Dalla durata degli sciami alla puzza d'uovo marcio. Gli scenari pre-eruttivi e la resistenza degli edifici alle scosse

(Alle domande risponde il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo, esclusa la numero 2 alla quale risponde invece il vulcanologo Giuseppe De Natale)

Abbiamo gli sciami sismici quando siamo in presenza di una serie serrata e ravvicinata di terremoti, mentre si parla di frequenze sismiche quando ci troviamo in presenza di una o più scosse forti e di una serie di scosse più deboli a distanza ravvicinata. Nei Campi Flegrei essi sono prodotti dal rilascio di stress nelle rocce derivanti dalla deformazione del suolo.

Nell’area dei Campi Flegrei possiamo avere terremoti anche fino a magnitudo 5, oltre a considerazioni teoriche ci sono le cronache storiche del periodo dell’eruzione del 1528 a dimostrarlo. Un sisma di magnitudo 5 ha una energia 33 volte maggiore di quello 4.0 avvenuto il 2 ottobre 2023 che provocò danni in via Pisciarelli.

Attualmente le autorità dichiarano che non ci sono evidenze di rischi imminenti, ma più correttamente dovremmo parlare di rischio permanente e difficilmente valutabile. I fenomeni vulcanici nei Campi Flegrei possono evolvere in maniera molto rapida, per cui è giusto non creare allarmismi ma nemmeno sottovalutare l’attuale situazione.

Dobbiamo necessariamente ipotizzare due scenari: uno ottimistico l’altro pessimistico. Nel primo potremmo avere precursori ben leggibili, tipo ampie modificazioni nei flussi e nella composizione delle fumarole, deformazioni del suolo in una zona precisa, concentrazioni dei sismi, insomma segnali che ci indichino con evidenza l’approssimarsi di una eruzione. Nello scenario pessimistico invece potremmo avere un processo molto più rapido, con apertura di fratture nelle rocce e risalita del magma rapida, una situazione che potrebbe evolvere anche nel giro di ore. Del resto la stessa relazione della commissione Grandi rischi nel mese di ottobre 2023 non esclude questo tipo di scenario.

Allo stato delle nostre conoscenze escludiamo correlazioni di questo genere. La puzza cosiddetta di uovo marcio derivante dall’emissione in atmosfera di idrogeno solforato (H2S), in mancanza di variazioni fumaroliche dipende dalle condizioni meteorologiche e particolarmente dalla pressione atmosferica, dall’umidità dell’area e da direzione e velocità del vento, tutti fattori ampiamente variabili. Per esempio, con il vento di maestrale l’odore può arrivare anche a Napoli e impregnare l’aria in alcune zone della città .

Innanzitutto perché erano ben costruiti e poi anche per le caratteristiche dei sismi dell’Area Flegrea che, essendo di origine vulcanico-tettonica, di bassa profondità hanno moderata magnitudo e producono sollecitazioni prevalentemente verticali di breve durata nell’area epicentrale. Le strutture in genere resistono a questo tipo di sollecitazione. Inoltre, le colonne sono rimaste parzialmente sepolte fino al diciottesimo secolo (così hanno superato anche la crisi sismica, che precedeva la formazione del Monte Nuovo). I danni maggiori per gli edifici derivano dalle sollecitazioni trasversali, in passato definite ondulatorie, questo ci consente di guardare con moderato ottimismo alla resistenza dei nostri edifici, purché siano in buono stato di manutenzione e non siano già interessati da problemi strutturali. Però occorrono verifiche perché l’accumulo degli effetti, anche minimi di migliaia di eventi sismici, alla lunga può produrre danni statici.

Non possiamo avanzare alcun tipo di ipotesi. Nella storia geologica dei Campi Flegrei ci sono state evidenze di sollevamento del suolo anche fino a 40 metri di altezza, come il famoso terrazzo della Starza tra Pozzuoli e Arco Felice, formatosi alcune migliaia di anni addietro. Attualmente siamo quasi ai livelli massimi, prossimi a quelli dell’ epoca Romana, nell’area di Pozzuoli, mentre le zone sommerse Posillipo, Baia e Miseno, testimoniano della prevalente subsidenza delle area più esterne della Caldera.

No, sono due sistemi vulcanici diversi con processi diversi e con emissione di prodotti che hanno caratteristiche diverse. Inoltre il Vesuvio è attualmente in fase di lieve subsidenza. La sua sismicità deriva da processi di assestamento dopo secoli di attività vulcanica.

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16 aprile 2024 ( modifica il 16 aprile 2024 | 07:23)

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Terremoto Campi Flegrei, ecco tutto quello che c'è da sapere: otto domande agli esperti

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16.04.2024

Dalla durata degli sciami alla puzza d'uovo marcio. Gli scenari pre-eruttivi e la resistenza degli edifici alle scosse

(Alle domande risponde il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo, esclusa la numero 2 alla quale risponde invece il vulcanologo Giuseppe De Natale)

Abbiamo gli sciami sismici quando siamo in presenza di una serie serrata e ravvicinata di terremoti, mentre si parla di frequenze sismiche quando ci troviamo in presenza di una o più scosse forti e di una serie di scosse più deboli a distanza ravvicinata. Nei Campi Flegrei essi sono prodotti dal rilascio di stress nelle rocce derivanti dalla deformazione del suolo.

Nell’area dei Campi Flegrei possiamo avere terremoti anche fino a magnitudo 5, oltre a considerazioni teoriche ci sono le cronache storiche del periodo dell’eruzione del 1528 a dimostrarlo. Un sisma di magnitudo 5 ha una energia 33 volte maggiore di quello 4.0 avvenuto il 2 ottobre 2023 che provocò danni in via Pisciarelli.

Attualmente le autorità dichiarano che non ci sono evidenze di rischi imminenti, ma più correttamente dovremmo parlare di rischio permanente e difficilmente valutabile. I fenomeni vulcanici nei Campi Flegrei possono........

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