L'ex presidente della Camera leader pentastellato: «Anche se differenti a Napoli stiamo governando senza crisi». E spiega il progetto di Reddito di cittadinanza regionale

«Sto partendo per la Basilicata». Ma perché all’ultimo minuto avete escluso Carlo Calenda e Azione dall’alleanza? «Finalmente abbiamo trovato un candidato (Domenico Lacerenza) e siamo concentrati sulla campagna elettorale. Non mi interessano le polemiche adesso».
Taglia corto Roberto Fico, ex presidente della Camera e leader meridionale del Movimento 5Stelle. Archiviate le elezioni sarde (finite bene) e quelle in Abruzzo (per il Movimento un flop), restano i nodi del campo largo, delle Europee e delle regionali prossime. Campania compresa. Sabato con Giuseppe Conte (Mariolina Castellone e Sergio Costa) sarà presentato a Napoli il progetto di Reddito di cittadinanza regionale.

Fico, quale definizione preferisce? Campo largo, campo giusto, campo coeso o come dice Fiorello campo santo?
«Parlerei di fronte progressista. L’Italia ha bisogno di un progressismo innovativo che si occupi di sostegno al reddito, ma anche e soprattutto di scuola e sanità ».

Ma chi farebbe parte di questo fronte progressista?
«Il perimetro dei contenuti definisce una coalizione. Il lavoro a cui stiamo puntando è questo: forze politiche che si ritrovano nei valori della Costituzione, che elaborano un programma e poi trovano le persone migliori che rappresentano la sintesi. Come Todde in Sardegna o D’Amico in Abruzzo».

I due pilastri sono Pd e 5Stelle?
«Non ci sono dubbi. Poi la sinistra e i verdi, ma il dialogo è aperto anche con i centristi e i riformisti. Perciò bisogna definire il perimetro di contenuti. Quello fa la differenza».

Le differenze per ora sono tra voi e il Pd.
«Il Pd ha una storia e un’identità diverse dal Movimento. Dobbiamo difendere le differenze e le identità ma unirci dove possiamo: dalla lotta all’autonomia, al salario minimo e essere chiari e trasparenti con noi stessi e con i cittadini quando non siamo d’accordo. L’importante è non finire come la destra».

Cioè? Governano.
«Ma ognuno porta avanti la propria legge, la propria riforma: autonomia e premierato vanno in direzione opposte. Questo creerà danni al paese. Meglio dibattere come facciamo noi».

L’alleanza è inevitabile?
«L’alleanza è una strada che intraprendi con identità differenti, senza subalternità . Deve essere utile al Paese».

E vi deve far vincere. Come è successo a Napoli.
«Napoli è stata la prima grande città italiana dove dopo un lavoro lungo, cittadino, tra Pd 5 Stelle sinistra e Verdi si è creato un campo politico progressista e questo campo, ben prima delle elezioni, ha lavorato su un programma comune di cui Manfredi è stato sintesi e portavoce. E non mi pare che ci siano crisi perché siamo differenti».

Cioè sta dicendo che il modello è quello.
«Stiamo lavorando così altrove. La candidatura di Todde nasce da un grande lavoro sul territorio».

Altrove vuol dire anche Regione Campania?
«Su questo non abbiamo dubbi. In Campania, in Puglia, ovunque. Napoli sta funzionando e quindi va riproposto dove si andrà a votare».

L’emendamento della Lega sul terzo mandato è stato affossato, ma in Campania De Luca dice che si può fare. Quindi ve lo ritroverete contro?
«Sui mandati non personalizzerei la questione: non è contro Zaia o contro De Luca. È una legge nazionale del 2004, oggi questa legge è confermata».

Ma se si candida?
«Mancano circa due anni. Noi dobbiamo costruire un campo politico, non lavoriamo contro De Luca».

Sabato presenterete la vostra proposta di Reddito regionale, cos’è? In Campania c’è già stato in epoca bassoliniana.
«È un supporto da parte della Regione per coloro che sono esclusi dall’Assegno di inclusione ma che versano ancora in una condizione di difficoltà . Persone che il governo Meloni non tiene in considerazione. Una proposta a cui hanno lavorato i nostri consiglieri, in primis Gennaro Saiello. Che prevede inoltre un’interlocuzione attiva con il mondo imprenditoriale per agevolare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro e favorire l’acquisizione di competenze professionali».

A giugno ci sono le Europee, restano problematiche per il Movimento? Le temete?
«Per noi sono sempre difficili, ma stiamo lavorando per cercare di avere un buon risultato partendo dal fatto che quello che avviene in Europa riguarda tutti noi».

Ieri sul Corsera l’ex 5Stelle Vincenzo Spadafora ha detto che sta lavorando a un nuovo movimento per dare una mano al centrosinistra?
«Francamente non ho letto».

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15 marzo 2024

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Roberto Fico: «Al campo largo preferisco il fronte progressista. Pd e 5Stelle correranno insieme anche per la Regione»

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15.03.2024

L'ex presidente della Camera leader pentastellato: «Anche se differenti a Napoli stiamo governando senza crisi». E spiega il progetto di Reddito di cittadinanza regionale

«Sto partendo per la Basilicata». Ma perché all’ultimo minuto avete escluso Carlo Calenda e Azione dall’alleanza? «Finalmente abbiamo trovato un candidato (Domenico Lacerenza) e siamo concentrati sulla campagna elettorale. Non mi interessano le polemiche adesso».
Taglia corto Roberto Fico, ex presidente della Camera e leader meridionale del Movimento 5Stelle. Archiviate le elezioni sarde (finite bene) e quelle in Abruzzo (per il Movimento un flop), restano i nodi del campo largo, delle Europee e delle regionali prossime. Campania compresa. Sabato con Giuseppe Conte (Mariolina Castellone e Sergio Costa) sarà presentato a Napoli il progetto di Reddito di cittadinanza regionale.

Fico, quale definizione preferisce? Campo largo, campo giusto, campo coeso o come dice Fiorello campo santo?
«Parlerei di fronte progressista. L’Italia ha bisogno di un progressismo innovativo che si occupi di sostegno al reddito, ma anche e soprattutto di scuola e sanità ».

Ma chi farebbe parte di questo fronte progressista?
«Il perimetro dei contenuti definisce una coalizione. Il lavoro a cui stiamo puntando è........

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