Dalle mie parti c’è un detto che spesso si trova scritto sui muri “Cu mancia pani fa muddichi”. Come a voler dire che ogni attività umana lascia delle scorie, ha delle pecche, è imperfetta. Questo detto viene usato, in altri termini, per considerare “inevitabile” la presenza di un “errore” in ogni attività. Ciò lo si dice non in tono accusatorio ma quasi a giustificare la presenza di una falla quando si fa.
Questo è proprio ciò che mi è venuto in mente rivedendo il video dell’influencer Chiara Ferragni su tutti i principali link di informazione di quest’oggi. Ecco… è proprio in questo caso che la cronaca ha volutamente portato alla nostra attenzione ciò che la citazione siciliana riassume e che, in questo caso, mi appare, eccessivamente benevola. Sto proprio parlando del
caso Balocco-Ferragni. Come si può voler giustificare che l'aver fatto tante attività benefiche e maneggiato quindi tanti, tanti soldi, versati per presunte cause nobili, abbia potuto dar spazio ad errori e possa quindi diventare un alibi per un utilizzo improprio degli stessi? Non sono solita commentare comportamenti dei Ferragnez (e credo sia la prima e l’ultima volta che lo farò) ma credo che il
messaggio di scuse divulgato in cui si parla di un “errore di comunicazione” sia peggio del fatto stesso, per non parlare poi della giustificazione del marito Fedez sotto il cappello “abbiamo fatto tante cose” che suona come un “cu mancia pani fa muddiche” come a voler dire “era quindi inevitabile commettere qualche errore dinanzi a tanto fare”… Eh no, con i soldi degli altri non si compra il pane. Quanto accaduto potrebbe essere inquadrato dal giudice all’interno della fattispecie di “truffa aggravata” a danno dei consumatori con conseguente sequestro dei conti delle società a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori che hanno acquistato il pandoro ‘griffato’”. È però vero che la truffa contemplerebbe un “dolo” circa l’appropriazione dei soldi a proprio vantaggio e a danno altrui, sulla base dell’art. 640 del Codice penale secondo cui ‘Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032’, penale che sale fino a 5 anni di reclusione nel caso di aggravanti previste dal Codice”. Nel caso di specie sarà difficile provare l’esistenza di un fatto commesso con coscienza e volontà visto che la stessa protagonista della vicenda ha tirato in mezzo l’Errore che, giuridicamente parlando, è l’imperfetta conoscenza o falsa rappresentazione della realtà e che pertanto è equiparata all'ignoranza che più propriamente è mancanza di conoscenza. L’errore, dal punto di vista penalistico recide il nesso causale tra l’azione e il fatto e pertanto elimina la colpevolezza. La Ferragni si definiribbe pertanto non colpevole ma vittima di un “errore di comunicazione” … che non sia un’operazione studiata per far passare le scuse come una scriminante oggettiva? Si tratterebbe dunque di un errore che cade nel momento ideativo del fatto, ossia sul processo formativo della volontà tanto da escluderla e scusare la condotta? Ma non mi è ben chiaro di quale falsa rappresentazione della realtà si stia parlando in questo caso di specie. Forse la Ferragni non sapeva o non aveva correttamente inteso che mettere in commercio dei panettoni con la sua Griff e pubblicizzandoli con la dicitura “Chiara Ferragni e Balocco insieme per l'ospedale Regina Margherita di Torino” significasse far credere che il ricavato della vendita dei panettoni fosse devoluto in beneficenza? Dove sarebbe esattamente l’errore? Ai giudici il verdetto. Commenta con i lettori I commenti dei lettori
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