In Sardegna ha vinto il centro sinistra. Ha vinto il cosiddetto “campo largo”, che ha visto più forze d’opposizione unite, dal Pd ad Alleanza Verdi Sinistra fino al M5S, che ha espresso la neo governatrice, Alessandra Todde, alla quale vanno le mie congratulazioni. In Sardegna ha inoltre vinto il forte richiamo ai valori democratici della nostra società, garanti della partecipazione e del diritto di manifestare, pacificamente, mentre, ad urne aperte, bruciavano ancora sulla pelle degli studenti e delle studentesse di Pisa, inermi, le manganellate della Polizia, seguite poi per fortuna dalle parole di preoccupazione del presidente Mattarella, come un balsamo su una ferita profonda che ha lasciato un’eco in tutto il Paese.

Ma quello che forse non è stato ancora detto, non abbastanza, è che in Sardegna ha vinto una donna, espressione non solo della pluralità di un’alleanza alternativa alla destra, ma di un genius loci, ben radicata sul territorio, nel cui volto un’intera comunità locale è riuscita a riconoscersi.

Una vittoria che è la cartina di tornasole del valore aggiunto che le donne possono portare in politica, un invito ulteriore, per il Pd e per tutte le forze politiche, a dare il giusto peso e riconoscimento al contributo, anche in termini di rappresentanza, che le donne possono portare dentro e fuori i partiti e le Istituzioni, come ho già avuto modo di condividere qui evidenziando il grande potenziale della Conferenza delle Donne Democratiche per creare una mappatura nazionale completa, Regione per Regione, dei vari incarichi istituzionali e politici, per sapere quante donne attualmente sono segretarie regionali del Pd e quante sono ai vertici istituzionali sia in maggioranza che in opposizione.

In Regione Lazio, per esempio, è già in atto un laboratorio per il campo largo di centro sinistra e di genere: diverse le battaglie che in Consiglio regionale abbiamo finora portato avanti, congiuntamente, assieme alle colleghe e ai colleghi delle altre forze d’opposizione contro le misure della Giunta Rocca di destra: dai tagli per le politiche per le donne e pari opportunità nel bilancio regionale al dimensionamento scolastico.

Come Pd possiamo alimentare ulteriormente, a tutti i livelli, un esempio virtuoso di buona politica basato su pari opportunità e capacità di cooperazione, così come abbiamo già fatto sostenendo la candidatura di Alessandra Todde nell’ambito della più ampia coalizione di centro sinistra in Sardegna, perché l’esempio del governo di destra dal “manganello facile”, guidato da Giorgia Meloni, prima premier donna d’Italia, ci dimostra che la leadership femminile e le “quote rosa” non possono prescindere dai valori fondanti di una partecipazione democratica e strutturale delle donne per costruire una società plurale, in grado di eradicare, tanto negli uomini quanto nelle donne, la cultura del patriarcato e coltivare i valori del rispetto e dell’educazione all’affettività.

In Sardegna ha vinto una donna, ha vinto la voglia di riscatto di un territorio, ha vinto la capacità di cooperazione, nel Pd e nel campo largo, ha vinto l’affermazione dei valori democratici. Che questa sia la nostra breccia di Porta Pia, per riconquistare la fiducia dell’Italia, a partire dalle prossime elezioni europee e comunali.

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In Sardegna ha vinto il centro sinistra. Ha vinto il cosiddetto “campo largo”, che ha visto più forze d’opposizione unite, dal Pd ad Alleanza Verdi Sinistra fino al M5S, che ha espresso la neo governatrice, Alessandra Todde, alla quale vanno le mie congratulazioni. In Sardegna ha inoltre vinto il forte richiamo ai valori democratici della nostra società, garanti della partecipazione e del diritto di manifestare, pacificamente, mentre, ad urne aperte, bruciavano ancora sulla pelle degli studenti e delle studentesse di Pisa, inermi, le manganellate della Polizia, seguite poi per fortuna dalle parole di preoccupazione del presidente Mattarella, come un balsamo su una ferita profonda che ha lasciato un’eco in tutto il Paese.

Ma quello che forse non è stato ancora detto, non abbastanza, è che in Sardegna ha vinto una donna, espressione non solo della pluralità di un’alleanza alternativa alla destra, ma di un genius loci, ben radicata sul territorio, nel cui volto un’intera comunità locale è riuscita a riconoscersi.

Una vittoria che è la cartina di tornasole del valore aggiunto che le donne possono portare in politica, un invito ulteriore, per il Pd e per tutte le forze politiche, a dare il giusto peso e riconoscimento al contributo, anche in termini di rappresentanza, che le donne possono portare dentro e fuori i partiti e le Istituzioni, come ho già avuto modo di condividere qui evidenziando il grande potenziale della Conferenza delle Donne Democratiche per creare una mappatura nazionale completa, Regione per Regione, dei vari incarichi istituzionali e politici, per sapere quante donne attualmente sono segretarie regionali del Pd e quante sono ai vertici istituzionali sia in maggioranza che in opposizione.

In Regione Lazio, per esempio, è già in atto un laboratorio per il campo largo di centro sinistra e di genere: diverse le battaglie che in Consiglio regionale abbiamo finora portato avanti, congiuntamente, assieme alle colleghe e ai colleghi delle altre forze d’opposizione contro le misure della Giunta Rocca di destra: dai tagli per le politiche per le donne e pari opportunità nel bilancio regionale al dimensionamento scolastico.

Come Pd possiamo alimentare ulteriormente, a tutti i livelli, un esempio virtuoso di buona politica basato su pari opportunità e capacità di cooperazione, così come abbiamo già fatto sostenendo la candidatura di Alessandra Todde nell’ambito della più ampia coalizione di centro sinistra in Sardegna, perché l’esempio del governo di destra dal “manganello facile”, guidato da Giorgia Meloni, prima premier donna d’Italia, ci dimostra che la leadership femminile e le “quote rosa” non possono prescindere dai valori fondanti di una partecipazione democratica e strutturale delle donne per costruire una società plurale, in grado di eradicare, tanto negli uomini quanto nelle donne, la cultura del patriarcato e coltivare i valori del rispetto e dell’educazione all’affettività.

In Sardegna ha vinto una donna, ha vinto la voglia di riscatto di un territorio, ha vinto la capacità di cooperazione, nel Pd e nel campo largo, ha vinto l’affermazione dei valori democratici. Che questa sia la nostra breccia di Porta Pia, per riconquistare la fiducia dell’Italia, a partire dalle prossime elezioni europee e comunali.

QOSHE - Se la vittoria del “campo largo” è donna - Eleonora Mattia
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Se la vittoria del “campo largo” è donna

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27.02.2024

In Sardegna ha vinto il centro sinistra. Ha vinto il cosiddetto “campo largo”, che ha visto più forze d’opposizione unite, dal Pd ad Alleanza Verdi Sinistra fino al M5S, che ha espresso la neo governatrice, Alessandra Todde, alla quale vanno le mie congratulazioni. In Sardegna ha inoltre vinto il forte richiamo ai valori democratici della nostra società, garanti della partecipazione e del diritto di manifestare, pacificamente, mentre, ad urne aperte, bruciavano ancora sulla pelle degli studenti e delle studentesse di Pisa, inermi, le manganellate della Polizia, seguite poi per fortuna dalle parole di preoccupazione del presidente Mattarella, come un balsamo su una ferita profonda che ha lasciato un’eco in tutto il Paese.

Ma quello che forse non è stato ancora detto, non abbastanza, è che in Sardegna ha vinto una donna, espressione non solo della pluralità di un’alleanza alternativa alla destra, ma di un genius loci, ben radicata sul territorio, nel cui volto un’intera comunità locale è riuscita a riconoscersi.

Una vittoria che è la cartina di tornasole del valore aggiunto che le donne possono portare in politica, un invito ulteriore, per il Pd e per tutte le forze politiche, a dare il giusto peso e riconoscimento al contributo, anche in termini di rappresentanza, che le donne possono portare dentro e fuori i partiti e le Istituzioni, come ho già avuto modo di condividere qui evidenziando il grande potenziale della Conferenza delle Donne Democratiche per creare una mappatura nazionale completa, Regione per Regione, dei vari incarichi istituzionali e politici, per sapere quante donne attualmente sono segretarie regionali del Pd e quante sono ai vertici........

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