Cosa hanno in comune le “Cinque stagionature del parmigiano” e un “Attico in piazza di Spagna con vista sui tetti di Roma”?

Non sono semplicemente una portata o una casa ma un sogno, un’emozione e molto altro: la capacità di farci viaggiare. Proprio come quando ci prepariamo per andare in un ristorante e ci chiediamo ansiosi “Cosa mi metto?”, pronti a vivere un’esperienza totalizzante, capace di attivare ogni recettore sensoriale, compresi quelli più apparentemente distanti dal cibo come il tatto (avete presente i materiali di un ristorante stellato? I tovaglioli, le posate o la finitura della seduta) o l’udito, come quando si addenta qualcosa di croccante fino alla sua essenza, seduti negli ambienti ovattati e intimi delle sale più ambite del locale.

Tutta questa gamma di esperienze viene riattivata quando in televisione vediamo cucinare una crostata al limone, impiattata come se fosse un quadro di Pollock. Il cibo attrae perché ha questo potere: trasportarci immediatamente in un’altra dimensione, del tutto sensoriale. Dalla bocca al cuore, ci riporta in luoghi e tempi che appartengono alla memoria. Vi ricordate quando nel cartone animato Ratatouille, il critico gastronomico Ego assapora proprio il piatto che dà il titolo al film e, in un attimo, riscopre i suoi occhi di bambino? Con il cibo viaggiamo tutti, da almeno un decennio, con il corpo e con la mente e proprio a questo è dovuto lo straordinario successo che la cucina ha sulla cultura popolare di oggi.

Adesso che il tema gastronomico comincia a dare qualche segnale di cedimento dovuto alla sua naturale saturazione, la domanda che ci si pone è quale sarà il prossimo trend: l’argomento più promettente per un’evoluzione che ripercorra la strada fatta dal cibo nella cultura popolare oggi è la casa.

La casa è immaginazione della vita che vorremmo, è l’effetto dei sogni, del successo personale. Più spesso, la casa è il sogno di poterla acquistare, quando si è in affitto. È in qualche modo, una tappa che suggella la fine di un qualunque capitolo della propria vita e l’inizio di uno nuovo, nella nostra immaginazione, il migliore di tutti. Cosa può generare più sogni e desideri, se non scorrere e fantasticare sugli annunci immobiliari? Con un colpo di clic si passa dalla propria casa, a quella dei vicini, fino a quelle lontanissime, per distanza e tipologia. Sensazioni: sentire l’odore del mare, il crepitio di un camino, la vista di un tramonto dietro uno specchio d’acqua, il fresco di un giardino all’ombra degli alberi.

Vedere case, parlare di case, ascoltare le persone che parlano di case, della loro ricerca e dei loro sogni: tutto questo sta diventando sempre più un modo per evadere dalla realtà e rievocare sensazioni positive, una sorta di ancoraggio al futuro e alle sue promesse salvifiche.

Così come nella narrativa sulla cucina ben presto la centralità del cibo e le ricette hanno lasciato il posto ai ristoranti, agli chef e alla vita nelle cucine, anche sull’immobiliare abbiamo appena fatto un salto in avanti: con le prime trasmissioni televisive che parlano di casa cominciamo a vedere non solo gli immobili, ma anche qualche “dietro le quinte”. Iniziamo ad allargare il campo, includendo ciò che vi ruota intorno. Ma questo è solo un primissimo tentativo. Siamo ben lontani dal far diventare gli agenti immobiliari i prossimi influencer da portare in qualche reality o da usare come testimonial.

Riavvolgendo il nastro a molti anni fa, nessuno poteva immaginare cosa potesse nascondersi dietro a una semplicissima portata servita in un ristorante. Eppure, quel mondo si è svelato e oggi assistiamo a una perfetta incarnazione che assume tratti ben precisi nell’immaginario collettivo. Le maestranze guidate da chef sempre più simili a eroi tiranni in lotta con sé stessi hanno assunto connotati quasi epici, raccogliendo l’immaginazione di miti lontani (a proposito di questo suggerisco la visione della serie capolavoro “The Bear” dove, sopra ogni cosa, l’episodio “Forchette” della seconda stagione porta a vette irraggiungibili il lirismo, l’idealizzazione e la catarsi dell’uomo attraverso il lavoro in cucina). Intorno al mondo immobiliare c’è molto altro: le storie delle persone che impariamo a conoscere durante il “viaggio” per arrivare alla casa dei propri sogni, un mondo di umanità ogni volta diverso. Ogni casa, come ogni piatto, un mondo a parte. Real estate is the new Food.

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Cosa hanno in comune le “Cinque stagionature del parmigiano” e un “Attico in piazza di Spagna con vista sui tetti di Roma”?

Non sono semplicemente una portata o una casa ma un sogno, un’emozione e molto altro: la capacità di farci viaggiare. Proprio come quando ci prepariamo per andare in un ristorante e ci chiediamo ansiosi “Cosa mi metto?”, pronti a vivere un’esperienza totalizzante, capace di attivare ogni recettore sensoriale, compresi quelli più apparentemente distanti dal cibo come il tatto (avete presente i materiali di un ristorante stellato? I tovaglioli, le posate o la finitura della seduta) o l’udito, come quando si addenta qualcosa di croccante fino alla sua essenza, seduti negli ambienti ovattati e intimi delle sale più ambite del locale.

Tutta questa gamma di esperienze viene riattivata quando in televisione vediamo cucinare una crostata al limone, impiattata come se fosse un quadro di Pollock. Il cibo attrae perché ha questo potere: trasportarci immediatamente in un’altra dimensione, del tutto sensoriale. Dalla bocca al cuore, ci riporta in luoghi e tempi che appartengono alla memoria. Vi ricordate quando nel cartone animato Ratatouille, il critico gastronomico Ego assapora proprio il piatto che dà il titolo al film e, in un attimo, riscopre i suoi occhi di bambino? Con il cibo viaggiamo tutti, da almeno un decennio, con il corpo e con la mente e proprio a questo è dovuto lo straordinario successo che la cucina ha sulla cultura popolare di oggi.

Adesso che il tema gastronomico comincia a dare qualche segnale di cedimento dovuto alla sua naturale saturazione, la domanda che ci si pone è quale sarà il prossimo trend: l’argomento più promettente per un’evoluzione che ripercorra la strada fatta dal cibo nella cultura popolare oggi è la casa.

La casa è immaginazione della vita che vorremmo, è l’effetto dei sogni, del successo personale. Più spesso, la casa è il sogno di poterla acquistare, quando si è in affitto. È in qualche modo, una tappa che suggella la fine di un qualunque capitolo della propria vita e l’inizio di uno nuovo, nella nostra immaginazione, il migliore di tutti. Cosa può generare più sogni e desideri, se non scorrere e fantasticare sugli annunci immobiliari? Con un colpo di clic si passa dalla propria casa, a quella dei vicini, fino a quelle lontanissime, per distanza e tipologia. Sensazioni: sentire l’odore del mare, il crepitio di un camino, la vista di un tramonto dietro uno specchio d’acqua, il fresco di un giardino all’ombra degli alberi.

Vedere case, parlare di case, ascoltare le persone che parlano di case, della loro ricerca e dei loro sogni: tutto questo sta diventando sempre più un modo per evadere dalla realtà e rievocare sensazioni positive, una sorta di ancoraggio al futuro e alle sue promesse salvifiche.

Così come nella narrativa sulla cucina ben presto la centralità del cibo e le ricette hanno lasciato il posto ai ristoranti, agli chef e alla vita nelle cucine, anche sull’immobiliare abbiamo appena fatto un salto in avanti: con le prime trasmissioni televisive che parlano di casa cominciamo a vedere non solo gli immobili, ma anche qualche “dietro le quinte”. Iniziamo ad allargare il campo, includendo ciò che vi ruota intorno. Ma questo è solo un primissimo tentativo. Siamo ben lontani dal far diventare gli agenti immobiliari i prossimi influencer da portare in qualche reality o da usare come testimonial.

Riavvolgendo il nastro a molti anni fa, nessuno poteva immaginare cosa potesse nascondersi dietro a una semplicissima portata servita in un ristorante. Eppure, quel mondo si è svelato e oggi assistiamo a una perfetta incarnazione che assume tratti ben precisi nell’immaginario collettivo. Le maestranze guidate da chef sempre più simili a eroi tiranni in lotta con sé stessi hanno assunto connotati quasi epici, raccogliendo l’immaginazione di miti lontani (a proposito di questo suggerisco la visione della serie capolavoro “The Bear” dove, sopra ogni cosa, l’episodio “Forchette” della seconda stagione porta a vette irraggiungibili il lirismo, l’idealizzazione e la catarsi dell’uomo attraverso il lavoro in cucina). Intorno al mondo immobiliare c’è molto altro: le storie delle persone che impariamo a conoscere durante il “viaggio” per arrivare alla casa dei propri sogni, un mondo di umanità ogni volta diverso. Ogni casa, come ogni piatto, un mondo a parte. Real estate is the new Food.

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La casa è il nuovo cibo?

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27.02.2024

Cosa hanno in comune le “Cinque stagionature del parmigiano” e un “Attico in piazza di Spagna con vista sui tetti di Roma”?

Non sono semplicemente una portata o una casa ma un sogno, un’emozione e molto altro: la capacità di farci viaggiare. Proprio come quando ci prepariamo per andare in un ristorante e ci chiediamo ansiosi “Cosa mi metto?”, pronti a vivere un’esperienza totalizzante, capace di attivare ogni recettore sensoriale, compresi quelli più apparentemente distanti dal cibo come il tatto (avete presente i materiali di un ristorante stellato? I tovaglioli, le posate o la finitura della seduta) o l’udito, come quando si addenta qualcosa di croccante fino alla sua essenza, seduti negli ambienti ovattati e intimi delle sale più ambite del locale.

Tutta questa gamma di esperienze viene riattivata quando in televisione vediamo cucinare una crostata al limone, impiattata come se fosse un quadro di Pollock. Il cibo attrae perché ha questo potere: trasportarci immediatamente in un’altra dimensione, del tutto sensoriale. Dalla bocca al cuore, ci riporta in luoghi e tempi che appartengono alla memoria. Vi ricordate quando nel cartone animato Ratatouille, il critico gastronomico Ego assapora proprio il piatto che dà il titolo al film e, in un attimo, riscopre i suoi occhi di bambino? Con il cibo viaggiamo tutti, da almeno un decennio, con il corpo e con la mente e proprio a questo è dovuto lo straordinario successo che la cucina ha sulla cultura popolare di oggi.

Adesso che il tema gastronomico comincia a dare qualche segnale di cedimento dovuto alla sua naturale saturazione, la domanda che ci si pone è quale sarà il prossimo trend: l’argomento più promettente per un’evoluzione che ripercorra la strada fatta dal cibo nella cultura popolare oggi è la casa.

La casa è immaginazione della vita che vorremmo, è l’effetto dei sogni, del successo personale. Più spesso, la casa è il sogno di poterla acquistare, quando si è in affitto. È in qualche modo, una tappa che suggella la fine di un qualunque capitolo della propria vita e l’inizio di uno nuovo, nella nostra immaginazione, il migliore di tutti. Cosa può generare più sogni e desideri, se non scorrere e fantasticare sugli annunci immobiliari? Con........

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