Presieduta dall'arcivescovo Battaglia. La Chiesa scende in campo contro il fenomeno. Partenza il 22 marzo alle 20 dalla parrocchia dei santi Cosma e Damiano
Una via Crucis che precede di una settimana la Pasqua, dedicata alle «donne crocifisse» vittime della prostituzione e della tratta che le rende schiave sulle strade della città . Un corteo di «liberazione» che il 22 marzo sarà presieduta dallâarcivescovo don Mimmo Battaglia. A partire dalle 20, con centinaia di fedeli che si raduneranno davanti alla parrocchia dei santi Cosma e Damiano in piazza Nolana per poi giungere preceduti dalla Croce portata da don Battaglia alla parrocchia di santa Caterina a Formiello. La Chiesa si mobilita di fronte a un fenomeno che distrugge le vite di tantissime giovani ragazze, molte arrivate da altri paesi, dallâEst europeo, dallâAfrica o dal Sudamerica, con il sogno di una vita migliore, o magari inseguendo lâillusione di un amore.Â
E poi si riscoprono costrette a prostituirsi, private di tutto, famiglia e documenti. Le «nuove schiave» e per questo la parola usata è «tratta» la stessa che indicava il commercio di uomini dallâAfrica alle Americhe. «Solidarietà e preghiera per le donne vittime della tratta», aveva detto Papa Francesco ringraziando la comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi, che ha tolto dalla strada 7 mila donne andando a parlare con loro in strada, convincendole che unâaltra strada fatta di speranza e liberazione câera. Le stessa motivazione dellâiniziativa del 22 marzo, perché «la via Crucis invita a pregare riflettere e cercare di rompere il velo dellâindifferenza», dicono gli organizzatori.
Aprire gli occhi davanti a una tragedia immane se si pensa che soltanto a Napoli sono quasi cinquemila le donne costrette a prostituirsi e che il 40 per cento di loro ha meno di 18 anni. Ed è un fenomeno che non riguarda solo le donne. Secondo i dati dellâagenzia Dedalus che nel suo lavoro di assistenza ha contattato 2.501 persone di cui 1900 donne, 333 uomini e 268 trans. Di queste oltre mille (1082) provengono dallâAfrica, con la Nigeria in testa (826); seguono i paesi dellâEst, Romania e Albania, con 927 segnalazioni; infine lâItalia (418) con altri paesi. Se la quota maggiore delle donne che si prostituiscono è straniera, la quasi totalità delle transessuali (234 su 268) è di nazionalità italiana.
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21 marzo 2024 ( modifica il 21 marzo 2024 | 18:13)
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