à un «sex offender» rinchiuso nel penitenziario di Poggioreale da quando aveva 87 anni, dovrà scontarne altri tre. La legge non prevede misure alternative
Non è un assassino e nemmeno un mafioso, eppure alla veneranda età di 91 anni è rinchiuso nel carcere napoletano di Poggioreale e dovrà trascorrere in cella altri tre anni, feste di Natale comprese. Lui (che chiameremo M.) è un «sex offender», condannato a sette anni e imprigionato quando di anni ne aveva già 87 per un reato di natura sessuale. Secondo Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Regione Campania, si tratta del recluso più vecchio dâItalia. Nel suo caso non è stato possibile attivare misure alternative alla detenzione, come prevede la legge per le persone che abbiano superato i 70 anni di età . «Questo perché â spiega Ciambriello â i reati di natura sessuale sono ostativi. Ma la verità è che ogni storia è diversa da unâaltra e la vicenda giudiziaria di M. è completamente differente da quella di un vero e proprio stupratore. Si tratta di un reato che l'ha condotto in cella quando aveva 87 anni e per questo la carcerazione appare insensata, sia per lâetà avanzata, sia perché è davvero complesso ipotizzare che M. costituisca un pericolo per la società . Sarebbe etico - continua il garante - che venisse affidato a una comunità per trascorrere lì gli ultimi anni della sua esistenza, tenerlo rinchiuso in cella appare davvero un atto disumano, soprattutto adesso che manca poco al Natale e lui lo trascorrerà per il quarto anno recluso».
M. vive in una cella insieme ad altri reclusi, per ora è ancora autonomo, anche se fortemente provato per le condizioni di detenzione a unâetà così avanzata. I medici di Poggioreale lo visitano ovviamente con maggiore frequenza per accertarsi del suo stato di salute, i suoi familiari gli fanno visita nei giorni stabiliti per i colloqui e gli inviano generi di conforto, tuttavia nemmeno il suo avvocato ha potuto ottenere lâapplicazione di misure alternative. Ma il caso di M. anche se clamoroso per lâetà del protagonista, non è lâunico sotto la lente del garante. «Sempre a Poggioreale abbiamo un altro detenuto di 72 anni affetto da sclerosi multipla, almeno una trentina di persone affette da disturbi mentali âaggiunge il garante â, insomma una umanità dimenticata che meriterebbe sorte diversa dal restare rinchiusa in carcere».
Secondo gli ultimi dati su 7.327 detenuti nelle carceri campane, 757 devono scontare pene da un mese a tre anni. «Si tratta quasi sempre di reati bagatellari â continua Ciambriello â stiamo parlando di assegni a vuoto, contrabbando, oltraggio a pubblico ufficiale. In casi del genere il carcere andrebbe tenuto come estrema ratio. à possibile che non si riesca ad adottare metodi alternativi?». Intanto, sulle condizioni dei reclusi a Poggioreale preoccupano i risultati del rapporto dellâassociazione Antigone: «Napoli Poggioreale è lâistituto più grande del paese per capienza e numero di persone ristrette. Al momento della visita, a fronte dei 1.571 posti regolamentari, risultavano recluse 2.126 persone, con un esubero di oltre 500 unità ». Il sovraffollamento è tale che in alcune celle i detenuti dispongono di meno di 3 metri quadrati di spazio a persona. I detenuti possono uscire dalle celle solo 2 ore al mattino e 2 al pomeriggio.
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10 dicembre 2023
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