Curioso parlare di allarme rosso per un’azienda, la Tesla, che l’anno scorso ha prodotto 1,8 milioni di veicoli elettrici con un incremento del 35% e nell’ultimo trimestre 2023 ha realizzato profitti per 7,9 miliardi di dollari. Eppure investitori e analisti sono spaventati e il titolo dall’inizio dell’anno ha perso il 28%: 130 miliardi di capitale in fumo. Tesla rischia di uscire dal club delle «magnifiche sette» della tecnologia: le altre sei — Microsoft, Amazon, Meta-Facebook, Apple, Alphabet-Google e Nvidia — complessivamente da Capodanno hanno guadagnato il 9,3%. Cosa sta succedendo? L’azienda fondata da Elon Musk deve affrontare situazioni critiche su molti fronti. La produzione cresce, il fatturato no (solo 1% nell’ultimo trimestre). Il motivo è semplice: Tesla ha dovuto abbassare i prezzi delle vetture per far fronte a una concorrenza più vasta e agguerrita. Ha ancora metà del mercato Usa, pressoché impenetrabile per i cinesi, ma altrove la Cina è ormai leader col 58,7% del mercato mondiale e il controllo della filiera: materie prime, loro raffinazione, batterie.

di Francesco Bertolino

La concorrenza cinese

La casa cinese BYD è ormai più grossa della Tesla e offre veicoli simili a prezzi è più bassi. Anche sulla qualità, pur eccellente, non c’è più la superiorità di un tempo: si moltiplicano i concorrenti, da Ford a GM a Hyundai, mentre Volkswagen, coi marchi Audi, Porsche e Skoda offre ormai una gamma di prodotti più vasta di quella di Tesla. Insomma, Tesla sta perdendo la magia che aveva spinto gli investitori a valorizzarla molto più delle altre case: ora combatte a mani nude, scatena guerre dei prezzi, chiede barriere doganali anti Cina mentre spuntano problemi di qualità (1,6 milioni di vetture richiamate per problemi di software, altre 200 mila fa per un difetto della telecamera posteriore).

di Valentina Iorio

Cala l’entusiasmo Usa per l’elettrico

Intanto cala l’entusiasmo degli automobilisti americani per l’elettrico: Ford ha tagliato la produzione, Hertz vende 20 mila Tesla e le sostituisce con veicoli a benzina e l’onda di gelo artico che ha colpito l’America nei giorni scorsi ha portato nelle case degli americani immagini di auto bloccate senza energia perché alle basse temperature cala l’autonomia. E file di ore alle colonnine: col gelo i tempi di ricarica si allungano.

Trump potrebbe cancellare gli incentivi

Non dando previsioni per il 2024 ma anticipando che non sono più ipotizzabili i tassi di crescita del passato, Tesla si dipinge come un’azienda «normale». Che, però, è valorizzata dal mercato in modo «speciale». Certo, Musk ci ha abituato ad alti e bassi: gli piace arrivare sull’orlo del baratro per poi esibirsi in recuperi strabilianti: nuovi processi produttivi, nuovi veicoli. Stavolta promette un’auto low cost prodotta in parte in Texas, in parte in Messico. Ma ha anche problemi politici: l’odiato Biden gli ha dato generosi incentivi elettrici, che il suo nuovo amico Trump potrebbe cancellare se il potere tornerà ai repubblicani: definiscono l’auto elettrica una burla e gli incentivi un sussidio per i ricchi di sinistra pagato con le tasse dei lavoratori.

di Alessandra Puato

I dubbi dei mercati

Sul titolo incombe, poi, l’incognita della richiesta di Musk di alzare dal 13 al 25% la sua quota di controllo di Tesla per prevenire assalti finanziari dall’esterno. In caso contrario Elon porterà la ricerca sull’intelligenza artificiale fuori dalla società. Ipotesi terrificante per investitori che scommettono su Tesla anche perché la considerano leader nell’AI. Ma nessuno sa come fare senza diluire il valore dei titoli esistenti.

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28 gen 2024

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Tesla, dalla concorrenza cinese ai guasti alle vetture: tutti i guai dell’azienda di Elon Musk

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29.01.2024

Curioso parlare di allarme rosso per un’azienda, la Tesla, che l’anno scorso ha prodotto 1,8 milioni di veicoli elettrici con un incremento del 35% e nell’ultimo trimestre 2023 ha realizzato profitti per 7,9 miliardi di dollari. Eppure investitori e analisti sono spaventati e il titolo dall’inizio dell’anno ha perso il 28%: 130 miliardi di capitale in fumo. Tesla rischia di uscire dal club delle «magnifiche sette» della tecnologia: le altre sei — Microsoft, Amazon, Meta-Facebook, Apple, Alphabet-Google e Nvidia — complessivamente da Capodanno hanno guadagnato il 9,3%. Cosa sta succedendo? L’azienda fondata da Elon Musk deve affrontare situazioni critiche su molti fronti. La produzione cresce, il fatturato no (solo 1% nell’ultimo trimestre). Il motivo è semplice: Tesla ha dovuto abbassare i prezzi delle vetture per far fronte a una concorrenza più vasta e agguerrita. Ha ancora metà del mercato Usa, pressoché impenetrabile per i cinesi, ma altrove la Cina è ormai leader col 58,7% del mercato mondiale e il controllo della filiera: materie prime, loro raffinazione, batterie.

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La concorrenza cinese

La casa cinese BYD è ormai più grossa della Tesla e offre veicoli simili a prezzi è più bassi. Anche sulla qualità, pur eccellente, non c’è più la........

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