Ecco perché la squadra è ormai una massa di macerie fumanti

Il Napoli non è finito. Il Napoli non c’è più. È andato via, sulla Luna o a Caporetto: comunque in un posto dove si perde il senno, la dignità e la faccia. La squadra di Nerone Aurelio Primo è una massa di macerie fumanti, guidata da uno che in tribuna, ieri, non fumava. Stava là col suo borsello e la sigaretta elettrica, l’icona della mediocrità , dell’impotenza, forse anche solo dell’estraneità alla vicenda che lo travolge. Mediocre? La mediocrità è ancora una condizione “media”. Invece il Napoli è una nave che ad ogni partita scivola più in basso, verso il fondo. A Torino-granata l’anno scorso cantammo “Vinceremo il Tricolor”. A Torino abbiamo perso tutto: siamo finiti con i giocatori che guardano i loro tifosi con la faccia del funerale.Â

Ce la siamo giustamente presa con Garcia. In realtà il francese aveva capito il guaio nel quale si era messo. Sostituito in corsa con il pensionato di San Vincenzo. Una squadra torturata dal suo presidente con rinnovi mancati, uscite ipotizzate, trasferimenti minacciati, Nerone a bordo campo che delegittima gli allenatori. E un tifo che adesso aprirà il processo ai giocatori, ieri tutti imperdonabili, pessimi, impresentabili, anche se con momenti di impegno, di dignità , di forza: ma è come l’ubriaco che ogni tanto si alza e per dimostrare che è sobrio si mette a camminare in mezzo alla strada cone le auto che gli fanno il pelo.Â

Siamo tutti nella condizione di Pasquale Mazzocchi: ci buttano nell’inferno, ci facciamo tre volte il segno della croce e poi ci facciamo cacciare perché vorremmo spaccare il mondo e dimostrare di meritare la gloria. Ubriachezza molesta. Ecco il Napoli oggi: una squadra cui qualcuno dovrebbe dire che bisogna pensare partita per partita per salvare la categoria, altro che zona Champions. E per uscire dallo stato mentale di sfascio messo in mostra oggi già dalle prime battute, quando il Torino arrivava davanti a Gollini senza incontrare ostacoli.

In tribuna c’era Antonio Conte. Quello che ha visto lo avrà convinto a scappare. Intanto aspettiamo la conferenza del presidente che nove giorni fa ha detto: è tutta colpa mia. E sì, Nerone Aurelio, è tutta colpa tua

Vai a tutte le notizie di Napoli

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.

Siamo anche su Instagram, seguici https://www.instagram.com/corriere.mezzogiorno/

7 gennaio 2024 ( modifica il 7 gennaio 2024 | 18:28)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

QOSHE - Il Napoli non è soltanto finito. Non c'è più - Vittorio Zambardino
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Il Napoli non è soltanto finito. Non c'è più

19 3
08.01.2024

Ecco perché la squadra è ormai una massa di macerie fumanti

Il Napoli non è finito. Il Napoli non c’è più. È andato via, sulla Luna o a Caporetto: comunque in un posto dove si perde il senno, la dignità e la faccia. La squadra di Nerone Aurelio Primo è una massa di macerie fumanti, guidata da uno che in tribuna, ieri, non fumava. Stava là col suo borsello e la sigaretta elettrica, l’icona della mediocrità , dell’impotenza, forse anche solo dell’estraneità alla vicenda che lo travolge. Mediocre? La mediocrità è ancora una condizione “media”. Invece il Napoli è una nave che ad ogni partita scivola più in basso, verso il fondo. A........

© Corriere del Mezzogiorno


Get it on Google Play