Rammarico e anche la constatazione che l’Italia non sta rispettando gli impegni presi.Il no della Camera alla ratifica del trattato di riforma del Meccanismo europeo di stabilità — arrivato proprio il giorno dopo l’accordo raggiunto all’Ecofin sulla riforma del Patto di stabilità — ha colpito Bruxelles anche per il timing. Il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe, ministro irlandese molto pacato che ha dato prova di grande comprensione in questi mesi nei confronti di Roma, «pur rispettando pienamente le deliberazioni parlamentari», ha espresso «rammarico» per il risultato perché «l’Italia rimane l’unico Paese che blocca la finalizzazione di una riforma per la quale ci siamo tutti impegnati nel 2021».

Il richiamo a “tutti” torna più volte nella nota del presidente. Il no dell’Italia non consente di portare a termine la riforma che «è un elemento chiave della nostra rete di sicurezza comune nell’area euro a beneficio di tutti i Paesi membri dell’area», prosegue Donohoe. Tra le novità della riforma c’è l’istituzione di un «backstop» (paracadute) pubblico al Fondo di risoluzione unico «destinato a rafforzare ulteriormente la resilienza e la stabilità finanziaria dell’Eurozona nel suo complesso e di ogni singolo Stato membro, compresa l’Italia», spiega. Ora, in caso di crisi bancarie, c’è il Fondo di risoluzione unico che è pienamente operativo. Ma il «backstop», che sarebbe dovuto entrare in vigore dal primo gennaio se tutti avessero ratificato la riforma, è una rete in più: una linea di credito da 70 miliardi, a cui i Paesi potranno accedere qualora i loro fondi nazionali per le risoluzioni bancarie (risorse delle banche e non pubblici) non siano sufficienti. Per Donohoe è «deplorevole» che non sia stato possibile istituite il «backstop». Inoltre il «paracadute» è «un’importante pietra miliare per il completamento dell’Unione bancaria nell’Ue». Donohoe rimane costruttivo e chiude la dichiarazione impegnandosi a continuare a lavorare «su questo fronte con le autorità italiane nei prossimi mesi».

Anche il direttore esecutivo del Mes, Pierre Gramegna, in una nota si «rammarica» e ribadisce l’impegno del «garantire la stabilità finanziaria nell’area dell’euro nell’ambito del mandato dell’attuale Trattato». Il messaggio inviato al mercato è che l’Eurozona ha le risorse per far fronte a un’eventuale crisi bancaria, anche se l’Italia non sta ottemperando agli impegni presi nel 2021, sottoscrivendo un trattato intergovernativo. La mossa di Roma ha stupito in molti a Bruxelles e nelle capitali per diversi motivi, primo fra tutti per la tempistica. Il governo italiano in più occasioni ha detto pubblicamente che legava la ratifica del nuovo Mes alla conclusione della riforma del Patto di stabilità, proponendo una strategia a «pacchetto».

A Bruxelles, invece, i due dossier sono stati sempre considerati separati per il fatto che la riforma del Mes è stata chiusa nel 2021 con la firma di tutti i Paesi partecipanti (dopo trattative lunghe e complesse), mentre il nuovo Patto di stabilità andava ancora negoziato. Ma la convinzione con cui la premier Giorgia Meloni ha legato le due partite ha creato a Bruxelles l’aspettativa che una volta raggiunta l’intesa sul Patto sarebbe arrivata la ratifica del Mes. Più interlocutori parlano di «credibilità compromessa» di Roma ai tavoli negoziali, dopo che questo governo invece si era costruito una fama di affidabilità per le posizioni tenute in politica estera in questi mesi. Il prossimo appuntamento del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti con colleghi dell’Eurozona sarà il 15 gennaio e non sarà un incontro facile anche se a porte chiuse aveva sempre spiegato senza giri di parole che la maggioranza del Parlamento italiano era contraria alla ratifica.

Iscriviti alle newsletter di L'Economia

Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile

Europe Matters di Francesca Basso e Viviana Mazza
L’Europa, gli Stati Uniti e l’Italia che contano, con le innovazioni e le decisioni importanti, ma anche le piccole storie di rilievo

One More Thing di Massimo Sideri
Dal mondo della scienza e dell’innovazione tecnologica le notizie che ci cambiano la vita (più di quanto crediamo)

E non dimenticare le newsletter
L'Economia Opinioni e L'Economia Ore 18

Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.

21 dic 2023

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi i contributi SCRIVI

di Redazione Economia

di Antonio Macaluso

di Alessandro Trocino

di Giuliana Ferraino

di Massimiliano Jattoni Dall’Asén

Le guide per approfondire i temi più discussi

di Antonio Macaluso

di Redazione Economia

di Redazione Economia

di Redazione Economia

di Massimiliano Jattoni Dall’Asén

di Massimiliano Jattoni Dall’Asén

di Diana Cavalcoli

di Redazione Economia

di Redazione Economia

di Leonard Berberi

di Emily Capozucca

di Redazione Economia

di Redazione Economia

di Valentina Iorio

di Gino Pagliuca

QOSHE - Mes, il voto italiano delude Bruxelles. A rischio il paracadute per le banche - Francesca Basso
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Mes, il voto italiano delude Bruxelles. A rischio il paracadute per le banche

11 48
22.12.2023

Rammarico e anche la constatazione che l’Italia non sta rispettando gli impegni presi.Il no della Camera alla ratifica del trattato di riforma del Meccanismo europeo di stabilità — arrivato proprio il giorno dopo l’accordo raggiunto all’Ecofin sulla riforma del Patto di stabilità — ha colpito Bruxelles anche per il timing. Il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe, ministro irlandese molto pacato che ha dato prova di grande comprensione in questi mesi nei confronti di Roma, «pur rispettando pienamente le deliberazioni parlamentari», ha espresso «rammarico» per il risultato perché «l’Italia rimane l’unico Paese che blocca la finalizzazione di una riforma per la quale ci siamo tutti impegnati nel 2021».

Il richiamo a “tutti” torna più volte nella nota del presidente. Il no dell’Italia non consente di portare a termine la riforma che «è un elemento chiave della nostra rete di sicurezza comune nell’area euro a beneficio di tutti i Paesi membri dell’area», prosegue Donohoe. Tra le novità della riforma c’è l’istituzione di un «backstop» (paracadute) pubblico al Fondo di risoluzione unico «destinato a rafforzare ulteriormente la resilienza e la stabilità finanziaria dell’Eurozona nel suo complesso e di ogni singolo Stato membro, compresa l’Italia», spiega. Ora, in caso di crisi bancarie, c’è........

© Corriere della Sera


Get it on Google Play