(a cura di Matteo Cupi, Vicepresidente di Animal Equality Europa)

Mentre gli allevatori europei ricevono il supporto politico ed economico delle istituzioni, gli animali sfruttati a scopo alimentare restano privi di tutele. La Commissione europea si era impegnata a pubblicare entro il 2023 una proposta legislativa per eliminare gradualmente e vietare definitivamente l’uso di gabbie, ma ancora di questo documento non c’è traccia.

Non è l’unica promessa mancata però. Nel 2020, la Commissione europea aveva previsto di rivedere la legislazione sul benessere degli animali nell’ambito della strategia Farm to Fork, ma a pochi mesi dalla fine della legislatura, la Commissione ha pubblicato solo una delle quattro proposte promesse (ovvero quella relativa al regolamento sui trasporti di animali vivi), lasciando milioni di animali senza protezione e ignorando le richieste dei cittadini.

Come Animal Equality, insieme a più di 30 organizzazioni per la protezione degli animali, abbiamo quindi deciso di denunciare la Commissione Ue all’Ombudsman europeo, il mediatore incaricato di indagare su denunce relative a procedimenti amministrativi dell’Unione europea. Nel nostro reclamo abbiamo sottolineato che la Commissione Ue non ha agito in conformità con le norme che regolano le Iniziative dei cittadini europei: queste carenze rappresentano un caso di cattiva amministrazione, sia alla luce del Regolamento (UE) 2019/788 che della stessa ragion d’essere delle Iniziative dei cittadini europei come strumento di democrazia transnazionale.

La legislazione attuale in tema di benessere animale è obsoleta e non garantisce la giusta tutela agli animali. Il fatto che l’Unione europea continui a rimandare l’adempimento di un impegno già assunto rivela che gli interessi della politica vanno in un’altra direzione. Eppure nell’ultimo Eurobarometro la stragrande maggioranza dei cittadini europei ha dichiarato chiaramente di volere che l’Unione europea faccia di più per proteggere gli animali.

Intanto, le elezioni europee si avvicinano e i candidati all’Europarlamento sono chiamati a fare la propria parte in difesa degli animali. Insieme a Animalisti Italiani, Animal Law Italia, CIWF Italia, ENPA, Essere Animali, LAC, LAV, LEIDAA, LNDC Animal Protection, OIPA e Save the Dogs and Other Animals, abbiamo lanciato un programma composto da 10 punti per agire concretamente.

Chiediamo alle forze politiche di sostenere l’eliminazione graduale delle gabbie negli allevamenti, nonché di appoggiare una riforma ambiziosa della legislazione europea sul benessere animale con alti standard e specifici avanzamenti per tutte le specie negli allevamenti, includendo gli animali acquatici nella normativa di tutela e rendendo obbligatorio lo stordimento pre-macellazione per tutti gli animali.

Un mondo migliore per gli animali è possibile: è questa convinzione che ci spinge a batterci ogni giorno attraverso il confronto con la politica nazionale ed europea. Per farlo, servono legislatori e decisori disposti ad aprire gli occhi di fronte allo sfruttamento e agli abusi che denunciamo da anni. Non farlo, significa restare indifferenti di fronte alla sofferenza di milioni di individui.

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(a cura di Matteo Cupi, Vicepresidente di Animal Equality Europa)

Mentre gli allevatori europei ricevono il supporto politico ed economico delle istituzioni, gli animali sfruttati a scopo alimentare restano privi di tutele. La Commissione europea si era impegnata a pubblicare entro il 2023 una proposta legislativa per eliminare gradualmente e vietare definitivamente l’uso di gabbie, ma ancora di questo documento non c’è traccia.

Non è l’unica promessa mancata però. Nel 2020, la Commissione europea aveva previsto di rivedere la legislazione sul benessere degli animali nell’ambito della strategia Farm to Fork, ma a pochi mesi dalla fine della legislatura, la Commissione ha pubblicato solo una delle quattro proposte promesse (ovvero quella relativa al regolamento sui trasporti di animali vivi), lasciando milioni di animali senza protezione e ignorando le richieste dei cittadini.

Come Animal Equality, insieme a più di 30 organizzazioni per la protezione degli animali, abbiamo quindi deciso di denunciare la Commissione Ue all’Ombudsman europeo, il mediatore incaricato di indagare su denunce relative a procedimenti amministrativi dell’Unione europea. Nel nostro reclamo abbiamo sottolineato che la Commissione Ue non ha agito in conformità con le norme che regolano le Iniziative dei cittadini europei: queste carenze rappresentano un caso di cattiva amministrazione, sia alla luce del Regolamento (UE) 2019/788 che della stessa ragion d’essere delle Iniziative dei cittadini europei come strumento di democrazia transnazionale.

La legislazione attuale in tema di benessere animale è obsoleta e non garantisce la giusta tutela agli animali. Il fatto che l’Unione europea continui a rimandare l’adempimento di un impegno già assunto rivela che gli interessi della politica vanno in un’altra direzione. Eppure nell’ultimo Eurobarometro la stragrande maggioranza dei cittadini europei ha dichiarato chiaramente di volere che l’Unione europea faccia di più per proteggere gli animali.

Intanto, le elezioni europee si avvicinano e i candidati all’Europarlamento sono chiamati a fare la propria parte in difesa degli animali. Insieme a Animalisti Italiani, Animal Law Italia, CIWF Italia, ENPA, Essere Animali, LAC, LAV, LEIDAA, LNDC Animal Protection, OIPA e Save the Dogs and Other Animals, abbiamo lanciato un programma composto da 10 punti per agire concretamente.

Chiediamo alle forze politiche di sostenere l’eliminazione graduale delle gabbie negli allevamenti, nonché di appoggiare una riforma ambiziosa della legislazione europea sul benessere animale con alti standard e specifici avanzamenti per tutte le specie negli allevamenti, includendo gli animali acquatici nella normativa di tutela e rendendo obbligatorio lo stordimento pre-macellazione per tutti gli animali.

Un mondo migliore per gli animali è possibile: è questa convinzione che ci spinge a batterci ogni giorno attraverso il confronto con la politica nazionale ed europea. Per farlo, servono legislatori e decisori disposti ad aprire gli occhi di fronte allo sfruttamento e agli abusi che denunciamo da anni. Non farlo, significa restare indifferenti di fronte alla sofferenza di milioni di individui.

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L’Unione europea non sta mantenendo le sue promesse per gli animali

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27.02.2024

(a cura di Matteo Cupi, Vicepresidente di Animal Equality Europa)

Mentre gli allevatori europei ricevono il supporto politico ed economico delle istituzioni, gli animali sfruttati a scopo alimentare restano privi di tutele. La Commissione europea si era impegnata a pubblicare entro il 2023 una proposta legislativa per eliminare gradualmente e vietare definitivamente l’uso di gabbie, ma ancora di questo documento non c’è traccia.

Non è l’unica promessa mancata però. Nel 2020, la Commissione europea aveva previsto di rivedere la legislazione sul benessere degli animali nell’ambito della strategia Farm to Fork, ma a pochi mesi dalla fine della legislatura, la Commissione ha pubblicato solo una delle quattro proposte promesse (ovvero quella relativa al regolamento sui trasporti di animali vivi), lasciando milioni di animali senza protezione e ignorando le richieste dei cittadini.

Come Animal Equality, insieme a più di 30 organizzazioni per la protezione degli animali, abbiamo quindi deciso di denunciare la Commissione Ue all’Ombudsman europeo, il mediatore incaricato di indagare su denunce relative a procedimenti amministrativi dell’Unione europea. Nel nostro reclamo abbiamo sottolineato che la Commissione Ue non ha agito in conformità con le norme che regolano le Iniziative dei cittadini europei: queste carenze rappresentano un caso di cattiva amministrazione, sia alla luce del Regolamento (UE) 2019/788 che della stessa ragion d’essere delle Iniziative dei cittadini europei come strumento di democrazia transnazionale.

La legislazione attuale in tema di benessere animale è obsoleta e non garantisce........

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