Tasse nazionali non versate dai cittadini, studio della Cgia di Mestre: si tratta di Iperf, Ires e Iva

I Comuni italiani sono poco collaborativi con l’Agenzia delle Entrate nella lotta all’evasione fiscale, in particolare riguardo a tributi statali come Irpef, Ires, Iva, imposte di registro e imposte catastali. Tanto è che nel 2022 hanno aiutato lo Stato a recuperare solo sei milioni di euro. Napoli, manco a dirlo, è tra i Comuni che ha recuperato meno di tutti: appena 1.302 euro di tributi statali evasi. Come era prevedibile i comuni più virtuosi sono a Nord. Capofila Genova che ha ottenuto dallo Stato per la sua capacità di contrasto all’evasione fiscale ben 863.459 euro (la legge infatti prevede che ai Comuni che hanno segnalato l’evasione, spetti il 50% dell’imposta recuperata). Nel caso di Napoli, le casse comunali hanno potuto «beneficiare» di 651 euro. In totale solo 265 Comuni si sono davvero attivati per il recupero delle somme evase: circa il 3,3% del totale. Per la precisione va detto anche che vi sono 7.636 comuni che non hanno recuperato nemmeno un solo euro.

Eppure la collaborazione tra Agenzia delle Entrate e Comuni sembrava promettere bene: dal 2012 al 2021 aveva funzionato benissimo, tanto che i Comuni erano riusciti in quegli anni a recuperare il 100% di quanto accertato dal Fisco. Ma le somme effettivamente sottratte agli evasori sono via via diminuite: si è passato dal record di 21,7 milioni nel 2014 ai 6,5 milioni del 2022. Ma come mai i Comuni sono così inefficienti nell’azione di contrasto all’evasione fiscale delle imposte statali? Lo studio della Cgia di Mestre prova a fornire una risposta. Prima di tutto: le segnalazioni delle amministrazioni comunali al fisco devono essere puntuali, circostanziate e contenere i dati identificativi del potenziare evasore. Mentre per redigere l’istruttoria da inviare all’Agenzia delle Entrate i Comuni devono disporre di personale qualificato e formato per svolgere quella che viene definita come una sorta di attività investigativa. Facile immaginare che con le piante organiche ridotte all’osso e non adeguatamente formate in materia, questo lavoro sia abbastanza complesso da portare a termine. Vi sono poi altri due aspetti considerati dallo studio: le amministrazioni locali preferiscono profondere le poche energie per recuperare i tributi locali (Imu, Tari, Tosap) che restano sul territorio. L’altra motivazione è politica: molti sindaci non trovano conveniente sostenere campagne contro gli evasori fiscali perché perderebbero consenso e quindi voti. In questo quadro, come detto, il Sud ne esce male. In Campania solo tre Comuni si sono attivati per recuperare sia pure cifre molto contenute: Napoli, di cui abbiamo già scritto, Benevento e Forio.

Altre piaghe endemiche su cui pone l’accento la ricerca riguardano abusivismo edilizio e lavoro nero. Per quanto riguarda la persistenza di edilizia abusiva la Campania è al terzo posto in Italia (50,4%). Si tratta di varie tipologie di immobili: seconde e terze case date in affitto ai turisti, ma anche parti di quartieri all’interno di città più o meno grandi, realizzati in spregio ai Piani urbanistici pure vigenti. Si chiude con il lavoro nero: secondo l’Istat sono 2,9 milioni i lavoratori irregolari in Italia; di questi 1,1 milione concentrati nel Mezzogiorno (il 37% del totale). Anche qui la Campania vive le situazioni più allarmanti: è infatti al secondo posto dopo la Calabria per percentuale di lavoratori irregolari (17,9%), oltre cinque punti in più il dato medio nazionale che si attesta al 12%. A fronte di questa situazione c’è ovviamente un importante blocco di imposte e contributi sul lavoro sottratti all’Erario. In Campania la percentuale è del 20%. Eppure i Comuni - soprattutto quelli medio-piccoli - come sentinelle dei loro abitanti avrebbero in teoria molta facilità a segnalare situazioni irregolari: residenze fittizie all’estero, privati o imprese che hanno costruito abusivamente, persone che hanno la disponibilità di beni e servizi pur risultando nullatenenti. Ma questo circolo virtuoso non si è mai davvero attivato.

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12 novembre 2023

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Imposte evase, Napolirecupera appena 1.300 euroin un anno

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12.11.2023

Tasse nazionali non versate dai cittadini, studio della Cgia di Mestre: si tratta di Iperf, Ires e Iva

I Comuni italiani sono poco collaborativi con l’Agenzia delle Entrate nella lotta all’evasione fiscale, in particolare riguardo a tributi statali come Irpef, Ires, Iva, imposte di registro e imposte catastali. Tanto è che nel 2022 hanno aiutato lo Stato a recuperare solo sei milioni di euro. Napoli, manco a dirlo, è tra i Comuni che ha recuperato meno di tutti: appena 1.302 euro di tributi statali evasi. Come era prevedibile i comuni più virtuosi sono a Nord. Capofila Genova che ha ottenuto dallo Stato per la sua capacità di contrasto all’evasione fiscale ben 863.459 euro (la legge infatti prevede che ai Comuni che hanno segnalato l’evasione, spetti il 50% dell’imposta recuperata). Nel caso di Napoli, le casse comunali hanno potuto «beneficiare» di 651 euro. In totale solo 265 Comuni si sono davvero attivati per il recupero delle somme evase: circa il 3,3% del totale. Per la precisione va detto anche che vi sono 7.636 comuni che non hanno recuperato nemmeno un solo euro.

Eppure la collaborazione........

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