(a cura di Matteo Cupi, Vicepresidente di Animal Equality Europa)

È giusto salvare gli animali da una vita fatta di sfruttamento e violenza? Occorre interrogarsi attentamente su questa domanda per poter valutare quanto accaduto in Italia e nel mondo negli ultimi mesi.

A ottobre dello scorso anno, 10mila persone si sono riversate nelle strade di Milano per dire, ad alta voce, “Giù le mani dai santuari” dopo i terribili eventi di Sairano, in provincia di Pavia. Mercoledì 20 settembre, infatti, al rifugio Progetto Cuori liberi le autorità sono entrate con violenza, hanno sgomberato gli attivisti con l’uso di manganelli e hanno ucciso i 9 maiali che vivevano nel santuario, a causa dell’epidemia di peste suina. I maiali di Cuori liberi erano maiali liberati dalla tortura dell’allevamento e da un destino fatto di dolore e morte.

Alla manifestazione, insieme a noi di Animal Equality, c’erano persone provenienti da tutta Europa che hanno messo in chiaro qual è la posizione della Rete dei Santuari, dei cittadini, degli attivisti e delle associazioni che combattono ogni giorno per gli animali.

Nei Santuari gli animali hanno la possibilità di vivere una vita diversa da quella piena di torture e sofferenza prevista per loro all’interno dell’allevamento industriale. Ma ciò che è successo rivela ancora una volta che l’industria alimentare è considerata più importante degli animali sfruttati per finanziarla. Per noi questa condizione a cui altri esseri senzienti sono relegati non è accettabile.

Facciamo i conti ogni giorno con lo strapotere degli allevamenti che trattano gli animali come merci, con l’unico obiettivo del profitto, ma spesso ci troviamo di fronte a situazioni distopiche che rivelano quanto è importante continuare a batterci per mostrare al pubblico il vero volto degli allevamenti e dei macelli.

A Novembre, negli Stati Uniti, l’avvocato e attivista Wayne Hsiung è stato condannato per aver salvato diversi animali malati e morenti da alcuni allevamenti intensivi. Wayne è stato condannato a 90 giorni di reclusione e a 2 anni di libertà vigilata, durante i quali non potrà parlare con i suoi colleghi dell’organizzazione per la protezione degli animali Direct Action Everywhere. Il procedimento giudiziario insolito e la censura attorno al caso in questione hanno portato molti a chiedersi se l’influenza dell’industria alimentare abbia avuto un ruolo in questa condanna.

Gli animali salvati erano costretti a vivere in condizioni sanitarie pessime, come molte volte abbiamo documentato attraverso il nostro lavoro investigativo in tutto il mondo. Prima di compiere il salvataggio, Wayne aveva comunicato alle forze dell’ordine locali gli abusi in atto presso la struttura, ma queste non sono mai intervenute per fermare le violenze.

Entrambi gli avvenimenti descritti ci ricordano due aspetti fondamentali. Il primo è che finché saremo abituati a considerare gli animali come merce di scambio, nessuno di loro sarà veramente al sicuro. Il secondo riguarda il nostro ruolo come esseri umani: ogni giorno possiamo fare la differenza per gli animali, a partire dalle nostre scelte alimentari. Quando ci rechiamo al supermercato, infatti, è come se andassimo a votare scegliendo se contribuire a un percorso di trasformazione verso un mondo più giusto per tutti, oppure sostenere un sistema alimentare fonte di sofferenza per milioni di animali.

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(a cura di Matteo Cupi, Vicepresidente di Animal Equality Europa)

È giusto salvare gli animali da una vita fatta di sfruttamento e violenza? Occorre interrogarsi attentamente su questa domanda per poter valutare quanto accaduto in Italia e nel mondo negli ultimi mesi.

A ottobre dello scorso anno, 10mila persone si sono riversate nelle strade di Milano per dire, ad alta voce, “Giù le mani dai santuari” dopo i terribili eventi di Sairano, in provincia di Pavia. Mercoledì 20 settembre, infatti, al rifugio Progetto Cuori liberi le autorità sono entrate con violenza, hanno sgomberato gli attivisti con l’uso di manganelli e hanno ucciso i 9 maiali che vivevano nel santuario, a causa dell’epidemia di peste suina. I maiali di Cuori liberi erano maiali liberati dalla tortura dell’allevamento e da un destino fatto di dolore e morte.

Alla manifestazione, insieme a noi di Animal Equality, c’erano persone provenienti da tutta Europa che hanno messo in chiaro qual è la posizione della Rete dei Santuari, dei cittadini, degli attivisti e delle associazioni che combattono ogni giorno per gli animali.

Nei Santuari gli animali hanno la possibilità di vivere una vita diversa da quella piena di torture e sofferenza prevista per loro all’interno dell’allevamento industriale. Ma ciò che è successo rivela ancora una volta che l’industria alimentare è considerata più importante degli animali sfruttati per finanziarla. Per noi questa condizione a cui altri esseri senzienti sono relegati non è accettabile.

Facciamo i conti ogni giorno con lo strapotere degli allevamenti che trattano gli animali come merci, con l’unico obiettivo del profitto, ma spesso ci troviamo di fronte a situazioni distopiche che rivelano quanto è importante continuare a batterci per mostrare al pubblico il vero volto degli allevamenti e dei macelli.

A Novembre, negli Stati Uniti, l’avvocato e attivista Wayne Hsiung è stato condannato per aver salvato diversi animali malati e morenti da alcuni allevamenti intensivi. Wayne è stato condannato a 90 giorni di reclusione e a 2 anni di libertà vigilata, durante i quali non potrà parlare con i suoi colleghi dell’organizzazione per la protezione degli animali Direct Action Everywhere. Il procedimento giudiziario insolito e la censura attorno al caso in questione hanno portato molti a chiedersi se l’influenza dell’industria alimentare abbia avuto un ruolo in questa condanna.

Gli animali salvati erano costretti a vivere in condizioni sanitarie pessime, come molte volte abbiamo documentato attraverso il nostro lavoro investigativo in tutto il mondo. Prima di compiere il salvataggio, Wayne aveva comunicato alle forze dell’ordine locali gli abusi in atto presso la struttura, ma queste non sono mai intervenute per fermare le violenze.

Entrambi gli avvenimenti descritti ci ricordano due aspetti fondamentali. Il primo è che finché saremo abituati a considerare gli animali come merce di scambio, nessuno di loro sarà veramente al sicuro. Il secondo riguarda il nostro ruolo come esseri umani: ogni giorno possiamo fare la differenza per gli animali, a partire dalle nostre scelte alimentari. Quando ci rechiamo al supermercato, infatti, è come se andassimo a votare scegliendo se contribuire a un percorso di trasformazione verso un mondo più giusto per tutti, oppure sostenere un sistema alimentare fonte di sofferenza per milioni di animali.

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Salvare gli animali dagli allevamenti significa sottrarli a un sistema di sfruttamento

5 0
08.02.2024

(a cura di Matteo Cupi, Vicepresidente di Animal Equality Europa)

È giusto salvare gli animali da una vita fatta di sfruttamento e violenza? Occorre interrogarsi attentamente su questa domanda per poter valutare quanto accaduto in Italia e nel mondo negli ultimi mesi.

A ottobre dello scorso anno, 10mila persone si sono riversate nelle strade di Milano per dire, ad alta voce, “Giù le mani dai santuari” dopo i terribili eventi di Sairano, in provincia di Pavia. Mercoledì 20 settembre, infatti, al rifugio Progetto Cuori liberi le autorità sono entrate con violenza, hanno sgomberato gli attivisti con l’uso di manganelli e hanno ucciso i 9 maiali che vivevano nel santuario, a causa dell’epidemia di peste suina. I maiali di Cuori liberi erano maiali liberati dalla tortura dell’allevamento e da un destino fatto di dolore e morte.

Alla manifestazione, insieme a noi di Animal Equality, c’erano persone provenienti da tutta Europa che hanno messo in chiaro qual è la posizione della Rete dei Santuari, dei cittadini, degli attivisti e delle associazioni che combattono ogni giorno per gli animali.

Nei Santuari gli animali hanno la possibilità di vivere una vita diversa da quella piena di torture e sofferenza prevista per loro all’interno dell’allevamento industriale. Ma ciò che è successo rivela ancora una volta che l’industria alimentare è considerata più importante degli animali sfruttati per finanziarla. Per noi questa condizione a cui altri esseri senzienti sono relegati non è accettabile.

Facciamo i conti ogni giorno con lo strapotere degli allevamenti che trattano gli animali come merci, con l’unico obiettivo del profitto, ma spesso ci troviamo di........

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