Dall’area nuova fino al Monumentale il cimitero è nel degrado più assoluto

Caro Totò, la morte a Napoli non è 'na livella, è un disastro. E non si tratta di esser pezzenti o gente di illustri e perfettissimi natali. Dall’area nuova fino al Monumentale il cimitero di Poggioreale è nel degrado più assoluto. Rifiuti nei viali, cappelle sventrate, bare abbandonate, e a mo’ di simbolo della vergogna: un water closet in inglese, ma volgarissimo cesso in italiano, fa bella mostra di sé in una piccola cappella sventrata i cui occupanti chissà quale fine abbiano fatto. Sono cose che avviliscono i visitatori e i parenti dei defunti (e i napoletani tutti) che di fronte a questo sfascio si chiedono che sorte avranno in futuro i loro cari nel percorso del riposo eterno.Â

Il degrado è inarrestabile e i siti di competenza comunale, dal Quadrato monumentale, alla Chiesa Madre, fino a San Giuseppe Maggiore, sono del tutto abbandonati. «Eppure — spiega una donna che prova ad evitare i rifiuti accumulati nei viali per raggiungere la lapide dove riposa il marito — quando portiamo qui i nostri cari dobbiamo pagare al Comune la tassa per gli oneri e il decoro. Ma quale decoro. Che fine fanno quei soldi?».
In realtà ci sono pochissimi custodi che controllano e alcuni siti, come appunto la Chiesa Madre, sono del tutto sprovvisti di personale. Il verde comune, che verde non è più, non vede un giardiniere da anni. Ma il mistero è su chi sversa i rifiuti nel cimitero e come faccia a farlo impunemente. Una discarica tra le lapidi.

L’area del crollo è lontana, ma le cappelle mostrano crepe preoccupanti e alcune lastre di marmo hanno ceduto lasciando nude le bare. Come nella zona della Cappella dei Sette dolori, o nell’area Valletta. Il degrado non risparmia neppure la zona detta «Degli uomini illustri»: Libero Bovio, Totò, Benedetto Croce, Enrico de Nicola, Vincenzo Gemito — e si potrebbe andare avanti per decine di nomi — rischiano i loculi. Per non parlare dei furti continui. Stemmi, effigie, statue sparite negli anni.

Eppure il cimitero monumentale di Napoli è uno dei più antichi e belli d’Europa. Qualche tempo fa, quando assessore era Raffaele Tecce, si pensò di farne un sito in qualche modo turistico con visite guidate, perché la sua storia, iniziata con Gioacchino Murat, è legata a doppio filo con quella della città . Fu costruito nel 1813, e si sovrapponeva al progetto borbonico delle 366 fosse del 1762 realizzato da Ferdinando Fuga che, pur basandosi sul sistema delle fosse comuni, prevedeva che i morti anonimi trovati per strada a Napoli venissero “sepolti” giorno per giorno, per quanti ne avesse un anno, in aree comuni diverse in modo da evitare il rischio di epidemie. Il nuovo cimitero però aveva l’obiettivo di presentarsi come un parco funebre di interesse ambientale, paesaggistico e architettonico. Ed è stato così per decenni, fino all’«era moderna», e il crollo della parte monumentale di via Poggioreale, avvenuto il 5 gennaio del 2022, è soltanto la punta dell’iceberg.

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9 febbraio 2024

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Cimitero di Poggioreale, vergogna continua: lapidi cadute, bare nei viali e rifiuti sversati

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09.02.2024

Dall’area nuova fino al Monumentale il cimitero è nel degrado più assoluto

Caro Totò, la morte a Napoli non è 'na livella, è un disastro. E non si tratta di esser pezzenti o gente di illustri e perfettissimi natali. Dall’area nuova fino al Monumentale il cimitero di Poggioreale è nel degrado più assoluto. Rifiuti nei viali, cappelle sventrate, bare abbandonate, e a mo’ di simbolo della vergogna: un water closet in inglese, ma volgarissimo cesso in italiano, fa bella mostra di sé in una piccola cappella sventrata i cui occupanti chissà quale fine abbiano fatto. Sono cose che avviliscono i visitatori e i parenti dei defunti (e i napoletani tutti) che di fronte a questo sfascio si chiedono che sorte avranno in futuro i loro cari nel percorso del riposo eterno.Â

Il degrado è inarrestabile e i siti di competenza comunale, dal Quadrato monumentale, alla........

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