“Vi è più ragione del tuo corpo che nella tua maggiore saggezza”, scrive F.W. Nietzsche nella sua opera forse più celebre “Così parlò Zarathustra”. Ma dove è finito il corpo?

Ho scritto in un precedente post nel quale parlavo di amore che proprio di amore si parla in uno studio di psicoanalisi e oggi mi accorgo che immediatamente dopo, in una percentuale altissima, si parla di uno specifico problema dell’amore: fare l’amore. Tante coppie giovanissime - e non - soffrono della mancanza di sessualità all’interno della loro coppia e, per la mia esperienza, in percentuale maggiore il problema dipende dai maschi.

Non parliamo di problematiche solo fisiologiche o meccaniche, ma di una vera e propria riduzione di libido… di ‘voglia’. Cosa sta succedendo? Se osserviamo qualche statistica notiamo che a tutti i livelli la violenza è in aumento: dal 2021-2022 i delitti commessi registrati sono aumentati del 3,8%; la violenza di genere ha un andamento stabile di circa 2000 casi l’anno ed è in aumento la violenza tra i giovani. Insomma il bollettino riporta dati da cui si intuisce una tendenza della società, e direi della civilizzazione, verso la regressione.

Stiamo regredendo? Perché accosto questi due fenomeni? Perché il nostro organismo è mirabilmente gestito da un’economia energetica: produce e consuma energia in un equilibrio che garantisce l’ottimale funzionamento e quindi consente il benessere e la salute. Noi consumiamo e produciamo energia per agire, per condurre i nostri comportamenti, per vivere e per vivere le nostre emozioni. L’evoluzione e la cultura ci hanno permesso e ci permettono di incanalare nel modo ‘adeguato’ questa energia (libidica) allo scopo di mantenere una regolamentazione sociale che garantisca all’individuo protezione e giustizia, quindi la sopravvivenza. Questo ovviamente a sacrificio della nostra parte pulsionale che solo in minima parte preserviamo.

Freud ci ha aveva già avvertiti in un testo potente quale “Il disagio della civiltà” quanto la rinuncia o il controllo della parte pulsionale dell’individuo ne sacrificasse, quindi, la felicità a favore della garanzia di sopravvivenza. Oggi tuttavia direi che siamo in una fase successiva, che chiamerei post-pulsionale. Abbiamo infatti talmente controllato le nostre pulsioni da arrivare a negarle. Ma la negazione, a differenza del controllo di un fenomeno, presuppone che quel fenomeno lo si perda, lo si disconosca, cioè non si conosca più la parte sostanziale che ci determina: essa continua ad esistere, ma non conoscendola se ne perde il controllo. Ci controlla ciò che non conosciamo… ecco che improvvisamente siamo tornati ad una fase dove la pulsionalità sta riprendendo il controllo in maniera regressiva. Quello che è ancora più grave è che la società sta tornando ad un livello infantile di funzionamento dove l’aggressività è fisica e non ancora genitalizzata.

Cosa voglio dire? Se parliamo di aggressività, ovviamente viriamo nel maschile della società. Ma l’aggressività maschile ha una forma negativa e una positiva: la prima è la sopraffazione fine a sé stessa volta a distruggere, la seconda è invece la forza utilizzata per proteggere. Quando approfondisco questi temi mi risuona immediatamente un’immagine potente quale lo scontro tra Achille e Ettore che nella Storia mitica indica proprio lo scontro tra queste due potenti energie: l’una quella del maschio puro istinto, Achille comandato ancora dal Dio (la pulsione in psicoanalisi), l’altra quella del maschio che inizia a rappresentare l’uomo civile che combatte per proteggere la propria famiglia, per proteggere i figli della propria patria. Stiamo assistendo ad una regressione alla forza bruta che prende il controllo, alla prevalenza dell’energia distruttiva su quella protettiva che è anche creativa. Ecco che ci avviciniamo allora al tema della sessualità.

La sessualità è la massima rappresentazione dell’energia incanalata per creare nel senso più positivo del suo movimento: per creare non solo per riprodurre, ma creare unione, connessione, sensazione. La perdita della capacità di fare questo, la regressione a un livello più arcaico di funzionamento fa perdere questa capacità e sempre più dirottare l’energia nella violenza e distruzione anziché nella costruzione. Oggi allora a questo sono chiamati gli uomini: i maschi a difendere, i padri a condurre, l’autorità a tornare a limitare. Ed è così che ritroveranno la propria energia creativa.

Commenta con i lettori I commenti dei lettori

Suggerisci una correzione

“Vi è più ragione del tuo corpo che nella tua maggiore saggezza”, scrive F.W. Nietzsche nella sua opera forse più celebre “Così parlò Zarathustra”. Ma dove è finito il corpo?

Ho scritto in un precedente post nel quale parlavo di amore che proprio di amore si parla in uno studio di psicoanalisi e oggi mi accorgo che immediatamente dopo, in una percentuale altissima, si parla di uno specifico problema dell’amore: fare l’amore. Tante coppie giovanissime - e non - soffrono della mancanza di sessualità all’interno della loro coppia e, per la mia esperienza, in percentuale maggiore il problema dipende dai maschi.

Non parliamo di problematiche solo fisiologiche o meccaniche, ma di una vera e propria riduzione di libido… di ‘voglia’. Cosa sta succedendo? Se osserviamo qualche statistica notiamo che a tutti i livelli la violenza è in aumento: dal 2021-2022 i delitti commessi registrati sono aumentati del 3,8%; la violenza di genere ha un andamento stabile di circa 2000 casi l’anno ed è in aumento la violenza tra i giovani. Insomma il bollettino riporta dati da cui si intuisce una tendenza della società, e direi della civilizzazione, verso la regressione.

Stiamo regredendo? Perché accosto questi due fenomeni? Perché il nostro organismo è mirabilmente gestito da un’economia energetica: produce e consuma energia in un equilibrio che garantisce l’ottimale funzionamento e quindi consente il benessere e la salute. Noi consumiamo e produciamo energia per agire, per condurre i nostri comportamenti, per vivere e per vivere le nostre emozioni. L’evoluzione e la cultura ci hanno permesso e ci permettono di incanalare nel modo ‘adeguato’ questa energia (libidica) allo scopo di mantenere una regolamentazione sociale che garantisca all’individuo protezione e giustizia, quindi la sopravvivenza. Questo ovviamente a sacrificio della nostra parte pulsionale che solo in minima parte preserviamo.

Freud ci ha aveva già avvertiti in un testo potente quale “Il disagio della civiltà” quanto la rinuncia o il controllo della parte pulsionale dell’individuo ne sacrificasse, quindi, la felicità a favore della garanzia di sopravvivenza. Oggi tuttavia direi che siamo in una fase successiva, che chiamerei post-pulsionale. Abbiamo infatti talmente controllato le nostre pulsioni da arrivare a negarle. Ma la negazione, a differenza del controllo di un fenomeno, presuppone che quel fenomeno lo si perda, lo si disconosca, cioè non si conosca più la parte sostanziale che ci determina: essa continua ad esistere, ma non conoscendola se ne perde il controllo. Ci controlla ciò che non conosciamo… ecco che improvvisamente siamo tornati ad una fase dove la pulsionalità sta riprendendo il controllo in maniera regressiva. Quello che è ancora più grave è che la società sta tornando ad un livello infantile di funzionamento dove l’aggressività è fisica e non ancora genitalizzata.

Cosa voglio dire? Se parliamo di aggressività, ovviamente viriamo nel maschile della società. Ma l’aggressività maschile ha una forma negativa e una positiva: la prima è la sopraffazione fine a sé stessa volta a distruggere, la seconda è invece la forza utilizzata per proteggere. Quando approfondisco questi temi mi risuona immediatamente un’immagine potente quale lo scontro tra Achille e Ettore che nella Storia mitica indica proprio lo scontro tra queste due potenti energie: l’una quella del maschio puro istinto, Achille comandato ancora dal Dio (la pulsione in psicoanalisi), l’altra quella del maschio che inizia a rappresentare l’uomo civile che combatte per proteggere la propria famiglia, per proteggere i figli della propria patria. Stiamo assistendo ad una regressione alla forza bruta che prende il controllo, alla prevalenza dell’energia distruttiva su quella protettiva che è anche creativa. Ecco che ci avviciniamo allora al tema della sessualità.

La sessualità è la massima rappresentazione dell’energia incanalata per creare nel senso più positivo del suo movimento: per creare non solo per riprodurre, ma creare unione, connessione, sensazione. La perdita della capacità di fare questo, la regressione a un livello più arcaico di funzionamento fa perdere questa capacità e sempre più dirottare l’energia nella violenza e distruzione anziché nella costruzione. Oggi allora a questo sono chiamati gli uomini: i maschi a difendere, i padri a condurre, l’autorità a tornare a limitare. Ed è così che ritroveranno la propria energia creativa.

QOSHE - Non facciamo più l’amore - Agnese Scappini
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Non facciamo più l’amore

14 0
11.03.2024

“Vi è più ragione del tuo corpo che nella tua maggiore saggezza”, scrive F.W. Nietzsche nella sua opera forse più celebre “Così parlò Zarathustra”. Ma dove è finito il corpo?

Ho scritto in un precedente post nel quale parlavo di amore che proprio di amore si parla in uno studio di psicoanalisi e oggi mi accorgo che immediatamente dopo, in una percentuale altissima, si parla di uno specifico problema dell’amore: fare l’amore. Tante coppie giovanissime - e non - soffrono della mancanza di sessualità all’interno della loro coppia e, per la mia esperienza, in percentuale maggiore il problema dipende dai maschi.

Non parliamo di problematiche solo fisiologiche o meccaniche, ma di una vera e propria riduzione di libido… di ‘voglia’. Cosa sta succedendo? Se osserviamo qualche statistica notiamo che a tutti i livelli la violenza è in aumento: dal 2021-2022 i delitti commessi registrati sono aumentati del 3,8%; la violenza di genere ha un andamento stabile di circa 2000 casi l’anno ed è in aumento la violenza tra i giovani. Insomma il bollettino riporta dati da cui si intuisce una tendenza della società, e direi della civilizzazione, verso la regressione.

Stiamo regredendo? Perché accosto questi due fenomeni? Perché il nostro organismo è mirabilmente gestito da un’economia energetica: produce e consuma energia in un equilibrio che garantisce l’ottimale funzionamento e quindi consente il benessere e la salute. Noi consumiamo e produciamo energia per agire, per condurre i nostri comportamenti, per vivere e per vivere le nostre emozioni. L’evoluzione e la cultura ci hanno permesso e ci permettono di incanalare nel modo ‘adeguato’ questa energia (libidica) allo scopo di mantenere una regolamentazione sociale che garantisca all’individuo protezione e giustizia, quindi la sopravvivenza. Questo ovviamente a sacrificio della nostra parte pulsionale che solo in minima parte preserviamo.

Freud ci ha aveva già avvertiti in un testo potente quale “Il disagio della civiltà” quanto la rinuncia o il controllo della parte pulsionale dell’individuo ne sacrificasse, quindi, la felicità a favore della garanzia di sopravvivenza. Oggi tuttavia direi che siamo in una fase successiva, che chiamerei........

© HuffPost


Get it on Google Play