Dopo il caso Bari, la bozza di codice etico stilata dal commissario campano Antonio Misiani che sarà applicata in tutta Italia. L'ex procuratore Antimafia Franco Roberti sarà il supervisore

Il commissario Misiani al centro tra Giuseppe Annunziata (a sinistra) e Francesco Dinacci (a destra)

Dopo il caso Bari, il Partito democratico corre ai ripari in vista delle amministrative di giugno. E stila un nuovo codice etico, con regole ben più stringenti, a cui i candidati (di ogni ordine e grado) dovranno scrupolosamente attenersi. La bozza è made in Naples, ma varrà poi per tutte le competizioni e in tutta Italia.

La segretaria Elly Schlein ha dato mandato ad Antonio Misiani, commissario campano del Pd, di stilarla. Oggi Misiani la porterà al tavolo di via Santa Brigida (sede napoletana del partito) all'attenzione dei segretari provinciali campani. Con lui ci sarà anche l'europarlamentare uscente e soprattutto ex procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti: sarà lui a supervisionarne l'applicazione. Il testo riprende, in maniera ancora più rigida, quello presentato già a Napoli e a Torre del Greco alle ultime comunali. In sintesi viene chiesto ai candidati un impegno formale dopo la sequela di comuni sciolti per mafia e le inchieste giudiziarie. A partire dalla denuncia in caso di condizionamento e voto di scambio. E dovranno dichiarare «di non essere in condizioni di incandidabilità rispetto al codice di autoregolamentazione delle candidature approvato dalla Commissione parlamentare Antimafia». Salvo qualche piccola modifica, ecco il nuovo «Regolamento per la trasparenza nella selezione delle candidature Pd per le elezioni amministrative 2024».Â

«Le donne e gli uomini del Partito Democratico ispirano il proprio stile politico all’onestà e alla sobrietà . Mantengono con i cittadini un rapporto corretto, senza limitarsi alle scadenze elettorali. Non abusano della loro autorità o carica istituzionale per trarne privilegi; rifiutano una gestione oligarchica o clientelare del potere, logiche di scambio o pressioni indebite», questa è la premessa. Ma poi ci sono le regole da seguire. La prima è d'obbligo: «Il Pd provinciale e i circoli acquisiscono, prima del termine della presentazione delle liste, e trasmettono contestualmente al Pd regionale, il casellario giudiziario e il certificato penale delle candidate e dei candidati, al fine di istruire adeguatamente l’approvazione delle liste nel rispetto dei princìpi e delle regole sopra richiamati». Già ora, infatti, il codice etico nazionale prevede l'incandidabilità per chi è rinviato a giudizio, oppure è in custodia cautelare o condannato, anche se non in maniera definitiva, «per un reato di mafia, di criminalità organizzata o contro la libertà personale e la personalità individuale; per un delitto per cui sia previsto l’arresto obbligatorio in flagranza; per sfruttamento della prostituzione; per omicidio colposo derivante dall’inosservanza della normativa in materia di sicurezza d’uso lavoro». Oppure «sia stata emessa sentenza di condanna, ancorché non definitiva ovvero a seguito di patteggiamento, per delitti di corruzione nelle diverse forme previste e di concussione».

Poi ci sono le novità : «Le candidate e i candidati nelle liste Pd sottoscrivono un’autodichiarazione con cui si impegnano a denunciare alle sedi competenti e agli organi di Partito: eventuali fenomeni di condizionamento del voto, di voto di scambio, di intimidazione nel corso della campagna elettorale». E prosegue: «Eventuali tentativi di intimidazione, di corruzione o di concussione nel corso del proprio mandato elettivo o amministrativo».

C'è, poi, tutta una parte più politica: «Le candidate e i candidati nelle liste Pd si impegnano, se eletti, ad adoperarsi affinché gli enti locali di cui fanno parte adottino adeguati meccanismi di trasparenza amministrativa e di lotta alla corruzione e al condizionamento delle organizzazioni criminali e affinché sia data priorità al tema del riuso dei beni confiscati alla criminalità organizzata, combattendo ogni forma di omissione e opacità , e al tema dell’educazione alla legalità e del contrasto alla povertà educativa».Â

Nella nuova dichiarazione da firmare in caso di candidatura ci sono poi due chicche. I papabili in corsa dovranno anche «adoperarsi affinché si sviluppino forme di partecipazione attiva delle cittadine e dei cittadini al fine di giungere alla progressiva costruzione di una "democrazia monitorante"». E «comunicare immediatamente al partito ogni variazione della propria posizione rispetto agli impegni assunti con la presente dichiarazione».Â


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8 aprile 2024 ( modifica il 8 aprile 2024 | 10:08)

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QOSHE - Il nuovo codice etico del Pd: i candidati si impegnano a denunciare in caso di «condizionamento o voto di scambio» - Simona Brandolini
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Il nuovo codice etico del Pd: i candidati si impegnano a denunciare in caso di «condizionamento o voto di scambio»

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08.04.2024

Dopo il caso Bari, la bozza di codice etico stilata dal commissario campano Antonio Misiani che sarà applicata in tutta Italia. L'ex procuratore Antimafia Franco Roberti sarà il supervisore

Il commissario Misiani al centro tra Giuseppe Annunziata (a sinistra) e Francesco Dinacci (a destra)

Dopo il caso Bari, il Partito democratico corre ai ripari in vista delle amministrative di giugno. E stila un nuovo codice etico, con regole ben più stringenti, a cui i candidati (di ogni ordine e grado) dovranno scrupolosamente attenersi. La bozza è made in Naples, ma varrà poi per tutte le competizioni e in tutta Italia.

La segretaria Elly Schlein ha dato mandato ad Antonio Misiani, commissario campano del Pd, di stilarla. Oggi Misiani la porterà al tavolo di via Santa Brigida (sede napoletana del partito) all'attenzione dei segretari provinciali campani. Con lui ci sarà anche l'europarlamentare uscente e soprattutto ex procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti: sarà lui a supervisionarne l'applicazione. Il testo riprende, in maniera ancora più rigida, quello presentato già a Napoli e a Torre del Greco alle ultime comunali. In sintesi viene chiesto ai candidati un impegno formale dopo la sequela di comuni sciolti per mafia e le inchieste giudiziarie. A........

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