Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, scioglierà oggi le riserve sul decreto per salvare i lavori del Superbonus nei condomini chiesto dalla maggioranza. Il pressing è alto, anche da parte delle imprese e dei cittadini, che il 28 manifesteranno di nuovo a Roma, il problema enorme, perché ci sono almeno diecimila cantieri aperti dove si rischiano contenziosi legali, ma il margine, fanno capire al Tesoro, è ridottissimo. Anche per un intervento minimo, che pesi solo sui conti del 2023, come lo Stato di avanzamento lavori straordinario a fine dicembre.
Nel ‘23 spesa verso i 50 miliardi
Il problema sono i costi, già fuori controllo. Il ministero dell’Economia avrà oggi dall’Enea i dati sul tiraggio del bonus a dicembre, ma la linea rossa è stata superata da un pezzo. Per quest’anno nel Documento di economia e finanza di primavera si stimava una spesa di 14 miliardi, nella Nota di Aggiornamento a settembre è stata rivista a 30 miliardi, ma si starebbe viaggiando sui 50. Le detrazioni 110% sono spesa pubblica che si scarica tutta sul deficit dell’anno in cui maturano. E quello del ‘23 rischia di già di andare oltre il 5,3% fissato nei documenti ufficiali del governo.
Forza Italia spinge
«È un problema che nasce dalle stime sbagliate sui costi a carico del bilancio pubblico, e che è stato gestito ancora peggio» dice Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera, dove domani stesso Giorgetti potrebbe annunciare la sua decisione. «Per Forza Italia - insiste Barelli - questo governo, pur avendo subito una pesante eredità da quelli precedenti, non deve deludere le aspettative di condomini ed aziende oneste».
Cosa si rischia nei condomini
Da gennaio la detrazione passerà dal 110% al 70%, ma per concludere i lavori i proprietari dovranno metterci il 30% della differenza, altrimenti salta anche la detrazione del 70%, se non tutta quella del 110% già maturata, se nell’edificio i lavori non raggiungono il miglioramento di due classi energetiche. Gli edifici che sono in ritardo con la ristrutturazione sono tantissimi: a fine novembre mancavano da fare lavori nei condomini per 13 miliardi gran parte dei quali slitteranno al ‘24. A gennaio, insomma, salterà fuori un “buco” da almeno tre miliardi di euro, che qualcuno ci rimetterà.
Limitare i danni
Preso atto che su una proroga del 110% nel ‘24 Giorgetti non avrebbe mai ceduto, la maggioranza cerca almeno di limitare i danni. Guido Liris, di Fratelli d’Italia, ha proposto uno Stato di avanzamento lavori straordinario, un Sal, a fine anno. Servirebbe a certificare tutti i lavori fatti fino al 31 dicembre, assicurando per questi la detrazione al 110%. Si cerca poi un modo almeno per alleggerire il carico del probabilissimo contenzioso tra imprese e committenti sui lavori non finiti. Garantire la detrazione del 70% se il condominio non paga la sua quota del 30%, ad esempio, o salvaguardare almeno le detrazioni maturate per quegli edifici che non riescono a fare il salto di due classi energetiche. Tutti interventi che dovranno essere, semmai, a costo zero.
Bonus Barriere nel mirino
Non si esclude, invece, una stretta sull’appetibilissimo bonus al 75% per la rimozione delle barriere architettoniche, con sconto in fattura e cessione del credito, che ha già rimpiazzato il 110% nelle unifamiliari. Per accedervi non occorre avere anziani o disabili in casa, non bisogna migliorare le due classi energetiche e copre moltissimi interventi. Comprese finestre e serramenti: i requisiti tecnici fissati dal Dm dell’89 sulle barriere sono ormai standard nelle produzioni odierne.
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26 dic 2023
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Pressing per “salvare” il Superbonus. Condomini, a rischio 10 mila cantieri
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27.12.2023
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, scioglierà oggi le riserve sul decreto per salvare i lavori del Superbonus nei condomini chiesto dalla maggioranza. Il pressing è alto, anche da parte delle imprese e dei cittadini, che il 28 manifesteranno di nuovo a Roma, il problema enorme, perché ci sono almeno diecimila cantieri aperti dove si rischiano contenziosi legali, ma il margine, fanno capire al Tesoro, è ridottissimo. Anche per un intervento minimo, che pesi solo sui conti del 2023, come lo Stato di avanzamento lavori straordinario a fine dicembre.
Nel ‘23 spesa verso i 50 miliardi
Il problema sono i costi, già fuori controllo. Il ministero dell’Economia avrà oggi dall’Enea i dati sul tiraggio del bonus a dicembre, ma la linea rossa è stata superata da un pezzo. Per quest’anno nel Documento di economia e finanza di primavera si stimava una spesa di 14 miliardi, nella Nota di Aggiornamento a settembre è stata rivista a 30 miliardi, ma si starebbe viaggiando sui 50. Le detrazioni 110% sono spesa pubblica che si scarica tutta sul deficit dell’anno in cui maturano. E quello del ‘23 rischia di già di andare oltre il 5,3% fissato nei documenti ufficiali del governo.
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«È un problema che nasce dalle stime sbagliate sui costi a carico del bilancio pubblico, e che è stato gestito ancora peggio» dice Paolo Barelli,........
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