Non montiamoci la testa ma il 6-1 rifilato al Sassuolo fa sicuramente bene. Ora sotto con Juve e Barcellona

Non montiamoci la testa, ma questa partita l’aspettavamo da agosto. Una bella bevuta dopo mesi di astinenza può farti sognare. Però è una bella ventata di aria fresca, una serata senza veleno, senza depressione. Sestina al Sassuolo (primo tempo 1-3, finale 1-6). L’Emilia ci restituisce un po’ di serenità , forse un’illusione, quella che la Sardegna ci aveva tolto all’ultimo secondo. Ma è bene non illudersi: la Juventus domenica e il Barcellona martedì 12 marzo ci diranno - anche solo col gioco - se è in corso una guarigione o se a Reggio Emilia ci siamo concessi una libera uscita dall’incubo. Voci da Torino dicono che Allegri vuole la rivincita dell’anno scorso. Sarebbe bello dargli la riperdita. Ricordiamoci che l’obiettivo di Calzona è salvare la faccia e stasera cade uno dei capi d'accusa di quest’anno: «Il Napoli non sa più segnare». Sanno segnare. Pensare ad altro è realtà alterata, delirio da chiacchiera tifosa. Bisogna rimanere con i piedi per terra.

Il signor Calzona, presumo. Il Mapei stadium non è il lago Tanganica, dove l’inviato del New York Times incontrò Livingstone e pronunciò la famosa frase, però allagato è. Ma è acqua fortunata: tre gol di Victor Osimhen, due di Kvara, uno di Rrahmani, sei del Napoli, un avversario dominato e forse inconsistente - su questo punto, è scarso l’avversario o siamo forti noi, è in corso una querelle da decenni. Però una cosa è certa: il Napoli si è tolto polvere e depressione di dosso, è diventato ordinato nel gioco, disciplinato sugli errori. In Emilia abbiamo visto una squadra, non il gruppo di sbandati di tante partite di quest’anno.

Piove sui giusti e sugli ingiusti, sui napoletani e sugli emiliani, in uno stadio per metà vuoto perché il mercoledì alle sei del pomeriggio le persone oneste nelle regioni operose lavorano ancora o hanno appena smesso. Comunque tempo da lupi e campo mal ridotto. Nelle chat prepartita gli anziani tifosi sono unanimi: «adda venì maggio», «butta a finire» questa stagione infame e persa sotto ogni aspetto, perché al miracolo del quarto posto, giustamente, nessuno crede più. Dalla curva di Reggio si sentono invece gli ultrà . Loro hanno questa salute di ferro, non li ferma niente e non gli cala mai la voce e dopo il quarto gol comincia una danza tribale di gioia. Bastava poco.

Verrebbe da dire: ma allora a pallone ci sapete ancora giocare e allora dove vi eravate nascosti? Il primo tempo è un dominio napoletano, con l’eccezione di un tiro in porta di Racic che però entra e mette il Napoli sotto. Per qualche minuto il coro degli anziani tifosi ha la forza di quello del Nabucco.: «Adda venì maggio». Però non è il solito copione, il Napoli non si scioglie come un ghiacciolo, non torna ai vizi bizantini di quest’anno, al possesso palla inutile. Ha ritrovato, udite udite, la verticalità e il gol. Aveva dominato il primo quarto d’ora e rimane sotto choc per quattro o cinque minuti. Poi infila tre gol in tre minuti e sembra di rivedere un video dell’anno scorso, forse complice un avversario che, segnato il vantaggio, ha pensato di non dover più difendere. Il Sassuolo è davvero messo male, dispiace, ma qui dobbiamo pensare ai fatti nostri ché il fronte continua a bruciare. Gli anziani tifosi vedono messo in crisi il loro catastrofismo, vincere fa bene alla salute. Prosit per il Napoli

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28 febbraio 2024 ( modifica il 28 febbraio 2024 | 21:04)

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QOSHE - Ai calciatori del Napoli vorremmo dire: ma allora sapete ancora giocare. E dove vi eravate nascosti? - Vittorio Zambardino
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Ai calciatori del Napoli vorremmo dire: ma allora sapete ancora giocare. E dove vi eravate nascosti?

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28.02.2024

Non montiamoci la testa ma il 6-1 rifilato al Sassuolo fa sicuramente bene. Ora sotto con Juve e Barcellona

Non montiamoci la testa, ma questa partita l’aspettavamo da agosto. Una bella bevuta dopo mesi di astinenza può farti sognare. Però è una bella ventata di aria fresca, una serata senza veleno, senza depressione. Sestina al Sassuolo (primo tempo 1-3, finale 1-6). L’Emilia ci restituisce un po’ di serenità , forse un’illusione, quella che la Sardegna ci aveva tolto all’ultimo secondo. Ma è bene non illudersi: la Juventus domenica e il Barcellona martedì 12 marzo ci diranno - anche solo col gioco - se è in corso una guarigione o se a Reggio Emilia ci siamo concessi una libera uscita dall’incubo. Voci da Torino dicono che Allegri vuole la rivincita dell’anno scorso. Sarebbe bello dargli la riperdita. Ricordiamoci che l’obiettivo di Calzona è salvare la faccia e stasera cade uno dei capi d'accusa di quest’anno: «Il Napoli non sa più........

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