I teatri indipendenti restano nella maggior parte dei casi avamposto di qualità, vi si respirano un amore e un impegno che nelle grandi realtà talvolta mancano. Così si trovano professionisti che rinunciando a guadagni elevati e alla ribalta mediatica per esprimere quel fuoco che hanno dentro e che grida come una necessità, un’urgenza. E non parlo solo di attori, ma anche di scrittori, drammaturghi, registi.

Così Gianfranco Vergoni, autore dell’apprezzabile romanzo “Il cielo d’erba”, ha scritto la pièce teatrale “Opera Pia” per Loredana Piedimonte, con la quale aveva già lavorato in “Operazione Balena”, il suo spettacolo teatrale di maggior successo “Loredana mi chiese di scrivere qualcosa per lei, io avevo un’idea in testa già da un po’ e gliela proposi. A lei piacque molto e io le dissi lo faccio a patto che lo spettacolo veda la luce”. E così è stato, infatti “Opera Pia” -con la regia di Nicola Pistoia- ha gridato la sua verità in vari teatri, fino a giungere anche sul palco dell’Altrove-Teatro Studio di Roma.

Un monologo intenso, che nella prima parte strappa non poche risate al pubblico grazie a un testo serrato e alla bravura della protagonista. Una scenografia inesistente, un cubo, due buste della spesa in mano, e solo la disperazione, l’energia, la rabbia e l’ironia di una donna tradita a tenere il pubblico avvinto. Il personaggio interpretato dalla Piedimonte, Pia per l’appunto, è una donna di mezza età, con un matrimonio fallito alle spalle, un’insegnate frustrata dalla maleducazione dei ragazzi che la trasforma in un generale lasciando pochi spiragli al ruolo di educatrice. Una vita piatta, vuota, cadenzata dalla spesa settimanale. È proprio al supermercato, o meglio lì fuori, che incontra Inoussa. Bello, alto, nero, disperato, con la mano tesa verso i passanti. Un colpo di fulmine per Pia, una scialuppa di salvataggio per lui. Iniziano una relazione che però ha le sue conseguenze. Dario, l’ex marito di Pia le dice che disdirà il contratto d’affitto dell’appartamento dove vive, lei assorbita dalla passione si assenta troppo dal lavoro fino a perderlo in preda a un delirio che la astrae dalla vita reale. Senza casa, senza lavoro, senza soldi, Pia e Inoussa finiscono in strada, ma lei, piena di pidocchi, che dorme con un occhio aperto per la costante paura che qualcuno li aggredisca o derubi di quel poco che hanno, non smette di credere nel suo sogno. Finché non scopre che Inoussa è musulmano e ha già un’altra moglie e dei figli. Il miraggio di un amore per lei si dissolve e si vendica dell’atroce delusione…

Uno spettacolo energico, scritto bene, che si tiene su grazie alla capacità della protagonista di coinvolgere il pubblico rivelando la sua verità disperata, dal quale si esce con un po’ di pena nel cuore. Non solo per coloro che come Inoussa scappano dall’inferno non trovando di certo il paradiso, ma anche per le persone che come Pia accettano di vivere morendo ogni giorno.

Segui i temi Commenta con i lettori I commenti dei lettori

Suggerisci una correzione

I teatri indipendenti restano nella maggior parte dei casi avamposto di qualità, vi si respirano un amore e un impegno che nelle grandi realtà talvolta mancano. Così si trovano professionisti che rinunciando a guadagni elevati e alla ribalta mediatica per esprimere quel fuoco che hanno dentro e che grida come una necessità, un’urgenza. E non parlo solo di attori, ma anche di scrittori, drammaturghi, registi.

Così Gianfranco Vergoni, autore dell’apprezzabile romanzo “Il cielo d’erba”, ha scritto la pièce teatrale “Opera Pia” per Loredana Piedimonte, con la quale aveva già lavorato in “Operazione Balena”, il suo spettacolo teatrale di maggior successo “Loredana mi chiese di scrivere qualcosa per lei, io avevo un’idea in testa già da un po’ e gliela proposi. A lei piacque molto e io le dissi lo faccio a patto che lo spettacolo veda la luce”. E così è stato, infatti “Opera Pia” -con la regia di Nicola Pistoia- ha gridato la sua verità in vari teatri, fino a giungere anche sul palco dell’Altrove-Teatro Studio di Roma.

Un monologo intenso, che nella prima parte strappa non poche risate al pubblico grazie a un testo serrato e alla bravura della protagonista. Una scenografia inesistente, un cubo, due buste della spesa in mano, e solo la disperazione, l’energia, la rabbia e l’ironia di una donna tradita a tenere il pubblico avvinto. Il personaggio interpretato dalla Piedimonte, Pia per l’appunto, è una donna di mezza età, con un matrimonio fallito alle spalle, un’insegnate frustrata dalla maleducazione dei ragazzi che la trasforma in un generale lasciando pochi spiragli al ruolo di educatrice. Una vita piatta, vuota, cadenzata dalla spesa settimanale. È proprio al supermercato, o meglio lì fuori, che incontra Inoussa. Bello, alto, nero, disperato, con la mano tesa verso i passanti. Un colpo di fulmine per Pia, una scialuppa di salvataggio per lui. Iniziano una relazione che però ha le sue conseguenze. Dario, l’ex marito di Pia le dice che disdirà il contratto d’affitto dell’appartamento dove vive, lei assorbita dalla passione si assenta troppo dal lavoro fino a perderlo in preda a un delirio che la astrae dalla vita reale. Senza casa, senza lavoro, senza soldi, Pia e Inoussa finiscono in strada, ma lei, piena di pidocchi, che dorme con un occhio aperto per la costante paura che qualcuno li aggredisca o derubi di quel poco che hanno, non smette di credere nel suo sogno. Finché non scopre che Inoussa è musulmano e ha già un’altra moglie e dei figli. Il miraggio di un amore per lei si dissolve e si vendica dell’atroce delusione…

Uno spettacolo energico, scritto bene, che si tiene su grazie alla capacità della protagonista di coinvolgere il pubblico rivelando la sua verità disperata, dal quale si esce con un po’ di pena nel cuore. Non solo per coloro che come Inoussa scappano dall’inferno non trovando di certo il paradiso, ma anche per le persone che come Pia accettano di vivere morendo ogni giorno.

QOSHE - "Opera Pia" di Gianfranco Vergoni porta in scena la solitudine del tradimento - Emiliano Reali
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

"Opera Pia" di Gianfranco Vergoni porta in scena la solitudine del tradimento

22 0
05.02.2024

I teatri indipendenti restano nella maggior parte dei casi avamposto di qualità, vi si respirano un amore e un impegno che nelle grandi realtà talvolta mancano. Così si trovano professionisti che rinunciando a guadagni elevati e alla ribalta mediatica per esprimere quel fuoco che hanno dentro e che grida come una necessità, un’urgenza. E non parlo solo di attori, ma anche di scrittori, drammaturghi, registi.

Così Gianfranco Vergoni, autore dell’apprezzabile romanzo “Il cielo d’erba”, ha scritto la pièce teatrale “Opera Pia” per Loredana Piedimonte, con la quale aveva già lavorato in “Operazione Balena”, il suo spettacolo teatrale di maggior successo “Loredana mi chiese di scrivere qualcosa per lei, io avevo un’idea in testa già da un po’ e gliela proposi. A lei piacque molto e io le dissi lo faccio a patto che lo spettacolo veda la luce”. E così è stato, infatti “Opera Pia” -con la regia di Nicola Pistoia- ha gridato la sua verità in vari teatri, fino a giungere anche sul palco dell’Altrove-Teatro Studio di Roma.

Un monologo intenso, che nella prima parte strappa non poche risate al pubblico grazie a un testo serrato e alla bravura della protagonista. Una scenografia inesistente, un cubo, due buste della spesa in mano, e solo la disperazione, l’energia, la rabbia e l’ironia di una donna tradita a tenere il pubblico avvinto. Il personaggio interpretato dalla Piedimonte, Pia per l’appunto, è una donna di mezza età, con un matrimonio fallito alle spalle,........

© HuffPost


Get it on Google Play