Europee 2024, il risiko delle alleanze interne (e non). Partito in subbuglio per la capolista, bonacciniani in difesa della vicepresidente del Parlamento Ue
Per capire lâaria che tira nel Partito democratico al Sud, basta leggere i commenti al post di Marco Sarracino sulla candidatura, da capolista, di Lucia Annunziata alle Europee di giugno. «La competenza, lâesperienza, la determinazione di cui abbiamo bisogno per costruire lâalternativa alla destra in Italia e in Europa. Saremo al suo fianco in questa battaglia», scrive il responsabile Mezzogiorno della segreteria Schlein. Neanche il tempo di un caffè e il tono delle reazioni è il seguente: «Di grandissimo valore? Ma possibile che questo partito non trovi davvero più nessuna/o capace di rappresentare il Paese reale e soprattutto il Sud? Unâaltra occasione sprecata».
Ad ogni elezione la composizione delle liste crea fibrillazioni, rabbia, spaccature. Questa volta però le crepe hanno qualcosa di più profondo e politico. Allâinterno della maggioranza lâannuncio di Annunziata e del sindaco di Bari Decaro nel cappello di lista è stata vista come una fuga in avanti della segretaria. Eppure la mossa â per molti â è tuttâaltro che sbagliata. In Campania paradossalmente Annunziata e Decaro sono gli unici due nomi in grado di silenziare Vincenzo De Luca e i suoi. La prima è amica di vecchia data del governatore. Il papà dellâex presidente Rai, Raffaele (lâ«operaio gentiluomo», così la nipote Antonia Williams Annunziata lo definì il giorno dei funerali a Salerno nel 2017), fu tesoriere del Pci salernitano quando De Luca ne era il segretario. I suoi, infatti, dicono che abbia incassato e apprezzato la scelta, anche se ora dovrà correre. Il secondo, invece, fa parte dellâarea «Energia popolare» di cui è coordinatore nazionale Piero De Luca (i bonacciniani per intenderci). Aggiungiamoci che in pista dovrebbe esserci anche Lello Topo, insomma i deluchiani dovranno non sdoppiarsi ma dividersi tra tre.
Il tema caldo di queste ore â però â è un altro: la candidatura, pare al terzo posto, di Elly Schlein. Che scompagina e rischia di azzoppare tutti e soprattutto tutte. Maria Teresa Meli sul Corsera ha raccontato che nelle chat parlamentari in molti hanno detto: «Nessuno le ha chiesto niente». Soprattutto nel Mezzogiorno, dove la presenza della segretaria creerebbe un effetto domino e la fuga di altri papabili. Nella circoscrizione Sud il Pd pensa, infatti, di poter eleggere almeno 3 europarlamentari. In pratica il cappello di lista ovemai ci fosse la leader nazionale. Se questa è lâeventualità , per motivi differenti, rischierebbero di restare fuori due campani. Tra cui un pezzo da novanta. E cioè lâattuale vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno. Al Foglio di qualche giorno fa lâeurodeputata dem ha spiegato che puntare solo su candidate civiche «sarebbe oggettivamente un problema, un problema di femminismo». Câè chi lo ha definito un «femminicidio politico», per la questione dellâalternanza di genere. Questione di spazi. Ma sostiene qualcuno vicino alla vicepresidente «sarebbe come dire che non esiste una classe dirigente del Pd soprattutto nel Sud. E soprattutto che le voci scomode sono un problema». Tradotto? Picierno in Europa non ha mai tentennato su Ucraina e Medio Oriente.Â
Nel mondo alla rovescia targato Pd è Piero De Luca a dover difendere la vicepresidente del Parlamento europeo, sua avversaria da sempre, ma bonacciniana. «Câè stato lâannuncio su Annunziata e Decaro al Sud ma il quadro è ancora molto aperto. Noi ci auguriamo che in modo costruttivo il confronto vada avanti. Non si esaurisce nella segreteria di ieri â dice De Luca jr alle agenzie â I civici possono essere un valore aggiunto, ma per mettere in campo la squadra migliore va valorizzata anche la classe dirigente che abbiamo. Una classe dirigente di qualità che altri partiti non hanno». Ecco il punto. Le cose stanno così: se Schlein si dovesse candidare, Picierno farebbe un passo indietro. Altrimenti se la gioca, anche al quarto o quinto posto. «Non posso accettare una mortificazione del ruolo», avrebbe detto ad amici.
Non che sia diverso per un altro papabile. Sandro Ruotolo. Il responsabile Cultura del Pd se rimanesse fuori dal cappello di lista, declinerebbe lâinvito. Dicono al Nazareno. Dâaltronde, lo ha detto a più dâuno, si è già «immolato» alle Politiche in un collegio complicato, perdendo. Non ha nessuna intenzione di candidarsi e scontrarsi e contarsi in una tornata, le Europee, che è tutta una competizione interna ai partiti.
Le prossime ore saranno, comunque, fondamentali. Solo allora si capirà se Elly Schlein ha deciso di fare piazza pulita (occupando tutti gli spazi) o di mediare.
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28 marzo 2024
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Pd: Annunziata la scelta di Schlein che piace al governatore, i dubbi di Picierno e Ruotolo, la strategia di De Luca jr
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Per capire lâaria che tira nel Partito democratico al Sud, basta leggere i commenti al post di Marco Sarracino sulla candidatura, da capolista, di Lucia Annunziata alle Europee di giugno. «La competenza, lâesperienza, la determinazione di cui abbiamo bisogno per costruire lâalternativa alla destra in Italia e in Europa. Saremo al suo fianco in questa battaglia», scrive il responsabile Mezzogiorno della segreteria Schlein. Neanche il tempo di un caffè e il tono delle reazioni è il seguente: «Di grandissimo valore? Ma possibile che questo partito non trovi davvero più nessuna/o capace di rappresentare il Paese reale e soprattutto il Sud? Unâaltra occasione sprecata».
Ad ogni elezione la composizione delle liste crea fibrillazioni, rabbia, spaccature. Questa volta però le crepe hanno qualcosa di più profondo e politico. Allâinterno della maggioranza lâannuncio di Annunziata e del sindaco di Bari Decaro nel cappello di lista è stata vista come una fuga in avanti della segretaria. Eppure la mossa â per molti â è tuttâaltro che sbagliata. In Campania paradossalmente Annunziata e Decaro sono gli unici........
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