Non passa giorno che i cantori quotidiani del “politicamente corretto” che, come noto, abbondano sulla stampa di sinistra e nei rispettivi studi televisivi, impartiscono lezioni su come ci dobbiamo comportare con la “destra estrema” al governo. Una destra che, sempre secondo questi predicatori e moralisti - di norma alto borghesi, milionari ed espressione della storica e vera casta di potere - va combattuta senza tregua perchè era e resta il nemico mortale da battere e da annientare. A essere sinceri e intellettualmente onesti, il nemico da battere e politicamente da annientare è sempre quello che, di volta in volta, è in maggioranza ed alternativo alla sinistra. A partire dalla Democrazia Cristiana nel secondo dopoguerra per arrivare al governo guidato di Giorgia Meloni.

Ma, al di là di questa riflessione persino scontata, è abbastanza facile richiamare l’attenzione attorno a un aspetto che rischia di minare alla radice la nostra sempre fragile democrazia. E cioè, se persiste e addirittura si rafforza la convinzione di continuare a criminalizzare politicamente l’avversario/nemico dispensando, come al solito, consigli su come aggredirlo e lanciando ultimatum sulla ormai imminente fine della democrazia e l’avvento di una nuova dittatura o regime autoritario e baggianate simili, è del tutto normale che la cornice degli “opposti estremismi” diventa la regola e non una eccezione del sistema politico italiano. E, non a caso, uno dei tasselli decisivi che segna l’avvio di questa deriva profondamente anti democratica, è sempre rappresentata dalla considerazione e dal giudizio concreti che si hanno delle forze di polizia nel nostro paese. Cioè di quell’organo dello Stato che deve conservare e garantire l’ordine pubblico dell’intero paese.

E il recente dibattito parlamentare ne è stato, al riguardo, un modello esemplare. Da un lato la difesa intransigente di tutto il centro destra delle forze di polizia - tutti gli organi di polizia, nessuno escluso - senza soffermarsi granché sulle vicende della manifestazione studentesca di Pisa e, dall’altro - cioè da parte della sinistra e dei populisti - del legittimo diritto di manifestare e di dissenso senza alcun riferimento, se non pur ragioni propagandistiche e del tutto protocollari e burocratiche, del ruolo delle forze di polizia. Un classico della letteratura degli “opposti estremismi” che continua a caratterizzare le fasi di crisi della nostra democrazia, al di là dello scorrere delle stagioni storiche e delle conseguenti fasi politiche. Poche, anzi pochissime, le voci che difendono la sacrosanta libertà di manifestare da un lato e una altrettanto importante sottolineatura del ruolo e della funzione delle forze di polizia dall’altro.

Ecco, ho voluto ricordare solo un episodio, l’ultimo in ordine di cronaca, per sottolineare che di fronte ad un quadro politico che individua nella radicalizzazione dello scontro e nella volontà di distruggere politicamente l’odiato nemico le due regole auree da perseguire, la deriva degli “opposti estremismi” da eccezione diventa la regola aurea da osservare e da praticare. Per questi semplici motivi questa destra sovranista e questa sinistra radicale e populista non sono le ricette da copiare e da diffondere. E questo perché gli “opposti estremismi”, ultima versione del “bipolarismo selvaggio”, non sono nient’altro che una spia che denuncia la crisi della democrazia, la sfiducia nelle istituzioni e la caduta di credibilità e di autorevolezza dei partiti e delle rispettive pseudo classi dirigenti.

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Non passa giorno che i cantori quotidiani del “politicamente corretto” che, come noto, abbondano sulla stampa di sinistra e nei rispettivi studi televisivi, impartiscono lezioni su come ci dobbiamo comportare con la “destra estrema” al governo. Una destra che, sempre secondo questi predicatori e moralisti - di norma alto borghesi, milionari ed espressione della storica e vera casta di potere - va combattuta senza tregua perchè era e resta il nemico mortale da battere e da annientare. A essere sinceri e intellettualmente onesti, il nemico da battere e politicamente da annientare è sempre quello che, di volta in volta, è in maggioranza ed alternativo alla sinistra. A partire dalla Democrazia Cristiana nel secondo dopoguerra per arrivare al governo guidato di Giorgia Meloni.

Ma, al di là di questa riflessione persino scontata, è abbastanza facile richiamare l’attenzione attorno a un aspetto che rischia di minare alla radice la nostra sempre fragile democrazia. E cioè, se persiste e addirittura si rafforza la convinzione di continuare a criminalizzare politicamente l’avversario/nemico dispensando, come al solito, consigli su come aggredirlo e lanciando ultimatum sulla ormai imminente fine della democrazia e l’avvento di una nuova dittatura o regime autoritario e baggianate simili, è del tutto normale che la cornice degli “opposti estremismi” diventa la regola e non una eccezione del sistema politico italiano. E, non a caso, uno dei tasselli decisivi che segna l’avvio di questa deriva profondamente anti democratica, è sempre rappresentata dalla considerazione e dal giudizio concreti che si hanno delle forze di polizia nel nostro paese. Cioè di quell’organo dello Stato che deve conservare e garantire l’ordine pubblico dell’intero paese.

E il recente dibattito parlamentare ne è stato, al riguardo, un modello esemplare. Da un lato la difesa intransigente di tutto il centro destra delle forze di polizia - tutti gli organi di polizia, nessuno escluso - senza soffermarsi granché sulle vicende della manifestazione studentesca di Pisa e, dall’altro - cioè da parte della sinistra e dei populisti - del legittimo diritto di manifestare e di dissenso senza alcun riferimento, se non pur ragioni propagandistiche e del tutto protocollari e burocratiche, del ruolo delle forze di polizia. Un classico della letteratura degli “opposti estremismi” che continua a caratterizzare le fasi di crisi della nostra democrazia, al di là dello scorrere delle stagioni storiche e delle conseguenti fasi politiche. Poche, anzi pochissime, le voci che difendono la sacrosanta libertà di manifestare da un lato e una altrettanto importante sottolineatura del ruolo e della funzione delle forze di polizia dall’altro.

Ecco, ho voluto ricordare solo un episodio, l’ultimo in ordine di cronaca, per sottolineare che di fronte ad un quadro politico che individua nella radicalizzazione dello scontro e nella volontà di distruggere politicamente l’odiato nemico le due regole auree da perseguire, la deriva degli “opposti estremismi” da eccezione diventa la regola aurea da osservare e da praticare. Per questi semplici motivi questa destra sovranista e questa sinistra radicale e populista non sono le ricette da copiare e da diffondere. E questo perché gli “opposti estremismi”, ultima versione del “bipolarismo selvaggio”, non sono nient’altro che una spia che denuncia la crisi della democrazia, la sfiducia nelle istituzioni e la caduta di credibilità e di autorevolezza dei partiti e delle rispettive pseudo classi dirigenti.

QOSHE - La tragedia degli “opposti estremismi” - Giorgio Merlo
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La tragedia degli “opposti estremismi”

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05.03.2024

Non passa giorno che i cantori quotidiani del “politicamente corretto” che, come noto, abbondano sulla stampa di sinistra e nei rispettivi studi televisivi, impartiscono lezioni su come ci dobbiamo comportare con la “destra estrema” al governo. Una destra che, sempre secondo questi predicatori e moralisti - di norma alto borghesi, milionari ed espressione della storica e vera casta di potere - va combattuta senza tregua perchè era e resta il nemico mortale da battere e da annientare. A essere sinceri e intellettualmente onesti, il nemico da battere e politicamente da annientare è sempre quello che, di volta in volta, è in maggioranza ed alternativo alla sinistra. A partire dalla Democrazia Cristiana nel secondo dopoguerra per arrivare al governo guidato di Giorgia Meloni.

Ma, al di là di questa riflessione persino scontata, è abbastanza facile richiamare l’attenzione attorno a un aspetto che rischia di minare alla radice la nostra sempre fragile democrazia. E cioè, se persiste e addirittura si rafforza la convinzione di continuare a criminalizzare politicamente l’avversario/nemico dispensando, come al solito, consigli su come aggredirlo e lanciando ultimatum sulla ormai imminente fine della democrazia e l’avvento di una nuova dittatura o regime autoritario e baggianate simili, è del tutto normale che la cornice degli “opposti estremismi” diventa la regola e non una eccezione del sistema politico italiano. E, non a caso, uno dei tasselli decisivi che segna l’avvio di questa deriva profondamente anti democratica, è sempre rappresentata dalla considerazione e dal giudizio concreti che si hanno delle forze di polizia nel nostro paese. Cioè di quell’organo dello Stato che deve conservare e garantire l’ordine pubblico dell’intero paese.

E il recente dibattito parlamentare ne è stato, al........

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