L'ex senatrice Fi: «Io e Clemente siamo sempre in campagna elettorale. Rispondiamo al telefono anche di notte»

Stavolta non si voleva candidare. «Ma certo non mi ero messa in casa in pantofole. Le pantofole mai». C’è da esserne sicuri. Sandra Lonardo Mastella, riduttivo definirla moglie di Clemente, sindaco di Benevento, democristiano in eterno, ago della bilancia per vocazione, fedele alla «teoria del viandante». Ex presidente del consiglio regionale campano, ex senatrice di Forza Italia. Ha costruito con il marito il consenso mastelliano mattone dopo mattone: aprendo casa, tenendo i contatti, facendo rete. «Perché il consenso, che è parte fondante delle democrazie, non è scontato e si realizza ascoltando gli altri».

Matteo Renzi la corteggiava da tempo. Al Corsera ha detto: «Di Sandra, essendo stato suo collega in Senato, apprezzo lo stile e ricordo come sia stata vittima di una vergognosa pagina di malagiustizia. Per quello che mi è successo in questi anni mi piace l’idea di candidare persone che abbiano subito aggressioni giudiziarie e ne siano uscite a testa alta: Sandra è tra questi». Insomma l’ha convinta così?
«Sì, non mi volevo candidare. Ma questo appello mi ha colpita. Quando si parla di malagiustizia penso di saperne qualcosa. Sono ferite aperte, sanguinanti, se posso servire come simbolo di questa battaglia sono contenta. Tra l’altro è un tema sentitissimo dai cittadini. Serve una riforma seria. Non si può aspettare undici anni, come è capitato a me, per vedere chiudere un procedimento. E senza avere mai avuto una condanna nei tre gradi di giudizio».

Lei era presidente del consiglio regionale quando finì agli arresti domiciliari per tentata concussione. Suo marito, all’epoca Guardasigilli, indagato: cadde un governo per quella inchiesta.
«Guardo avanti, restano venti giorni di arresti domiciliari e nove mesi di divieto di dimora in Campania».

In quei nove mesi però fece campagna elettorale per le regionali da Roma: con un Avatar. E vinse.
«Prima di tutti ci inventammo l’Avatar e i comizi nella case da remoto. Ho anticipato quello che poi è accaduto con la pandemia. All’epoca non esisteva. La Statale di Milano ha assegnato una tesi sul case history Sandra Mastella. In verità hanno scritto ben sette tesi di laurea su di me».

Lei è stata anche senatrice con Forza Italia. Si alleerebbe ora con questo governo?
«Noi abbiamo fatto un’alleanza con Renzi: ma in Basilicata sosteniamo Bardi, in Campania De Luca. Il centro è sempre l’area migliore in cui stare. Si guarda a destra e a sinistra senza ideologismi, ma mai tradendo i propri valori. Poi io sostengo la teoria del viandante inventata da Clemente».

«Se cammini puoi trovare un inciampo e allora una volta vai a destra l’altra a sinistra, ma ritorni sempre al centro». Per questo vi hanno definito in passato voltagabbana.
«Ma perché Conte non ha fatto la stessa cosa?».

Come farà la campagna elettorale?
«Noi la campagna elettorale non la chiudiamo mai. Noi rispondiamo al telefono sempre, anche di notte, i rapporti con le persone non li abbiamo mai persi. Abbiamo una rete anche dell’ex partito. Poi c’è quella di Italia viva. Mi auguro di trovare spazio. Infine ci sono i social. Sto riprendendo Instagram, ci stiamo attrezzando, siamo strutturati».

I detrattori le hanno sempre chiamate le truppe mastellate.
«Vorrei chiedere ai cittadini se conoscono i loro parlamentari e se rispondono al telefono. Per me è un servizio alla comunità . Come il medico. Essere disponibili è una rinuncia, altro che pseudo-clientelismo. La gente viene per un consiglio perché vuole essere ascoltata. Lo facessero tutti. Io vado a fare la spesa. Le persone non riescono ad arrivare a fine mese: il pane è diventato un lusso. Io continuerò a fare così».

Insomma di nuovo in pista.
«Sono nonna di sei nipoti, presente quando ci sono. Ma poi commercializzo anche prodotti artigianali locali con una mia microazienda. Sono tutte eccellenze. Il problema è la vendita, la politica deve interessarsi anche di questo. Di dare canali a piccole realtà artigianali».

Supererete la soglia del 4 per cento?
«Abbondantemente. Ora non siamo sondabili, il simbolo è nuovo: Stati Uniti di Europa, un nome che è già un programma. L’Europa si deve rafforzare, condivido tutto quello che ha detto Draghi. Come si fa a dare un voto a chi dice meno Europa e più Italia?».

I Mastella restano l’ago della bilancia?
«Noi abbiamo un elettorato fidelizzato. Questo conta. Il 50 per cento dei cittadini si astiene: o andiamo casa per casa oppure spontaneamente nessuno andrà a votare».

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23 aprile 2024 ( modifica il 23 aprile 2024 | 07:17)

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Europee, il ritorno di Sandra Mastella: «Ho detto sì a Renzi Sarò il simbolo della battaglia contro la malagiustizia»

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23.04.2024

L'ex senatrice Fi: «Io e Clemente siamo sempre in campagna elettorale. Rispondiamo al telefono anche di notte»

Stavolta non si voleva candidare. «Ma certo non mi ero messa in casa in pantofole. Le pantofole mai». C’è da esserne sicuri. Sandra Lonardo Mastella, riduttivo definirla moglie di Clemente, sindaco di Benevento, democristiano in eterno, ago della bilancia per vocazione, fedele alla «teoria del viandante». Ex presidente del consiglio regionale campano, ex senatrice di Forza Italia. Ha costruito con il marito il consenso mastelliano mattone dopo mattone: aprendo casa, tenendo i contatti, facendo rete. «Perché il consenso, che è parte fondante delle democrazie, non è scontato e si realizza ascoltando gli altri».

Matteo Renzi la corteggiava da tempo. Al Corsera ha detto: «Di Sandra, essendo stato suo collega in Senato, apprezzo lo stile e ricordo come sia stata vittima di una vergognosa pagina di malagiustizia. Per quello che mi è successo in questi anni mi piace l’idea di candidare persone che abbiano subito aggressioni giudiziarie e ne siano uscite a testa alta: Sandra è tra questi». Insomma l’ha convinta così?
«Sì, non mi volevo candidare. Ma questo appello mi ha colpita. Quando si parla di malagiustizia penso di saperne........

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