolorenzo l’attuale previsione di eruzione subpliniana (Vei 4) andrebbe «corretta» in eruzione pliniana (Vei 5), «con conseguenti estensioni delle zone rosse e gialle». Andrebbe fatto, a suo avviso, per adottare il principio della massima cautela, al di là delle opinioni (a volte divergenti) degli studiosi.

Ma il problema più grave a giudizio del vulcanologo riguarderebbe le «presunte capacità di previsione dell’imminenza dell’eruzione». Mastrolorenzo sottolinea che per i Campi Flegrei «non esiste alcuna pregressa esperienza a livello mondiale ed è stata sperimentata una estrema variabilità dei precursori in eruzioni esplosive che risultano talvolta evidenti per mesi, altre volte praticamente assenti, se non nelle ore immediatamente precedenti all’eruzione». Il vulcanologo cita «studi recenti» che indicano come «solo in una frazione minore valutabile intorno al 20% dei casi, eruzioni esplosive siano state previste con successo». Per lui «analoghe criticità di previsione riguardano anche il Vesuvio, attualmente in stato di quiescenza». Ma cosa suggerisce in alternativa Mastrolorenzo? «Un piano di emergenza indipendente dalle valutazioni scientifiche, attuabile in tempo breve e in qualsiasi momento». Ne elenca i punti principali: via di fuga adeguate sia per terra che per mare, con la comunicazione attraverso ItAlert «per trasferire le comunità esposte all’evento eruttivo a una distanza di 20 chilometri nel giro di qualche ora». Un piano insomma che potrebbe scattare «anche nella fase di eruzione in corso o imminente». Lo studioso invita il presidente Doglioni ad attivare gli organi di Protezione civile al fine di modificare i piani di emergenza per il rischio vulcanico, «restando disponibile per qualsiasi contributo scientifico». Va sottolineato che quella di Mastrolorenzo è una opinione personale e che gli attuali piani di evacuazione — ritenuti affidabili dalla Protezione civile nazionale — sono frutto di studi e valutazioni collegiali di altri stimati vulcanologi. Ma va anche ricordato che la vulcanologia non è una scienza esatta e lo è ancora meno per le caratteristiche dei Campi Flegrei. Da qui la doverosa necessità per chi fa informazione di non sottacere alcunché e di dare voce anche a studiosi che propongono tesi «dissonanti» da quelle ufficiali.

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27 aprile 2024

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Campi Flegrei, il vulcanologo di Ingv: «Piano di emergenza inadeguato in caso di eruzione, bisogna cambiarlo»

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27.04.2024

Lo scienziato Giuseppe Mastrolorenzo invia una Pec al presidente dell'istituto Doglioni: «Va prevista anche l'ipotesi di ervacuazione durante un'eruzione»

Premessa d’obbligo: per il momento - come assicurano Ingv e Osservatorio Vesuviano - non vi è alcuna evidenza che faccia pensare a una eruzione a breve termine nei Campi Flegrei, dove i continui sciami sismici non danno tregua alla popolazione (anche ieri mattina alle 3,47 si è verificata una scossa di magnitudo 2.4). Tuttavia le preoccupazioni per gli scenari futuri sono oggetto dell’interesse della comunità scientifica. Ad esempio il piano di evacuazione in caso di evento eruttivo, messo a punto da anni dalla Protezione civile nazionale, viene da qualche esperto vulcanologo ritenuto inadeguato rispetto a un possibile scenario peggiore che ovviamente nessuno si auspica: cioé che non sia possibile prevedere con sufficiente anticipo una eventuale eruzione e poter contare sulle 72 ore previste per l’evacuazione della popolazione dei Campi Flegrei, in caso di necessità .

A pensarla così è Giuseppe Mastrolorenzo, primo ricercatore (con all’attivo numerose pubblicazioni sui Campi Flegrei), dell’Istituto nazionale di........

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