Un addio al nubilato. Si festeggia la sposa, amica da una vita conosciuta nel posto del cuore: una vacanza, insieme .Lei a breve indosserà l’abito bianco. L’Italia il luogo del primo incontro. Al mare l’amicizia, come un’altra storia d’amore. Europea la nostra cultura. Le influenze americane più che orientali, meno ancora quelle medio orientali. Il telefono vibra. Ma non è il fidanzato. Non è il compagno. Non è un amico. Non è il solito gruppo wathsapp. Non è il marito! È il gruppo Israele senza filtri che continua a vibrare. Incalza. Un nuovo attacco, un nuovo terrore. Le notizie arrivano continue. Si parla di festeggiamenti. Il mondo sta cambiando. Si festeggia invece che la propria identità un modo per distruggere quella altrui. Non è politica. Non è pacifismo. Non è buonismo. È verità .

È vendetta. Sono radici culturali talmente radicate da rendere giustizia a scelte che giustificano la distruzione delle differenze altrui. Continuare a dirlo, continuare a parlarne. Non siamo lì. Ma con il cuore sì. Come quando odi, come quando ami. Le strade di Siviglia sono piene di gente. Sfilano per le strade con il loro completo migliore. Elegantissimi. Per la “feria”, una festa che unisce nel nome del ballo e del divertimento, tra note di flamenco e colore rosso a ricordare passione, amore e unione. Un rossetto che lascia uno stampo di fuoco sul collo. Gli uomini con il completo. Le donne colorate. Ma non ci sono solo rossetti, anche lucidalabbra, cravatte, fiori in testa, tacchi, gemelli sui completi, musica. Bombe, paura, odio, rancore, vendetta, sangue, terra, sporco, lacrime, solitudine in quello che sembra un altro emisfero.

Spagna. Iran. Mondo sempre più diviso. Differenze alimentate. Fazioni estreme. Lotte per accaparrarsi politicamente chi ha ragione, chi ha torto. Ma quando si lotta all’ultimo sangue, si perde sempre, come in un divorzio quando ci si contende i figli. Il rossetto copre il segno di un morso. D’altronde il troppo amore, se diventa troppo odio, non c’è mai stato. E si è sbagliato. È diventato malato. Ossessivo. Troppo amore per la patria. Per le proprie idee. E da protezione è diventato attacco. Allora l’uomo non sa amare. Sa solo sentire. E nemmeno troppo bene.

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Un addio al nubilato. Si festeggia la sposa, amica da una vita conosciuta nel posto del cuore: una vacanza, insieme .Lei a breve indosserà l’abito bianco. L’Italia il luogo del primo incontro. Al mare l’amicizia, come un’altra storia d’amore. Europea la nostra cultura. Le influenze americane più che orientali, meno ancora quelle medio orientali. Il telefono vibra. Ma non è il fidanzato. Non è il compagno. Non è un amico. Non è il solito gruppo wathsapp. Non è il marito! È il gruppo Israele senza filtri che continua a vibrare. Incalza. Un nuovo attacco, un nuovo terrore. Le notizie arrivano continue. Si parla di festeggiamenti. Il mondo sta cambiando. Si festeggia invece che la propria identità un modo per distruggere quella altrui. Non è politica. Non è pacifismo. Non è buonismo. È verità .

È vendetta. Sono radici culturali talmente radicate da rendere giustizia a scelte che giustificano la distruzione delle differenze altrui. Continuare a dirlo, continuare a parlarne. Non siamo lì. Ma con il cuore sì. Come quando odi, come quando ami. Le strade di Siviglia sono piene di gente. Sfilano per le strade con il loro completo migliore. Elegantissimi. Per la “feria”, una festa che unisce nel nome del ballo e del divertimento, tra note di flamenco e colore rosso a ricordare passione, amore e unione. Un rossetto che lascia uno stampo di fuoco sul collo. Gli uomini con il completo. Le donne colorate. Ma non ci sono solo rossetti, anche lucidalabbra, cravatte, fiori in testa, tacchi, gemelli sui completi, musica. Bombe, paura, odio, rancore, vendetta, sangue, terra, sporco, lacrime, solitudine in quello che sembra un altro emisfero.

Spagna. Iran. Mondo sempre più diviso. Differenze alimentate. Fazioni estreme. Lotte per accaparrarsi politicamente chi ha ragione, chi ha torto. Ma quando si lotta all’ultimo sangue, si perde sempre, come in un divorzio quando ci si contende i figli. Il rossetto copre il segno di un morso. D’altronde il troppo amore, se diventa troppo odio, non c’è mai stato. E si è sbagliato. È diventato malato. Ossessivo. Troppo amore per la patria. Per le proprie idee. E da protezione è diventato attacco. Allora l’uomo non sa amare. Sa solo sentire. E nemmeno troppo bene.

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Il troppo amore per la patria se diventa troppo odio, non c'è mai stato

18 0
15.04.2024

Un addio al nubilato. Si festeggia la sposa, amica da una vita conosciuta nel posto del cuore: una vacanza, insieme .Lei a breve indosserà l’abito bianco. L’Italia il luogo del primo incontro. Al mare l’amicizia, come un’altra storia d’amore. Europea la nostra cultura. Le influenze americane più che orientali, meno ancora quelle medio orientali. Il telefono vibra. Ma non è il fidanzato. Non è il compagno. Non è un amico. Non è il solito gruppo wathsapp. Non è il marito! È il gruppo Israele senza filtri che continua a vibrare. Incalza. Un nuovo attacco, un nuovo terrore. Le notizie arrivano continue. Si parla di festeggiamenti. Il mondo sta cambiando. Si festeggia invece che la propria identità un modo per distruggere quella altrui. Non è politica. Non è pacifismo. Non è buonismo. È verità .

È vendetta. Sono radici culturali talmente radicate da rendere giustizia a scelte che giustificano la distruzione delle differenze altrui. Continuare a dirlo, continuare a parlarne. Non siamo lì. Ma con il cuore sì. Come quando odi, come quando ami. Le strade di Siviglia sono piene di gente. Sfilano per le strade con il loro completo migliore. Elegantissimi. Per la “feria”, una festa che unisce nel nome del........

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