L'ex premier presenta a Napoli il suo nuovo libro: «Palla al centro. La politica al tempo degli influencer»

Il nome di Vincenzo De Luca, anzi Enzo come lo chiama da sempre, compare due volte. Così come quello di Nicola Gratteri, procuratore capo di Napoli, ma anche suo papabile Guardasigilli. Matteo Renzi, oggi pomeriggio ( 6 febbraio - ore 18.30 hotel Mediterraneo), presenterà la sua ultima fatica letteraria: Palla al centro. La politica al tempo delle influencer. E, par di capire già in premessa, non è che ce l’abbia con Chiara Ferragni. «Il trionfo della demagogia è momentaneo, ma le rovine sono eterne», cita Charles Peguy. Il ragionamento è: «rimettere la palla al centro significa tante cose». E in politica significa anche «trovare una terza via tra i populisti del sovranismo come Meloni e Salvini e i populisti della sinistra grillizzata come Schlein e Conte», rivendicando tra le righe «come il centro è il luogo del futuro, non del passato. E’ il luogo del riformismo, non del populismo. E’ lo spazio abitato dai politici e non dagli influencer ».

E a questo proposito ecco arrivare la prima citazione dell’amico Enzo. A cui strappa una delle sue frasi cult. «La nuova classe dirigente del Nazareno — scrive l’ex premier — sembra più uscita da un’occupazione studentesca che non dalla Casaleggio e associati. Più che influencer mi sembrano influenzati e influenzati dall’ideologia, non da altro. Del resto Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania e critico tra i più severi del nuovo corso del Pd, spiega candidamente la sua opinione: «Abbiamo un gruppo dirigente a metà tra lo Zecchino d’Oro e Lotta Continua». De Luca, quando Renzi viene eletto sindaco di Firenze, è il “capitano” della squadra di primi cittadini dem («allora stimatissimo sindaco di Salerno»). Il presente dell’Italia è rappresentato, appunto, dal populismo sovranista al governo, dice l’ex premier. A mo’ di esempio Renzi racconta l’arrivo di Giorgia Meloni a Caivano, anticipato dalla chiamata alle armi dei suoi via chat (ovviamente finita su tutti i giornali). «Quello che è interessante è l’ennesima dimostrazione che il problema non è risolvere il nodo di Caivano, su cui da anni stiamo mettendo soldi in tanti — si legge —, a cominciare dalle centinaia di milioni che nel Patto per la Campania il mio governo liberò per la Regione allo scopo di eliminare le ecoballe. Il problema è garantire che la copertura ai Tg sia buona. Per questo ci vogliono fedelissimi e gente intelligente, due attributi che difficilmente possono restare uniti in casi come questo».Â

C’è poi il racconto, e questa volta è la versione renziana, del no a Nicola Gratteri suo ministro. «Il parto del governo fu molto laborioso. Anche perché, come poi emerso sui media, il presidente Napolitano si oppose e non volle nominare Nicola Gratteri ministro Guardasigilli. Le ragioni per cui io avevo scelto di chiedere la disponibilità a Gratteri, allora Procuratore aggiunto a Reggio Calabria, erano molteplici. Gratteri non apparteneva al sistema delle correnti, era totalmente fuori dagli schemi della politica, e soprattutto della magistratura, e per questo era apprezzato, ma anche temuto, innanzitutto da alcuni suoi colleghi. Io avevo un’ambizione smisurata e folle, che era quella di scardinare il sistema correntizio e pensavo che solo Gratteri fosse in grado di farlo». Prosegue: «Gli telefonai mentre salivo al Quirinale per dirgli che l’avrei proposto e lui mi disse: “Presidente, lei non riuscirà a nominarmi ministro, lo sappia. Ma grazie di averci provato”. Il presidente della Repubblica mi illustrò pacatamente e civilmente le ragioni del suo dissenso. E quello che qui voglio dire è che io avevo tutto il diritto di proporre Gratteri e Napolitano tutto il diritto di non nominarlo. Perché questo prevede la Costituzione». Insomma, il discorso pare definitivamente chiuso.

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6 febbraio 2024

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QOSHE - Renzi: volevo Gratteriministro perché è fuori dalle «correnti» - Simona Brandolini
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Renzi: volevo Gratteriministro perché è fuori dalle «correnti»

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06.02.2024

L'ex premier presenta a Napoli il suo nuovo libro: «Palla al centro. La politica al tempo degli influencer»

Il nome di Vincenzo De Luca, anzi Enzo come lo chiama da sempre, compare due volte. Così come quello di Nicola Gratteri, procuratore capo di Napoli, ma anche suo papabile Guardasigilli. Matteo Renzi, oggi pomeriggio ( 6 febbraio - ore 18.30 hotel Mediterraneo), presenterà la sua ultima fatica letteraria: Palla al centro. La politica al tempo delle influencer. E, par di capire già in premessa, non è che ce l’abbia con Chiara Ferragni. «Il trionfo della demagogia è momentaneo, ma le rovine sono eterne», cita Charles Peguy. Il ragionamento è: «rimettere la palla al centro significa tante cose». E in politica significa anche «trovare una terza via tra i populisti del sovranismo come Meloni e Salvini e i populisti della sinistra grillizzata come Schlein e Conte», rivendicando tra le righe «come il centro è il luogo del futuro, non del passato. E’ il luogo del riformismo, non del populismo. E’ lo spazio abitato dai politici e non dagli influencer........

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