Per ora le diverse opposizioni hanno chirurgicamente dissezionato il progetto governativo di elezione diretta del Capo dello Stato, contestandone contraddizioni e pericoli, ma in perfetta coerenza con l’approccio “bartaliano” finora prevalente tra le minoranze (è tutto sbagliato, è tutto da rifare) si sono ben guardate dall’avanzare controproposte alternative, coerenti, misurabili e confrontabili. Non è un caso: esporsi in positivo è un tabù a sinistra, una sorta di riflesso condizionato di quella “sindrome della purezza” che è tipica in particolare delle due principali forze di opposizione, Pd e Cinque stelle, sempre timorose di essere scavalcate dal vicino di banco.

Questa paralisi viene simbolicamente interrotta da una proposta operativa: durante l’annuale assemblea in corso ad Orvieto di “Libertà Eguale”, l’area culturalmente riformista del Pd, il costituzionalista ed ex parlamentare dem Stefano Ceccanti ha presentato un progetto redatto in articoli come testo alternativo a quello predisposto dal Governo “nella convinzione che occorra fornire un’alternativa innovativa, una ragionevole manutenzione istituzionale, dato che, con tutta evidenza, la difesa dello status quo non appare una linea minimamente sostenibile”.

In queste stesse ore suggerisce ad Elly Schlein di non opporre solo no, anche l’ex ministro Dario Franceschini, che oltre ad essere stato uno dei grandi elettori della nuova segretaria Dem, da diversi anni è l’espressione più continua di una logica iper-realista all’interno del Pd ed è il personaggio proverbialmente più lesto nell’annusare il girar del vento.

Se a sinistra qualcosa sembra muoversi, la proposta-Ceccanti suggerisce qualcosa in più: una bozza di articolato che è a disposizione per diventare, magari con modifiche, una vera e propria proposta di legge da presentare in Parlamento. Due i punti qualificanti: “Un modello di Premierato, che alla sua base ha la legittimazione popolare di maggioranze e Governi, è legato anzitutto a una legge elettorale a prevalenza maggioritaria e il doppio turno è la soluzione più ragionevole, poiché dà all’elettore due possibilità di scelta, specie quando si decida di adottare meccanismi premiali”. Seconda proposta di Ceccanti: “Per scoraggiare la caduta della maggioranza e del Governo si propone un meccanismo di possibili elezioni anticipate quando il Primo Ministro sia stato sconfitto su una questione di fiducia, a meno che entro dieci giorni non sia scelto a maggioranza assoluta un nuovo Primo Ministro”. Dunque, senza vincoli per il nuovo Primo ministro di dover appartenere alla precedente maggioranza e d’altra parte, con la regola vincolante proposta dal centro-destra, nessuna delle grandi emergenze belliche sarebbe stata affrontabile con maggioranze di unità nazionale. A cominciare dal Gabinetto Churchill che portò la Gran Bretagna fuori dalla sua ora più buia.

E dunque, davanti ad un centro-destra che sembra voler fare sul serio, le opposizioni sono davvero pronte a “sporcarsi” le mani, quantomeno con proposte alternative? Finora le mani del centro-sinistra, su tanti dossier. sono restate “pulite”. Ma anche vuote.

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Per ora le diverse opposizioni hanno chirurgicamente dissezionato il progetto governativo di elezione diretta del Capo dello Stato, contestandone contraddizioni e pericoli, ma in perfetta coerenza con l’approccio “bartaliano” finora prevalente tra le minoranze (è tutto sbagliato, è tutto da rifare) si sono ben guardate dall’avanzare controproposte alternative, coerenti, misurabili e confrontabili. Non è un caso: esporsi in positivo è un tabù a sinistra, una sorta di riflesso condizionato di quella “sindrome della purezza” che è tipica in particolare delle due principali forze di opposizione, Pd e Cinque stelle, sempre timorose di essere scavalcate dal vicino di banco.

Questa paralisi viene simbolicamente interrotta da una proposta operativa: durante l’annuale assemblea in corso ad Orvieto di “Libertà Eguale”, l’area culturalmente riformista del Pd, il costituzionalista ed ex parlamentare dem Stefano Ceccanti ha presentato un progetto redatto in articoli come testo alternativo a quello predisposto dal Governo “nella convinzione che occorra fornire un’alternativa innovativa, una ragionevole manutenzione istituzionale, dato che, con tutta evidenza, la difesa dello status quo non appare una linea minimamente sostenibile”.

In queste stesse ore suggerisce ad Elly Schlein di non opporre solo no, anche l’ex ministro Dario Franceschini, che oltre ad essere stato uno dei grandi elettori della nuova segretaria Dem, da diversi anni è l’espressione più continua di una logica iper-realista all’interno del Pd ed è il personaggio proverbialmente più lesto nell’annusare il girar del vento.

Se a sinistra qualcosa sembra muoversi, la proposta-Ceccanti suggerisce qualcosa in più: una bozza di articolato che è a disposizione per diventare, magari con modifiche, una vera e propria proposta di legge da presentare in Parlamento. Due i punti qualificanti: “Un modello di Premierato, che alla sua base ha la legittimazione popolare di maggioranze e Governi, è legato anzitutto a una legge elettorale a prevalenza maggioritaria e il doppio turno è la soluzione più ragionevole, poiché dà all’elettore due possibilità di scelta, specie quando si decida di adottare meccanismi premiali”. Seconda proposta di Ceccanti: “Per scoraggiare la caduta della maggioranza e del Governo si propone un meccanismo di possibili elezioni anticipate quando il Primo Ministro sia stato sconfitto su una questione di fiducia, a meno che entro dieci giorni non sia scelto a maggioranza assoluta un nuovo Primo Ministro”. Dunque, senza vincoli per il nuovo Primo ministro di dover appartenere alla precedente maggioranza e d’altra parte, con la regola vincolante proposta dal centro-destra, nessuna delle grandi emergenze belliche sarebbe stata affrontabile con maggioranze di unità nazionale. A cominciare dal Gabinetto Churchill che portò la Gran Bretagna fuori dalla sua ora più buia.

E dunque, davanti ad un centro-destra che sembra voler fare sul serio, le opposizioni sono davvero pronte a “sporcarsi” le mani, quantomeno con proposte alternative? Finora le mani del centro-sinistra, su tanti dossier. sono restate “pulite”. Ma anche vuote.

QOSHE - A sinistra qualcosa si muove sulle riforme: ecco il premierato secondo Ceccanti - Fabio Martini
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A sinistra qualcosa si muove sulle riforme: ecco il premierato secondo Ceccanti

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25.11.2023

Per ora le diverse opposizioni hanno chirurgicamente dissezionato il progetto governativo di elezione diretta del Capo dello Stato, contestandone contraddizioni e pericoli, ma in perfetta coerenza con l’approccio “bartaliano” finora prevalente tra le minoranze (è tutto sbagliato, è tutto da rifare) si sono ben guardate dall’avanzare controproposte alternative, coerenti, misurabili e confrontabili. Non è un caso: esporsi in positivo è un tabù a sinistra, una sorta di riflesso condizionato di quella “sindrome della purezza” che è tipica in particolare delle due principali forze di opposizione, Pd e Cinque stelle, sempre timorose di essere scavalcate dal vicino di banco.

Questa paralisi viene simbolicamente interrotta da una proposta operativa: durante l’annuale assemblea in corso ad Orvieto di “Libertà Eguale”, l’area culturalmente riformista del Pd, il costituzionalista ed ex parlamentare dem Stefano Ceccanti ha presentato un progetto redatto in articoli come testo alternativo a quello predisposto dal Governo “nella convinzione che occorra fornire un’alternativa innovativa, una ragionevole manutenzione istituzionale, dato che, con tutta evidenza, la difesa dello status quo non appare una linea minimamente sostenibile”.

In queste stesse ore suggerisce ad Elly Schlein di non opporre solo no, anche l’ex ministro Dario Franceschini, che oltre ad essere stato uno dei grandi elettori della nuova segretaria Dem, da diversi anni è l’espressione più continua di una logica iper-realista all’interno del Pd ed è il personaggio proverbialmente più lesto nell’annusare il girar del vento.

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