Ultimamente il web pullola di poesie. Scrittori o presunti tali che si cimentano nelle prove più ardue: esprimersi attraverso i versi ed emozionare. Alcuni riescono. Altri meno. Alcuni parlano d’amore, altri parlano di vuoti, di voragini, di attualità e sentimenti di precarietà che lasciano spazio al disincanto. Lo scopo della poesia è proprio trasmettere un qualcosa. Di dare spazio e sfogo alla propria visione del mondo. Che nel reale ha avuto poco spazio e poca voce. Ed è proprio qui che subentrano i social. Essi infatti hanno cambiato il modo di approcciarsi; al mondo, alla notizia, all’informazione e anche all’universo poetico.

Ma il poeta chi è? E perché ancora oggi il mondo ne ha così maledettamente bisogno? Il poeta è colui che nota sfumature di contorno che tanti non colgono. Che ci apre gli occhi su qualcosa che ancora non eravamo pronti a vedere. E lo fa attraverso la parola scritta. I versi -meglio ancora- che danno la musicalità giusta per suonare con note piacevoli la vita, non sempre all’altezza delle speranze. (E non delle aspettative). La poesia ad oggi - chi la produce e chi la legge - ha cambiato, come la società stessa, anche la sua forma di espressione . La troviamo spesso incastonata tra qualche foto sui social, magari accompagnata da un volto piacente di una giovane donna. Perché si sa, anche l’occhio vuole la sua parte. Ed il fascino delle donne ha da sempre ispirato i poeti più conosciuti. Da Dante, con la sua Beatrice, alla Laura di Petrarca. Da Fiammetta di Boccaccio a Silvia di Leopardi. Senza dimenticare l’Eleonora Duse di D’Annunzio, della quale rimase storica la sua frase: “è morta colei che non meritai”.

Eppure i numeri editoriali continuano ad essere fermi se non addirittura in costante calo. Nicola Crocetti disse “il potere ignora i poeti”. Il poeta non vende, se non si pensa ai classici, Alda Merini, Alessandro Baricco e qualche personaggio generato appunto dai social. Il mercato delle vendite poetico era fermo addirittura all’1%, leggermente salito nel 2020 e non con grandi impennate in questo 2023, dove gli italiani continuano a preferire la narrativa e i saggi. Dalla notte dei tempi l’uomo ha avuto bisogno della lettura e della letteratura. La parola capace di unire la semplicità all’intelligenza. La chiusura dei circoli intellettuali a visioni del mondo altrettanto profonde e alternative. E come non farlo in un periodo in cui il mondo ci sta dimostrando ad ampio raggio tutta la sua fragilità?

Un importante poeta italiano, Beppe Costa dice spesso che le poetesse migliori sono “le donne delle pulizie”, e fateci caso. È proprio così. Perché l’intelletto, la stimolazione dello stesso non potrà essere rimandato a 4 pareti o ad una giacca ed una cravatta tirate a lucido altrettanto bene. Se la poesia l’avete dentro, l’avete nell’anima, le pulizie domestiche vi renderanno poeti. Magari per pochi minuti. Provare per credere! Non possiamo a prescindere e simpatiche banalizzazioni a parte, non tener conto oltretutto che spesso, chi scrive poesie, ne ha sempre scritte. Ad oggi il poeta più importante in vita in Italia rimane Valerio Magrelli con la sua poetica raccolta in “Le Cavie”, di Einaudi e che racconta la sua poetica unica e sempre attuale dal 1980 al 2018, con le varie sfumature in grado di elevare ai massimi livelli la sua carriera artistica. Magrelli riesce con il suo stile inconfondibile a dare vita e ritmo sagace anche parlando dell’io lirico che ogni giorno prende forma e cambia secondo il processo personale delle sue poesie. La poesia è dunque un linguaggio dell’anima universale che attraverso i social trova la miglior forma di espressione. La poesia è quindi un bisogno, atavico, forte, incollato alla società in continuo e perenne cambiamento.

Se ne può fare uso sociale, politico, romantico e via dicendo. È quindi un’espressione primaria, capace di tirar fuori mondi interiori e di esprimere ciò che nel reale spesso non si è riusciti a raggiungere. Sogni, idee, speranze disilluse. Realtà perfette solo in apparenza, prigioniere di gabbie dorate riverniciate del colore migliore ma senza lasciare spazio tra le sbarre, per respirare. Aprite le finestre allora e facciamo arieggiare quel tanto che serva per non soffocare!

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Ultimamente il web pullola di poesie. Scrittori o presunti tali che si cimentano nelle prove più ardue: esprimersi attraverso i versi ed emozionare. Alcuni riescono. Altri meno. Alcuni parlano d’amore, altri parlano di vuoti, di voragini, di attualità e sentimenti di precarietà che lasciano spazio al disincanto. Lo scopo della poesia è proprio trasmettere un qualcosa. Di dare spazio e sfogo alla propria visione del mondo. Che nel reale ha avuto poco spazio e poca voce. Ed è proprio qui che subentrano i social. Essi infatti hanno cambiato il modo di approcciarsi; al mondo, alla notizia, all’informazione e anche all’universo poetico.

Ma il poeta chi è? E perché ancora oggi il mondo ne ha così maledettamente bisogno? Il poeta è colui che nota sfumature di contorno che tanti non colgono. Che ci apre gli occhi su qualcosa che ancora non eravamo pronti a vedere. E lo fa attraverso la parola scritta. I versi -meglio ancora- che danno la musicalità giusta per suonare con note piacevoli la vita, non sempre all’altezza delle speranze. (E non delle aspettative). La poesia ad oggi - chi la produce e chi la legge - ha cambiato, come la società stessa, anche la sua forma di espressione . La troviamo spesso incastonata tra qualche foto sui social, magari accompagnata da un volto piacente di una giovane donna. Perché si sa, anche l’occhio vuole la sua parte. Ed il fascino delle donne ha da sempre ispirato i poeti più conosciuti. Da Dante, con la sua Beatrice, alla Laura di Petrarca. Da Fiammetta di Boccaccio a Silvia di Leopardi. Senza dimenticare l’Eleonora Duse di D’Annunzio, della quale rimase storica la sua frase: “è morta colei che non meritai”.

Eppure i numeri editoriali continuano ad essere fermi se non addirittura in costante calo. Nicola Crocetti disse “il potere ignora i poeti”. Il poeta non vende, se non si pensa ai classici, Alda Merini, Alessandro Baricco e qualche personaggio generato appunto dai social. Il mercato delle vendite poetico era fermo addirittura all’1%, leggermente salito nel 2020 e non con grandi impennate in questo 2023, dove gli italiani continuano a preferire la narrativa e i saggi. Dalla notte dei tempi l’uomo ha avuto bisogno della lettura e della letteratura. La parola capace di unire la semplicità all’intelligenza. La chiusura dei circoli intellettuali a visioni del mondo altrettanto profonde e alternative. E come non farlo in un periodo in cui il mondo ci sta dimostrando ad ampio raggio tutta la sua fragilità?

Un importante poeta italiano, Beppe Costa dice spesso che le poetesse migliori sono “le donne delle pulizie”, e fateci caso. È proprio così. Perché l’intelletto, la stimolazione dello stesso non potrà essere rimandato a 4 pareti o ad una giacca ed una cravatta tirate a lucido altrettanto bene. Se la poesia l’avete dentro, l’avete nell’anima, le pulizie domestiche vi renderanno poeti. Magari per pochi minuti. Provare per credere! Non possiamo a prescindere e simpatiche banalizzazioni a parte, non tener conto oltretutto che spesso, chi scrive poesie, ne ha sempre scritte. Ad oggi il poeta più importante in vita in Italia rimane Valerio Magrelli con la sua poetica raccolta in “Le Cavie”, di Einaudi e che racconta la sua poetica unica e sempre attuale dal 1980 al 2018, con le varie sfumature in grado di elevare ai massimi livelli la sua carriera artistica. Magrelli riesce con il suo stile inconfondibile a dare vita e ritmo sagace anche parlando dell’io lirico che ogni giorno prende forma e cambia secondo il processo personale delle sue poesie. La poesia è dunque un linguaggio dell’anima universale che attraverso i social trova la miglior forma di espressione. La poesia è quindi un bisogno, atavico, forte, incollato alla società in continuo e perenne cambiamento.

Se ne può fare uso sociale, politico, romantico e via dicendo. È quindi un’espressione primaria, capace di tirar fuori mondi interiori e di esprimere ciò che nel reale spesso non si è riusciti a raggiungere. Sogni, idee, speranze disilluse. Realtà perfette solo in apparenza, prigioniere di gabbie dorate riverniciate del colore migliore ma senza lasciare spazio tra le sbarre, per respirare. Aprite le finestre allora e facciamo arieggiare quel tanto che serva per non soffocare!

QOSHE - Perché scriviamo in versi - Arianna Tomassetti
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Perché scriviamo in versi

11 11
28.03.2024

Ultimamente il web pullola di poesie. Scrittori o presunti tali che si cimentano nelle prove più ardue: esprimersi attraverso i versi ed emozionare. Alcuni riescono. Altri meno. Alcuni parlano d’amore, altri parlano di vuoti, di voragini, di attualità e sentimenti di precarietà che lasciano spazio al disincanto. Lo scopo della poesia è proprio trasmettere un qualcosa. Di dare spazio e sfogo alla propria visione del mondo. Che nel reale ha avuto poco spazio e poca voce. Ed è proprio qui che subentrano i social. Essi infatti hanno cambiato il modo di approcciarsi; al mondo, alla notizia, all’informazione e anche all’universo poetico.

Ma il poeta chi è? E perché ancora oggi il mondo ne ha così maledettamente bisogno? Il poeta è colui che nota sfumature di contorno che tanti non colgono. Che ci apre gli occhi su qualcosa che ancora non eravamo pronti a vedere. E lo fa attraverso la parola scritta. I versi -meglio ancora- che danno la musicalità giusta per suonare con note piacevoli la vita, non sempre all’altezza delle speranze. (E non delle aspettative). La poesia ad oggi - chi la produce e chi la legge - ha cambiato, come la società stessa, anche la sua forma di espressione . La troviamo spesso incastonata tra qualche foto sui social, magari accompagnata da un volto piacente di una giovane donna. Perché si sa, anche l’occhio vuole la sua parte. Ed il fascino delle donne ha da sempre ispirato i poeti più conosciuti. Da Dante, con la sua Beatrice, alla Laura di Petrarca. Da Fiammetta di Boccaccio a Silvia di Leopardi. Senza dimenticare l’Eleonora Duse di D’Annunzio, della quale rimase storica la sua frase: “è morta colei che non meritai”.

Eppure i numeri editoriali continuano ad essere fermi se non addirittura in costante calo. Nicola Crocetti disse “il potere ignora i poeti”. Il poeta non vende, se non si pensa ai classici, Alda Merini, Alessandro Baricco e qualche personaggio generato appunto dai social. Il mercato delle vendite poetico era fermo addirittura all’1%, leggermente salito nel 2020 e non con grandi impennate in questo 2023, dove gli italiani continuano a preferire la narrativa e i saggi. Dalla notte dei tempi........

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