Dopo la pubblicazione del Corriere della relazione della Commissione sull'innalzamento del magma e i "buchi" nella rete di monitoraggio: si prepara una lettera alla Protezione Civile

«Siamo rammaricati e irritati perché non ci fa piacere apprendere dalla stampa il contenuto di un documento che a Roma ci hanno negato, ora vogliamo spiegazioni». Josi Della Ragione, primo cittadino di Bacoli, uno dei sindaci dell’Area flegrea e della zona rossa a rischio vulcanico, non nasconde il malumore. In mattinata ha avuto un lungo colloquio telefonico con il collega di Pozzuoli Gigi Manzoni. Telefoni roventi anche per Antonio Sabino di Quarto e Nicola Pirozzi di Giugliano.Â

I sindaci flegrei sono arrabbiati per quella che giudicano una «fuga di notizie». In particolare la pubblicazione integrale del rapporto della Commissione Grandi Rischi fatta ieri dal Corriere del Mezzogiorno che ha portato alla luce non solo la probabile risalita del magma a un serbatoio a 4 km di profondità , ma anche la preoccupazione degli studiosi secondo i quali la rete di sorveglianza dei Campi Flegrei (tra le più attrezzate al mondo) potrebbe non riuscire a rilevare «le fasi iniziali» di una risalita di magma verso la superficie. «Laddove - scrivono in commissione - queste potrebbero essere associate alla generazione di segnali di piccola entità ».Â

I primi cittadini dell’Area Flegrea stanno lavorando a un documento da inviare, quasi certamente, all’attenzione di Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile per esprime rammarico per il fatto di non aver ricevuto per primi il documento. «Uno sgarbo istituzionale» lo considerano, che arriva «in un momento delicato proprio quando si devono approvare le misure per l’emergenza nell’Area Flegrea». Manzoni sceglie la diplomazia: «Mentre a livello scientifico — dice — si rincorrono notizie vere o presunte, la posizione dell’Osservatorio ci pare la più solida e quella più condivisa. La mia principale preoccupazione in questo momento riguarda la mancata approvazione dell’emendamento sul sisma-bonus, particolarmente importante per l’edilizia privata di Pozzuoli».Â

Da parte sua Della Ragione appare abbastanza allarmato dalle osservazioni della Commissione Grandi Rischi sulla rete di sorveglianza Ingv. «Ci hanno sempre detto che eravamo in una botte di ferro da questo punto di vista — dice il sindaco di Bacoli — e invece leggiamo dei rilievi della Commissione che chiede a Ingv-Ov di approfondire in modo quantitativo la capacità di cogliere la risalita del magma soprattutto tra i 4 km di profondità e la superficie». La preoccupazione dei primi cittadini è stata così notevole che hanno chiesto spiegazioni al telefono al direttore dell’Osservatorio vesuviano Mauro Di Vito. «Abbiamo ricevuto ampie rassicurazioni sulla efficienza della rete di sorveglianza — spiega ancora Della Ragione — a questo punto chiederemo risposte e precisi chiarimenti alla Protezione civile. E poi il ministro della cultura promise pubblicamente che avrebbe portato i ministri della cultura di tutta europa nei Campi Flegrei in occasione dell evento Unesco. Li attendiamo, con l’auspicio che vengano davvero. Ne abbiamo enorme bisogno soprattutto in questa fase di incertezze».Â

Ieri intanto Ingv ha gettato acqua sul fuoco, chiarendo che la risalita del magma dal serbatoio di profondità (7-8 km) a quello di 4 km «è soltanto una ipotesi alla quale si lavora con ulteriori ricerche». Il documento della Grandi Rischi non esclude affatto inclusioni di magma dalle profondità . Giovanni Macedonio, geofisico di Ingv, prova a dipanare la matassa fatta di modelli e interpretazioni scientifiche: «Risale il vapore o anche il magma? Quello che avviene tra 4 e 8 km di profondità non è facile da verificare — spiega — perciò su indicazioni della Grandi Rischi è in atto uno studio ulteriore per localizzare meglio eventuali intrusioni di magma che risalgono». Secondo Macedonio però l’aspetto più importante riguarda «un’eventuale risalita del magma sopra i 4 chilometri». Qui rientra in gioco la rete di sorveglianza multiparametrica, richiamata dal verbale della Commissione. Nel paragrafo intitolato «Considerazioni sull’efficienza del sistema di monitoraggio», gli studiosi annotano che «alla luce della recente evoluzione del processo bradisismico e del possibile/probabile coinvolgimento del magma nel sollevamento, la commissione rileva che non può essere esclusa una rapida progressione verso la risalita del magma in forma di dicco (una sezione di magma longitudinale che risale attraverso le fessurazioni delle rocce, ndr) che possa raggiungere la superficie».Â

Un fenomeno che dovrebbe essere rilevabile dalle reti di monitoraggio geodetico (Rete Gps, rete Tiltmetrica, rete Mareografica e campagne di misura periodiche; rete Altimetrica, rete Gravimetrica, Interferometria Sar). Tuttavia — scrive la commissione Grandi Rischi — da quanto emerso dalle presentazioni, non appare chiara la capacità risolutiva temporale e spaziale delle reti in continuo Gnss, clinometrica, dilatometrica e gravimetrica nel rilevare prontamente le fasi iniziali di tali dinamiche, laddove queste potrebbero essere associate alla generazione di segnali di piccola entità ». Da qui l’invito a Ingv-Ov a effettuare «test sintetici e simulazioni» per comprendere la risposta delle singole reti e della loro combinazione e integrazione. Va ricordato che il sistema di sorveglianza multiparametrico dispone di 75 stazioni sismiche, 43 stazioni Gps satellitari, 25 stazioni Tiltmetriche, 9 stazioni a mare, 4 stazioni dilatometriche 91 gravimetriche, 970 capisaldi di rete altimetrica.

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26 novembre 2023 ( modifica il 26 novembre 2023 | 07:25)

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Verbale Grandi rischi sui Campi Flegrei, sindaci irritati: «Ora vogliamo spiegazioni»

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26.11.2023

Dopo la pubblicazione del Corriere della relazione della Commissione sull'innalzamento del magma e i "buchi" nella rete di monitoraggio: si prepara una lettera alla Protezione Civile

«Siamo rammaricati e irritati perché non ci fa piacere apprendere dalla stampa il contenuto di un documento che a Roma ci hanno negato, ora vogliamo spiegazioni». Josi Della Ragione, primo cittadino di Bacoli, uno dei sindaci dell’Area flegrea e della zona rossa a rischio vulcanico, non nasconde il malumore. In mattinata ha avuto un lungo colloquio telefonico con il collega di Pozzuoli Gigi Manzoni. Telefoni roventi anche per Antonio Sabino di Quarto e Nicola Pirozzi di Giugliano.Â

I sindaci flegrei sono arrabbiati per quella che giudicano una «fuga di notizie». In particolare la pubblicazione integrale del rapporto della Commissione Grandi Rischi fatta ieri dal Corriere del Mezzogiorno che ha portato alla luce non solo la probabile risalita del magma a un serbatoio a 4 km di profondità , ma anche la preoccupazione degli studiosi secondo i quali la rete di sorveglianza dei Campi Flegrei (tra le più attrezzate al mondo) potrebbe non riuscire a rilevare «le fasi iniziali» di una risalita di magma verso la superficie. «Laddove - scrivono in commissione - queste potrebbero essere associate alla generazione di segnali di piccola entità ».Â

I primi cittadini dell’Area Flegrea stanno lavorando a un documento da inviare, quasi certamente, all’attenzione di Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile per esprime........

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