Osvaldo Iervolino, docente trentenne di un istituto nel bresciano, insultato per una verifica andata male: «Reazione piena di rabbia, ma gli adolescenti vanno ascoltati sempre, anche quando sbagliano»

«Mio caro studente, che mi hai chiamato terrone di m..., ti perdono e ti chiedo scusa». Reagisce così ad un alunno che ha inveito contro di lui, il trentenne professore napoletano Osvaldo Iervolino. L’episodio è accaduto martedì scorso, quando al termine di una verifica orale andata male un allievo si è scagliato contro il docente di italiano e storia di un istituto del bresciano.

Utilizzando il suo profilo Facebook lei ha deciso di rivolgersi al suo alunno dicendogli «ti perdono perché nel tuo volto ho percepito rabbia, vuoto e smarrimento verso un futuro al quale non riesci ancora a dare forma». Perché?Â
«Queste parole le ho sentite nel cuore subito e ho sentito anche il bisogno di dirgliele di persona. Credo che siamo tutti responsabili delle paure e delle angosce degli adolescenti: loro vedono davanti a sé tutto buio e fanno tanta fatica a pensare al futuro. I nostri studenti ci chiedono di essere ascoltati ed incoraggiati. Vogliono uno sprone, un motivo per credere nel futuro».

È stato ferito da quanto accaduto
«È un episodio che sicuramente non mi ha lasciato indifferente. Tutt’altro. Questa reazione così impulsiva e piena di rabbia mi ha fatto riflettere molto e mi sono chiesto come un educatore, un docente, potrebbe prevenire situazioni del genere».

Come hanno reagito gli altri alunni e i suoi colleghi?Â
«Il clima era teso, ho percepito incredulità e amarezza sia nel volto dei ragazzi che dei colleghi».

E la famiglia dell’alunno
«La famiglia sin da subito mi ha mostrato vicinanza porgendomi le scuse più sentite. Questo gesto rafforza, a mio avviso, la grande collaborazione che deve esserci sempre tra la scuola e le famiglie perché insieme siano ponte per i successi educativi e formativi degli alunni; e lo devono essere anche per gli insuccessi perché pure da quelli la vita ti lascia un insegnamento».

Ma perché alla fine gli ha chiesto scusa?Â
«Questo tempo è complesso, inutile nasconderlo, eppure ci chiede di essere presenti, di essere vivi, di essere credibili, di essere umani. Gli ho chiesto scusa perché questa società , evidentemente egoista, non è stata capace di trasmettergli i valori essenziali del vivere civile: parlarsi, confrontarsi, mettere insieme idee, trarre insegnamento anche da un pensiero diverso dal proprio. È più facile inveire contro: si fa presto ad alzare la voce e a fare sceneggiate per attirare su di sé l’attenzione. Gli ho chiesto scusa a nome di chi non gli ha mai detto che i fallimenti - nel caso di un brutto voto - non sono il pretesto per scagliarsi violentemente contro l’altro ma diventano opportunità di crescita e di desiderio di riprovarci. Oggi a scuola, domani nel mondo lavorativo, sempre in ogni contesto».

Lei ha 30 anni ed insegna da 4 anni al Nord, possibile che sentirsi chiamare terrone non le abbia fatto male?Â
«Le confesso che un po’ mi ha dato fastidio più che altro perché è triste etichettare chi è del Sud in questo modo. Sappiamo che l’espressione terrone tante volte è detta in modo scherzoso ma quando è pronunciata con tono di rabbia e disgusto allora ne percepisci tutta la spregevolezza che contiene. È pesante. Come me ci sono tanti meridionali che lavorano nel mondo della scuola a vario titolo negli istituti settentrionali. In molti ancora precari e in balia di un sistema di reclutamento, assunzioni e assegnazione delle supplenze che fa acqua da tutte le parti. Quando poi dopo molti sacrifici e mostrando sempre amore e passione verso la scuola si aggiunge anche la scostumatezza e la mancanza di rispetto degli alunni, allora percepisci il peso dell’amarezza e della delusione».Â

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16 dicembre 2023

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Prof napoletano insultato a Brescia da un alunno: «Mi ha detto terrone di m..., ma lo perdono e gli chiedo scusa»

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16.12.2023

Osvaldo Iervolino, docente trentenne di un istituto nel bresciano, insultato per una verifica andata male: «Reazione piena di rabbia, ma gli adolescenti vanno ascoltati sempre, anche quando sbagliano»

«Mio caro studente, che mi hai chiamato terrone di m..., ti perdono e ti chiedo scusa». Reagisce così ad un alunno che ha inveito contro di lui, il trentenne professore napoletano Osvaldo Iervolino. L’episodio è accaduto martedì scorso, quando al termine di una verifica orale andata male un allievo si è scagliato contro il docente di italiano e storia di un istituto del bresciano.

Utilizzando il suo profilo Facebook lei ha deciso di rivolgersi al suo alunno dicendogli «ti perdono perché nel tuo volto ho percepito rabbia, vuoto e smarrimento verso un futuro al quale non riesci ancora a dare forma». Perché?Â
«Queste parole le ho sentite nel cuore subito e ho sentito anche il bisogno di dirgliele di persona. Credo che siamo tutti responsabili delle paure e delle angosce degli adolescenti: loro vedono davanti a sé tutto buio e fanno tanta fatica........

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