Dal 1992, il 22 Marzo, si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell'Acqua, appuntamento voluto dalle Nazioni Unite che ci consente di fare alcune valutazioni su questa fondamentale risorsa.

Più preoccupante, quella che conferma, anche per il 2023, il trend negativo di disponibilità di risorsa idrica registrato da diversi anni in Italia, come si evince dalle stime del BIGBANG, il modello idrologico nazionale realizzato dall’ISPRA.

Nel nostro Paese la disponibilità di risorsa idrica per l’anno 2023 è stimata in 112,4 miliardi di metri cubi, a fronte di un valore di precipitazione totale di 279,1 miliardi di metri cubi. Nel corso dell’anno si è comunque manifestata una certa ripresa rispetto al 2022, anno in cui la disponibilità di risorsa idrica ha raggiunto il minimo storico di 67 miliardi di metri cubi.

Il dato del 2023 è il risultato dell'effetto combinato di un deficit di precipitazioni - specialmente nei mesi di febbraio, marzo, settembre e dicembre - e di un incremento dei volumi idrici di evaporazione diretta dagli specchi d'acqua e dal terreno.

A rendere meno severa la diminuzione della disponibilità di risorsa idrica, - come ci dice sempre l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero dell’Ambiente - ha contribuito l’elevato volume di precipitazioni che si è riversato nel mese di maggio, stimato in circa 49 miliardi di metri cubi. Più del doppio di quello che mediamente caratterizza lo stesso mese, a livello nazionale. In Emilia-Romagna, Sicilia e in minor parte anche in Calabria, i valori cumulati di pioggia sono stati addirittura superiori di oltre 6 volte le medie del periodo.

Decisamente incoraggiante appare invece la statistica 2023 sull'uso dell’acqua del rubinetto. In Italia, da anni, è in corso un dibattito annoso: l’acqua del rubinetto può sostituire quella minerale venduta nei supermercati e che per molti anni è stata considerata migliore dal punto di vista della qualità? Una discussione che possiamo definire ormai superata, come testimonia un’evidenza certificata: oggi l’acqua del rubinetto è sicura, e per questo un italiano su due la beve quotidianamente.

La crescita in percentuale di chi oggi si fida dell’acqua del rubinetto è il 10% in più rispetto ad appena quattro anni fa. Poi ci sono naturalmente i fontanelli o chioschi, protagonisti assoluti di questo boom. Veri e propri distributori pubblici dell’acqua sparsi un po’ su tutto il territorio nazionale, che erogano acqua naturale o gassata, a temperatura ambiente o refrigerata. E, nella maggior parte dei casi, la mettono a disposizione dei cittadini gratis: al massimo, infatti, alcune amministrazioni comunali scelgono di far pagare qualche centesimo di euro per un litro di acqua con le bollicine, e nulla più.

Bere l’acqua che sgorga direttamente nelle nostre case, significa un impatto diretto per l'ambiente, con una riduzione di rifiuti: milioni di bottiglie di plastica che vengono quotidianamente messe in circolo. Infine, evita un altro passaggio della filiera, il trasporto, che genera emissioni di anidride carbonica e altri inquinanti nell’aria. Bere l’acqua del rubinetto, oltre a toglierci la fatica di trasportare le bottiglie fino a casa, dà dunque una mano all’ambiente.

Per anni abbiamo avuto un problema culturale, più che salutare, di approccio all'acqua del rubinetto. Oggi, a tutelare la sicurezza dei cittadini ci sono oltre 300.000 controlli all’anno da parte dei gestori e delle autorità sanitarie.

Quello della sicurezza è un tema caro anche all’Europa, dal momento che la Commissione Europea ha varato nel 2018 una Direttiva ad hoc che poggia su 18 parametri, stabiliti secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, così da definire i criteri di riduzione dei vari batteri inquinanti e aumentare l’accesso ad acqua sicura. E conveniente, visto che un litro costa in media tra 3 e 8 centesimi di euro.

C'è comunque una domanda che si sente fare spesso: "ma come si fa a togliere quel sapore di cloro che spesso si sente quando si beve l'acqua del rubinetto?". Risposta: semplicemente e banalmente lasciandola decantare un'ora in una brocca. Ricordandoci che grazie al cloro abbiamo acqua disinfettata, in tavola, nel nostro bicchiere.

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Dal 1992, il 22 Marzo, si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell'Acqua, appuntamento voluto dalle Nazioni Unite che ci consente di fare alcune valutazioni su questa fondamentale risorsa.

Più preoccupante, quella che conferma, anche per il 2023, il trend negativo di disponibilità di risorsa idrica registrato da diversi anni in Italia, come si evince dalle stime del BIGBANG, il modello idrologico nazionale realizzato dall’ISPRA.

Nel nostro Paese la disponibilità di risorsa idrica per l’anno 2023 è stimata in 112,4 miliardi di metri cubi, a fronte di un valore di precipitazione totale di 279,1 miliardi di metri cubi. Nel corso dell’anno si è comunque manifestata una certa ripresa rispetto al 2022, anno in cui la disponibilità di risorsa idrica ha raggiunto il minimo storico di 67 miliardi di metri cubi.

Il dato del 2023 è il risultato dell'effetto combinato di un deficit di precipitazioni - specialmente nei mesi di febbraio, marzo, settembre e dicembre - e di un incremento dei volumi idrici di evaporazione diretta dagli specchi d'acqua e dal terreno.

A rendere meno severa la diminuzione della disponibilità di risorsa idrica, - come ci dice sempre l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero dell’Ambiente - ha contribuito l’elevato volume di precipitazioni che si è riversato nel mese di maggio, stimato in circa 49 miliardi di metri cubi. Più del doppio di quello che mediamente caratterizza lo stesso mese, a livello nazionale. In Emilia-Romagna, Sicilia e in minor parte anche in Calabria, i valori cumulati di pioggia sono stati addirittura superiori di oltre 6 volte le medie del periodo.

Decisamente incoraggiante appare invece la statistica 2023 sull'uso dell’acqua del rubinetto. In Italia, da anni, è in corso un dibattito annoso: l’acqua del rubinetto può sostituire quella minerale venduta nei supermercati e che per molti anni è stata considerata migliore dal punto di vista della qualità? Una discussione che possiamo definire ormai superata, come testimonia un’evidenza certificata: oggi l’acqua del rubinetto è sicura, e per questo un italiano su due la beve quotidianamente.

La crescita in percentuale di chi oggi si fida dell’acqua del rubinetto è il 10% in più rispetto ad appena quattro anni fa. Poi ci sono naturalmente i fontanelli o chioschi, protagonisti assoluti di questo boom. Veri e propri distributori pubblici dell’acqua sparsi un po’ su tutto il territorio nazionale, che erogano acqua naturale o gassata, a temperatura ambiente o refrigerata. E, nella maggior parte dei casi, la mettono a disposizione dei cittadini gratis: al massimo, infatti, alcune amministrazioni comunali scelgono di far pagare qualche centesimo di euro per un litro di acqua con le bollicine, e nulla più.

Bere l’acqua che sgorga direttamente nelle nostre case, significa un impatto diretto per l'ambiente, con una riduzione di rifiuti: milioni di bottiglie di plastica che vengono quotidianamente messe in circolo. Infine, evita un altro passaggio della filiera, il trasporto, che genera emissioni di anidride carbonica e altri inquinanti nell’aria. Bere l’acqua del rubinetto, oltre a toglierci la fatica di trasportare le bottiglie fino a casa, dà dunque una mano all’ambiente.

Per anni abbiamo avuto un problema culturale, più che salutare, di approccio all'acqua del rubinetto. Oggi, a tutelare la sicurezza dei cittadini ci sono oltre 300.000 controlli all’anno da parte dei gestori e delle autorità sanitarie.

Quello della sicurezza è un tema caro anche all’Europa, dal momento che la Commissione Europea ha varato nel 2018 una Direttiva ad hoc che poggia su 18 parametri, stabiliti secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, così da definire i criteri di riduzione dei vari batteri inquinanti e aumentare l’accesso ad acqua sicura. E conveniente, visto che un litro costa in media tra 3 e 8 centesimi di euro.

C'è comunque una domanda che si sente fare spesso: "ma come si fa a togliere quel sapore di cloro che spesso si sente quando si beve l'acqua del rubinetto?". Risposta: semplicemente e banalmente lasciandola decantare un'ora in una brocca. Ricordandoci che grazie al cloro abbiamo acqua disinfettata, in tavola, nel nostro bicchiere.

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Diminuisce la disponibilità di acqua

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22.03.2024

Dal 1992, il 22 Marzo, si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell'Acqua, appuntamento voluto dalle Nazioni Unite che ci consente di fare alcune valutazioni su questa fondamentale risorsa.

Più preoccupante, quella che conferma, anche per il 2023, il trend negativo di disponibilità di risorsa idrica registrato da diversi anni in Italia, come si evince dalle stime del BIGBANG, il modello idrologico nazionale realizzato dall’ISPRA.

Nel nostro Paese la disponibilità di risorsa idrica per l’anno 2023 è stimata in 112,4 miliardi di metri cubi, a fronte di un valore di precipitazione totale di 279,1 miliardi di metri cubi. Nel corso dell’anno si è comunque manifestata una certa ripresa rispetto al 2022, anno in cui la disponibilità di risorsa idrica ha raggiunto il minimo storico di 67 miliardi di metri cubi.

Il dato del 2023 è il risultato dell'effetto combinato di un deficit di precipitazioni - specialmente nei mesi di febbraio, marzo, settembre e dicembre - e di un incremento dei volumi idrici di evaporazione diretta dagli specchi d'acqua e dal terreno.

A rendere meno severa la diminuzione della disponibilità di risorsa idrica, - come ci dice sempre l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero dell’Ambiente - ha contribuito l’elevato volume di precipitazioni che si è riversato nel mese di maggio, stimato in circa 49 miliardi di metri cubi. Più del doppio di quello che mediamente caratterizza lo stesso mese, a livello nazionale. In Emilia-Romagna, Sicilia e in minor parte anche in Calabria, i valori cumulati di pioggia sono stati addirittura superiori di oltre 6 volte le medie del periodo.

Decisamente incoraggiante appare invece la statistica 2023 sull'uso dell’acqua del rubinetto. In Italia, da anni, è in corso un dibattito annoso: l’acqua del rubinetto può sostituire quella minerale venduta nei supermercati e che per molti anni è stata considerata migliore dal punto di vista della qualità? Una discussione che possiamo definire ormai superata, come testimonia un’evidenza certificata: oggi l’acqua del rubinetto è sicura, e per questo un italiano su due la beve........

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