DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE A BRUXELLES
Patto di Stabilità e Crescita
È l’insieme delle regole che garantiscono la disciplina di bilancio dei Paesi Ue per l’appartenenza all’Unione economica e monetaria. È stato siglato nel 1997 e poi sono stati aggiunti regolamenti nel corso degli anni. Il risultato finale è un meccanismo molto complicato e dall’applicazione irrealistica. Il patto è stato sospeso nel marzo 2020 a causa della crisi economica scatenata dalla pandemia. Tornerà in vigore dal primo gennaio del prossimo anno.
Maastricht
Secondo i parametri di Maastricht il rapporto deficit/Pil non deve superare il 3% e il rapporto debito pubblico/Pil deve essere al di sotto del 60%. In caso contrario, secondo il vecchio patto di Stabilità viene chiesto un tasso di riduzione di 1/20 all’anno per la quota del rapporto debito/Pil in eccesso rispetto al livello del 60%. Gli Stati membri hanno dunque deciso di riformarlo per renderlo più semplice e applicabile.
Riforma
I ministri finanziari stanno cercando di trovare un accordo sulla riforma del patto di Stabilità proposta dalla Commissione europea il 26 aprile scorso con l’obiettivo di evitare che la riduzione del debito pubblico nei Paesi porti a una contrazione degli investimenti e della crescita.
Spesa pubblica netta
I Paesi Ue con un rapporto debito/Pil superiore al 60% concordano con la Commissione europea un piano di risanamento tenendo in considerazione la spesa pubblica netta, sulla base dell’analisi di sostenibilità condotta da Bruxelles. Il piano ha una durata di 4 anni ma in caso di riforme e investimenti può essere esteso a 7 anni. La Commissione ha mantenuto la regola automatica, già esistente, per i Paesi che superano il 3% di deficit del rientro annuo pari allo 0,5% del Pil.
Frugali
I Frugali sono i Paesi del Nord Europa che premono per tenere il bilancio europeo al livello più basso possibile e per una stretta disciplina di bilancio. Per la Germania, l’Olanda e gli altri «Frugali» le soluzioni proposte dalla Commissione europea non forniscono sufficienti garanzie che i Paesi ad alto debito pubblico effettivamente lo riducano e hanno chiesto l’introduzione di salvaguardie: parametri quantitativi comuni.
Salvaguardia sul debito
I Paesi con un rapporto debito/Pil superiore al 90% (l’Italia) dovranno ridurre il debito di 1% all’anno, i Paesi sotto quella soglia dello 0,5% all’anno.
Salvaguardia sul deficit
I Paesi Ue non potranno limitarsi a un rapporto deficit/Pil al 3%, ma dovranno garantire un cuscinetto per le situazioni di crisi: i Paesi con un debito pubblico tra il 60% e il 90% del Pil dovranno scendere al 2% mentre quelli sopra al 90% all’1,5% (è il caso dell’Italia).
Flessibilità
Francia e Italia hanno accettato che nelle procedure per deficit eccessivo l’aggiustamento si misuri in termini di saldo strutturale come chiedono Germania e Olanda e non di saldo strutturale primario (cioè al netto degli interessi sul debito) ma hanno ottenuto una flessibilità temporanea per il 2025, 2026 e 2027. La Commissione Ue nel valutare la procedura per deficit eccessivo potrà «adeguare il parametro di riferimento» dell’aggiustamento strutturale per lo 0,5% del Pil «tra il 2025 e il 2027, tenendo conto dell’aumento dei pagamenti di interessi, quando uno Stato membro si impegna ad attuare una serie di riforme rilevanti e investimenti».
Trattative
L’accordo non è stato ancora raggiunto e i Paesi stanno negoziando la durata della flessibilità, se di due o di tre anni. Oltre alla Germania vanno convinti anche Austria, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Repubblica Ceca e Svezia. È previsto un Ecofin straordinario — la riunione dei ministri finanziari dei 27 — per il 20 dicembre.
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15 dic 2023
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Secondo i parametri di Maastricht il rapporto deficit/Pil non deve superare il 3% e il rapporto debito pubblico/Pil deve essere al di sotto del 60%. In caso contrario, secondo il vecchio patto di Stabilità viene chiesto un tasso di riduzione di 1/20 all’anno per la quota del rapporto debito/Pil in eccesso rispetto al livello del 60%. Gli Stati membri hanno dunque deciso di riformarlo per renderlo più semplice e applicabile.
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