Platone faceva dire a Socrate, ne “La Repubblica”, che si dovevano scegliere i governanti con l’anima d’oro. In una società in cui l’esistenza dell’anima è ampiamente messa in discussione, il criterio appare perlomeno inadeguato. Resta il problema di coniugare onestà, etica e competenza, specialmente in un sistema democratico, dove il politico sarà, alla fine, valutato sulla base dei risultati che avrà prodotto, ma, soprattutto, in funzione della sua capacità di “venderli” alla base elettorale. È tipico delle democrazie avanzate uno schiacciamento ideale sulle posizioni del proprio leader, fino a che questi è in grado di concentrare un consenso che, comunque, in poco tempo, può svanire, come quello di un allenatore di una squadra di calcio, che, dopo tre sconfitte, perde il consenso della curva, dai cui cori veniva prima osannato.

La politica diventa tifo e la sua comunicazione diventa marketing digitale e avanzato. Il covid, una guerra, l’accoglienza degli immigrati o la politica socio-sanitaria diventano testo della comunicazione di massa. La comunicazione diventa prodotto e così, in prima serata, le trasmissioni politiche, rilanciate sui social media in modo sapiente, vendono più pubblicità dell’avanspettacolo, con l’effetto di fare diventare tutto il popolo esperto di virologia, politica internazionale, economia di guerra, a seconda della moda del momento.

Il contenuto della politica perde la sua propria dimensione programmatica, il messaggio deve essere commerciale, immediato da proporre sui social e da ripetere. La cultura diventa la pesantezza dei boomer, che sono le generazioni accusate di avere determinato il declino; il consenso passa per la leggerezza. Ci sono i tifosi di Israele e quelli della Palestina, come quelli della Russia e dell’Ucraina; quelli della destra, della sinistra e dei 5 Stelle.

Le forze politiche Europee in generale e quelle italiane in particolare, prive del coraggio di proporre un programma forte, percepito inutile e forse dannoso ai fini della generazione del risultato elettorale, regrediscono economicamente, stagione dopo stagione, mentre i giovani, insoddisfatti degli stipendi correnti, proposti da imprese povere, decidono di restare a casa; intanto, i gelidi venti di guerra portano una fredda miseria, che, in ogni caso, lascerà il sistema lacero: sperando che, a quel punto, ci sia qualcuno che abbia la voglia, ma soprattutto il coraggio di tirarsi su le maniche e lavorare.

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Platone faceva dire a Socrate, ne “La Repubblica”, che si dovevano scegliere i governanti con l’anima d’oro. In una società in cui l’esistenza dell’anima è ampiamente messa in discussione, il criterio appare perlomeno inadeguato. Resta il problema di coniugare onestà, etica e competenza, specialmente in un sistema democratico, dove il politico sarà, alla fine, valutato sulla base dei risultati che avrà prodotto, ma, soprattutto, in funzione della sua capacità di “venderli” alla base elettorale. È tipico delle democrazie avanzate uno schiacciamento ideale sulle posizioni del proprio leader, fino a che questi è in grado di concentrare un consenso che, comunque, in poco tempo, può svanire, come quello di un allenatore di una squadra di calcio, che, dopo tre sconfitte, perde il consenso della curva, dai cui cori veniva prima osannato.

La politica diventa tifo e la sua comunicazione diventa marketing digitale e avanzato. Il covid, una guerra, l’accoglienza degli immigrati o la politica socio-sanitaria diventano testo della comunicazione di massa. La comunicazione diventa prodotto e così, in prima serata, le trasmissioni politiche, rilanciate sui social media in modo sapiente, vendono più pubblicità dell’avanspettacolo, con l’effetto di fare diventare tutto il popolo esperto di virologia, politica internazionale, economia di guerra, a seconda della moda del momento.

Il contenuto della politica perde la sua propria dimensione programmatica, il messaggio deve essere commerciale, immediato da proporre sui social e da ripetere. La cultura diventa la pesantezza dei boomer, che sono le generazioni accusate di avere determinato il declino; il consenso passa per la leggerezza. Ci sono i tifosi di Israele e quelli della Palestina, come quelli della Russia e dell’Ucraina; quelli della destra, della sinistra e dei 5 Stelle.

Le forze politiche Europee in generale e quelle italiane in particolare, prive del coraggio di proporre un programma forte, percepito inutile e forse dannoso ai fini della generazione del risultato elettorale, regrediscono economicamente, stagione dopo stagione, mentre i giovani, insoddisfatti degli stipendi correnti, proposti da imprese povere, decidono di restare a casa; intanto, i gelidi venti di guerra portano una fredda miseria, che, in ogni caso, lascerà il sistema lacero: sperando che, a quel punto, ci sia qualcuno che abbia la voglia, ma soprattutto il coraggio di tirarsi su le maniche e lavorare.

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Quando la politica diventa tifo

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18.04.2024

Platone faceva dire a Socrate, ne “La Repubblica”, che si dovevano scegliere i governanti con l’anima d’oro. In una società in cui l’esistenza dell’anima è ampiamente messa in discussione, il criterio appare perlomeno inadeguato. Resta il problema di coniugare onestà, etica e competenza, specialmente in un sistema democratico, dove il politico sarà, alla fine, valutato sulla base dei risultati che avrà prodotto, ma, soprattutto, in funzione della sua capacità di “venderli” alla base elettorale. È tipico delle democrazie avanzate uno schiacciamento ideale sulle posizioni del proprio leader, fino a che questi è in grado di concentrare un consenso che, comunque, in poco tempo, può svanire, come quello di un allenatore di una squadra di calcio, che, dopo tre sconfitte, perde il consenso della curva, dai cui cori veniva prima osannato.

La politica diventa tifo e la sua comunicazione diventa marketing digitale e avanzato. Il covid, una guerra, l’accoglienza degli immigrati o la politica socio-sanitaria diventano testo della comunicazione di massa. La comunicazione diventa prodotto e così, in prima serata, le trasmissioni politiche, rilanciate sui social media in modo sapiente, vendono più pubblicità dell’avanspettacolo, con l’effetto di fare diventare tutto il popolo esperto di virologia, politica internazionale, economia........

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