Serge viveva a Kfar Kila, nel sud del Libano, dove i suoni ossessionanti degli aerei da guerra e dei bombardamenti squarciavano la notte. Terrorizzati, Serge e i suoi fratelli non potevano più resistere. La madre li radunò rapidamente, insieme alla zia, e fuggirono a Habbouch di notte. In mezzo al caos, Serge impacchettò frettolosamente le cose essenziali: vestiti, scarpe e i giocattoli più cari. A Habbouch ha trovato conforto in una nuova scuola, ma la sicurezza è rimasta lontana, poiché la famiglia ha dovuto trasferirsi in un rifugio a causa dell'aggravarsi dei pericoli. Nonostante gli sconvolgimenti che ha vissuto, a Serge piacciono il rifugio e la scuola, ma aspetta con ansia il giorno in cui potrà tornare a casa.

Le ostilità in corso da oltre sei mesi nel Libano del Sud stanno avendo un impatto devastante sulla popolazione, costringendo oltre 90.000 persone – fra cui 30.000 bambini – a lasciare le proprie case. Secondo le ultime notizie del Ministero della Salute Pubblica, dall’escalation delle ostilità nell’ottobre 2023, 8 bambini (su 344 persone) sono stati uccisi e 75 sono stati feriti (su 1.359 persone).

A maggio del 2023 sono stato in missione in Libano – paese che durante i miei anni da Portavoce dell’Unicef Italia ho visitato diverse volte – in un momento in cui viveva difficoltà politiche, economiche e sociali. È straziante sapere che quelle difficoltà non sono state superate, ma che purtroppo si sono aggravate terribilmente.

Un nuovo Rapporto dell'Unicef in Libano ha messo in luce la crescente sofferenza dei bambini nel paese, alle prese con una serie di crisi aggravate dal conflitto e rileva un'impennata dei bisogni umanitari in tutto il Libano, a seguito degli attacchi aerei che hanno progressivamente colpito più a fondo un Paese già provato da una lunga crisi economica e politica.

L’intensificarsi del conflitto armato ha danneggiato le infrastrutture civili e ha avuto conseguenze sui servizi di base da cui i bambini e le famiglie dipendono, compresi danni significativi a 9 stazioni idriche, che servivano una popolazione di 100.000 persone. Più di 70 scuole sono attualmente chiuse, con conseguenze su circa 20.000 studenti e sulla loro istruzione. Circa 23 strutture sanitarie – che servono 4.000 persone – sono chiuse a causa delle ostilità.

Come conseguenza della crisi economica in corso, si stima che più della metà della popolazione libanese viva al di sotto della soglia di povertà, mentre il 90% delle famiglie di rifugiati siriani vive in condizioni di estrema povertà.

L'attuale conflitto ha aggravato una crisi dell'istruzione preesistente in Libano. Già prima dell'attuale conflitto, oltre 700.000 bambini non andavano a scuola e non studiavano. Oggi, nel sud del Libano, le recenti violenze hanno causato la chiusura di oltre 70 scuole.

Prima dell’inizio del conflitto, i servizi essenziali del Libano, compresi i sistemi sanitari e per l’istruzione, erano già sull’orlo del collasso dopo anni di sovraccarico. Il sistema sanitario non è in grado di soddisfare le richieste di assistenza sanitaria pubblica a causa della scarsità di risorse, tra cui energia, risorse umane, attrezzature e farmaci.

Lavorando con i partner, stiamo consegnando aiuti vitali alle famiglie colpite dalle ostilità, compresi aiuti medici salvavita, kit igienici, integratori di micronutrienti e alimenti complementari in barattolo alle famiglie sfollate che vivono principalmente in rifugi collettivi. Abbiamo anche consegnato carburante, acqua, serbatoi d'acqua, vestiti invernali e coperte. I bambini sfollati interni hanno potuto riprendere l'istruzione nelle scuole pubbliche e hanno ricevuto nuovo materiale scolastico e assistenza per il trasporto.

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Serge viveva a Kfar Kila, nel sud del Libano, dove i suoni ossessionanti degli aerei da guerra e dei bombardamenti squarciavano la notte. Terrorizzati, Serge e i suoi fratelli non potevano più resistere. La madre li radunò rapidamente, insieme alla zia, e fuggirono a Habbouch di notte. In mezzo al caos, Serge impacchettò frettolosamente le cose essenziali: vestiti, scarpe e i giocattoli più cari. A Habbouch ha trovato conforto in una nuova scuola, ma la sicurezza è rimasta lontana, poiché la famiglia ha dovuto trasferirsi in un rifugio a causa dell'aggravarsi dei pericoli. Nonostante gli sconvolgimenti che ha vissuto, a Serge piacciono il rifugio e la scuola, ma aspetta con ansia il giorno in cui potrà tornare a casa.

Le ostilità in corso da oltre sei mesi nel Libano del Sud stanno avendo un impatto devastante sulla popolazione, costringendo oltre 90.000 persone – fra cui 30.000 bambini – a lasciare le proprie case. Secondo le ultime notizie del Ministero della Salute Pubblica, dall’escalation delle ostilità nell’ottobre 2023, 8 bambini (su 344 persone) sono stati uccisi e 75 sono stati feriti (su 1.359 persone).

A maggio del 2023 sono stato in missione in Libano – paese che durante i miei anni da Portavoce dell’Unicef Italia ho visitato diverse volte – in un momento in cui viveva difficoltà politiche, economiche e sociali. È straziante sapere che quelle difficoltà non sono state superate, ma che purtroppo si sono aggravate terribilmente.

Un nuovo Rapporto dell'Unicef in Libano ha messo in luce la crescente sofferenza dei bambini nel paese, alle prese con una serie di crisi aggravate dal conflitto e rileva un'impennata dei bisogni umanitari in tutto il Libano, a seguito degli attacchi aerei che hanno progressivamente colpito più a fondo un Paese già provato da una lunga crisi economica e politica.

L’intensificarsi del conflitto armato ha danneggiato le infrastrutture civili e ha avuto conseguenze sui servizi di base da cui i bambini e le famiglie dipendono, compresi danni significativi a 9 stazioni idriche, che servivano una popolazione di 100.000 persone. Più di 70 scuole sono attualmente chiuse, con conseguenze su circa 20.000 studenti e sulla loro istruzione. Circa 23 strutture sanitarie – che servono 4.000 persone – sono chiuse a causa delle ostilità.

Come conseguenza della crisi economica in corso, si stima che più della metà della popolazione libanese viva al di sotto della soglia di povertà, mentre il 90% delle famiglie di rifugiati siriani vive in condizioni di estrema povertà.

L'attuale conflitto ha aggravato una crisi dell'istruzione preesistente in Libano. Già prima dell'attuale conflitto, oltre 700.000 bambini non andavano a scuola e non studiavano. Oggi, nel sud del Libano, le recenti violenze hanno causato la chiusura di oltre 70 scuole.

Prima dell’inizio del conflitto, i servizi essenziali del Libano, compresi i sistemi sanitari e per l’istruzione, erano già sull’orlo del collasso dopo anni di sovraccarico. Il sistema sanitario non è in grado di soddisfare le richieste di assistenza sanitaria pubblica a causa della scarsità di risorse, tra cui energia, risorse umane, attrezzature e farmaci.

Lavorando con i partner, stiamo consegnando aiuti vitali alle famiglie colpite dalle ostilità, compresi aiuti medici salvavita, kit igienici, integratori di micronutrienti e alimenti complementari in barattolo alle famiglie sfollate che vivono principalmente in rifugi collettivi. Abbiamo anche consegnato carburante, acqua, serbatoi d'acqua, vestiti invernali e coperte. I bambini sfollati interni hanno potuto riprendere l'istruzione nelle scuole pubbliche e hanno ricevuto nuovo materiale scolastico e assistenza per il trasporto.

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Dopo sei mesi di conflitto, la fuga dal sud del Libano: la storia di Serge

29 1
04.05.2024

Serge viveva a Kfar Kila, nel sud del Libano, dove i suoni ossessionanti degli aerei da guerra e dei bombardamenti squarciavano la notte. Terrorizzati, Serge e i suoi fratelli non potevano più resistere. La madre li radunò rapidamente, insieme alla zia, e fuggirono a Habbouch di notte. In mezzo al caos, Serge impacchettò frettolosamente le cose essenziali: vestiti, scarpe e i giocattoli più cari. A Habbouch ha trovato conforto in una nuova scuola, ma la sicurezza è rimasta lontana, poiché la famiglia ha dovuto trasferirsi in un rifugio a causa dell'aggravarsi dei pericoli. Nonostante gli sconvolgimenti che ha vissuto, a Serge piacciono il rifugio e la scuola, ma aspetta con ansia il giorno in cui potrà tornare a casa.

Le ostilità in corso da oltre sei mesi nel Libano del Sud stanno avendo un impatto devastante sulla popolazione, costringendo oltre 90.000 persone – fra cui 30.000 bambini – a lasciare le proprie case. Secondo le ultime notizie del Ministero della Salute Pubblica, dall’escalation delle ostilità nell’ottobre 2023, 8 bambini (su 344 persone) sono stati uccisi e 75 sono stati feriti (su 1.359 persone).

A maggio del 2023 sono stato in missione in Libano – paese che durante i miei anni da Portavoce dell’Unicef Italia ho visitato diverse volte – in un momento in cui viveva difficoltà politiche, economiche e sociali. È straziante sapere che quelle difficoltà non sono state superate, ma che purtroppo si sono aggravate terribilmente.

Un nuovo Rapporto dell'Unicef in Libano ha messo in luce la crescente sofferenza dei bambini nel paese, alle prese con una serie di crisi aggravate dal conflitto e rileva un'impennata dei bisogni umanitari in tutto il Libano, a seguito degli attacchi aerei che hanno progressivamente colpito più a fondo un Paese già provato da una lunga crisi economica e politica.

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