Kadri Simson, 46 anni, estone, è commissaria europea all’Energia. Come esponente dei liberali europei, ha sempre avuto un approccio pragmatico e non dogmatico alla transizione energetica. E parlando a margine del World Economic Forum lo dimostra. Il Qatar ha interrotto le forniture all’Europa di gas liquefatto (Gnl) attraverso Suez e ci sono stati attacchi ad alcune petroliere nello Stretto di Hormuz. Eppure i prezzi delle materie prime non si sono infiammati.
«È così — risponde Simson — . Per ora non abbiamo visto impatti significativi sul greggio o sui prezzi del Gnl. Al contrario, da novembre scorso le tendenze degli indici sono piuttosto al ribasso».

Perché?
«Per il gas, conta il fatto che a metà gennaio, nel pieno della stagione più fredda, gli stoccaggi di gas nell’Unione europea sono ancora pieni al 78%: è un record. E poi c’è ancora gas liquefatto disponibile sui mercati globali. Quando il Qatar ci ha informati che alcune spedizioni di Gnl venivano fermate a causa della situazione nel Mar Rosso, siamo stati in grado di sostituirle con fonti alternative».

di Federico Fubini

Come?
«C’è un mercato internazionale molto liquido. Il Gnl del Qatar rappresenta il 13% dell’offerta e comunque è possibile che l’attuale situazione di difficoltà nel Mar Rosso non duri per un periodo prolungato. Naturalmente la valutazione sarebbe diversa se venisse bloccato lo stretto di Hormuz: alla rotta del Mar Rosso esistono alternative, attraverso il Capo di Buona Speranza, ma per Hormuz ovviamente non è così. Ostacoli su quello stretto avrebbero un impatto immediato sui volumi di energie fossili disponibili sui mercati mondiali».

Dunque ciò che la preoccupa, per il mercato dell’energia, sono le possibili ritorsioni dell’Iran allo sbocco del Golfo Persico dopo gli attacchi americani sugli Houthi?
«Il rischio di un’escalation va sempre seguito con attenzione. Si tratta di qualcosa che non è direttamente sotto il nostro controllo. Ma l’Europa è ben preparata, sia per quanto riguarda il gas naturale che il petrolio, di cui abbiamo riserve strategiche».

Non sarà forse che parte della stabilità dei prezzi dell’energia, malgrado il conflitto in Medio Oriente, riflette una domanda fiacca perché la crescita mondiale è debole e l’area euro in recessione?
«Ci sono anche fattori stagionali. In inverno la domanda di petrolio nei Paesi avanzati è tradizionalmente meno alta e per il gas non è ancora iniziato il periodo di nuovo riempimento degli stoccaggi. Tutto questo contribuisce a un buon equilibrio nel mercato, nonostante tutto».

Commissaria, si avverte un senso di protesta nelle opinioni pubbliche per le politiche verdi dell’Europa. E’ stato un errore indicare, oltre agli obiettivi di decarbonizzazione, anche uno strumento troppo preciso privilegiando le sole fonti rinnovabili?
«Le nostre proposte sull’energia sono per la neutralità tecnologica. Tocca ai singoli Paesi scegliere il proprio mix di fonti energetiche e per questa ragione anche la nostra più recente proposta di ridisegno dei mercati elettrici è neutrale sul piano tecnologico e dà l’opportunità a chi privilegia il nucleare di continuare su questa strada. Ma credo sinceramente che non abbiamo abbastanza rinnovabili nel nostro mix energetico e questo ci obbliga a dipendere dalle importazioni di petrolio e gas da Paesi terzi. Finché sarà così, avremo dei livelli di prezzo più alti rispetto a chi copre la domanda interna con le proprie risorse. Dobbiamo produrre più energia sul suolo europeo”.

L’Italia è sempre in ritardo sui tempi dei permessi per le rinnovabili. Lei ha capito dov’è il problema?
«Ho notato che gli incentivi alle famiglie per l’istallazione di pannelli hanno fatto salire molto la capacità sull’energia fotovoltaica, anche se non ho ancora i dati sul 2023. Ora siamo in contatto costante con le autorità italiane, vogliamo conoscere i loro piani per accelerare ulteriormente i tempi delle autorizzazioni».

Avete chiesto questi piani?
«Certo».

E avete avuto risposte?
«C’è un lavoro in corso per finalizzare il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima. L’Italia deve spiegare come intende raggiungere gli obiettivi sulle rinnovabili e la sua attività legislativa. Inoltre, il parlamento italiano dovrà adottare e trasporre la legislazione concordata a livello europeo, inclusa la nuova direttiva sull’energia rinnovabile che prevede un’accelerazione delle autorizzazioni. Dunque ci aspettiamo sviluppi positivi».

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Kadri Simson, commissaria europea all’energia: «Mercato sotto controllo. Ma attenzione alle rotte del Golfo. Roma acceleri sulle rinnovabili»

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19.01.2024

Kadri Simson, 46 anni, estone, è commissaria europea all’Energia. Come esponente dei liberali europei, ha sempre avuto un approccio pragmatico e non dogmatico alla transizione energetica. E parlando a margine del World Economic Forum lo dimostra. Il Qatar ha interrotto le forniture all’Europa di gas liquefatto (Gnl) attraverso Suez e ci sono stati attacchi ad alcune petroliere nello Stretto di Hormuz. Eppure i prezzi delle materie prime non si sono infiammati.
«È così — risponde Simson — . Per ora non abbiamo visto impatti significativi sul greggio o sui prezzi del Gnl. Al contrario, da novembre scorso le tendenze degli indici sono piuttosto al ribasso».

Perché?
«Per il gas, conta il fatto che a metà gennaio, nel pieno della stagione più fredda, gli stoccaggi di gas nell’Unione europea sono ancora pieni al 78%: è un record. E poi c’è ancora gas liquefatto disponibile sui mercati globali. Quando il Qatar ci ha informati che alcune spedizioni di Gnl venivano fermate a causa della situazione nel Mar Rosso, siamo stati in grado di sostituirle con fonti alternative».

di Federico Fubini

Come?
«C’è un mercato internazionale molto liquido. Il Gnl del Qatar rappresenta il 13% dell’offerta e comunque è possibile che l’attuale situazione di difficoltà nel Mar Rosso non duri per un periodo prolungato. Naturalmente la valutazione sarebbe diversa se venisse bloccato lo stretto di Hormuz: alla rotta del Mar Rosso esistono alternative, attraverso il Capo di Buona........

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