Il parlamentare Pd era accusato di concorso in bancarotta distrattiva. La Procura aveva chiesto la condanna a due anni e due mesi
Piero De Luca assolto perché il fatto non costituisce reato: è la sentenza sul fallimento della Ifil, società di consulenza immobiliare che si era interessata anche del Crescent e della trasformazione dell'ex pastificio Amato in centro residenziale. Tra gli imputati coinvolti, sei in tutto, c'era proprio Piero De Luca - deputato del Pd e figlio del governatore della Campania - accusato di concorso in bancarotta distrattiva. Per lui, la Procura aveva chiesto una condanna a due anni e due mesi. A De Luca junior veniva contestato di aver usufruito di biglietti aerei per il Lussemburgo, pagati dalla Ifil, tra il 2009 e il 2011 per un totale di circa 23mila euro. I giudici invece non hanno ritenuto sussistenti le prove. Gli altri imputati erano Giuseppe Amato junior - che in un interrogatorio aveva svelato i rapporti tra De Luca e la Ifil; Emilio Ferraro, ex socio nello studio di De Luca junior; Luigi Avino, Valentina Lamberti e Marianna Gatto. Hanno patteggiato, invece, Mario Del Mese e suo cognato Vincenzo Lamberti.
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14 febbraio 2024
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