Un bel dì vedremo. The day after Sardinia, la scoperta dell’acqua calda. Il centrosinistra può vincere se raccoglie il possibile che c’è in giro. Remember ‘cespugliotti’, a noi. Le due vittorie alle politiche del centrosinistra sono state con Romano Prodi. Campo largo dove i figli politici hanno provveduto a uccidere il padre. Il perché era nell’oggetto. Mettere insieme lusco e brusco per provare a vincere. Che, poi, a provare a governare non darà mai il meglio di sé perché è un mondo difficile, il nostro, frammentato, fatto da corporazioni delle corporazioni, mille pezzetti e rivoli, correnti dei partiti, della società civile Ognuno vuole contare il massimo e dire la sua prima degli altri. Come nelle ammucchiate naif delle elezioni comunali e regionali. La vittoria per un soffio del campo-medium del centrosinistra in Sardegna insegna la necessità di fare un campo extralarge, in sostanza quelli che erano con la lista Soru. Il campo larghissimo è vivo e lotta in Abruzzo, dentro ci stanno pure Azione e Italia Viva che in Sardegna erano insieme ai comunisti. Nell’imbarcadero, sia di destra che di sinistra, c’è una truppa di liste civiche che stanno prendendo piede ovunque. Il civismo, urticante, è di quelli che in premessa dicono ‘io non ho nessuna tessera di partito’ quasi che far parte di un partito sia una colpa. Ulteriori divisioni taglia e cuci per contare. I migliori. Ma allora a cosa servono i partiti? Votarli. Rianimarli. Lavorarci dentro, crescere una classe dirigente se poi si fa di tutto per svuotarli? Affermare altri ruoli. Spezzettare a dismisura i campi. In pratica arrendersi a mediazioni continue per non fare?

A Schlein lo ricordo, questo patchwork non sarà sovrapponibile alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno, dove ogni partito darà il meglio di sé. Quindi dopo l’Abruzzo sospenda l’extralarge per un po’ e fiato alle trombe della competizione tra partiti. E leader. Schlein punti ad arrivare prima nel centrosinistra. Servirà da prova per il leader del campo larghissimo alle politiche, chi ha più voti dirige la baracca. Lasci stare posti e ruoli futuri in commissione, parli di Europa partendo dalla guerra russo-ucraina dopo aver recitato i mantra obbligati (con gli ucraini senza se senza ma, c’è un aggressore e un aggredito, ecc) vada veloce a chiedere di finirla qui. Affidando il resto alla diplomazia. La gente non ne può più di questa guerra gestita male, intrisa d’ipocrisia (mando armi, non le mando, traffico missili da inviare a Kiev – si legga il recente scandalo scoperto in Germania) che miete morti ogni minuto. Perseverare nel sentire ammucchiate voci ‘in armi’, rabbuia il domani.

Dall’uscita di Napo - Macron di inviare soldati Nato in Ucraina, alla tesi del Pentagono “se l’Ucraina perde la guerra, la Nato dovrà combattere contro la Russia”. Difficile credere a quello che afferma Tajani “l’Europa non è in guerra con Mosca”. Non una istituzione si è levata dopo le dichiarazioni di Zelensky che vuole fare una lista di proscrizione degli amici della Russia in Italia per poi cacciarli. S’intravede una ‘leggera’ ingerenza che viola alimenta un confronto barbaro diffuso, o con noi o contro di noi? E infine un occhio all’economia. Siamo ancora in crisi gas e caos bollette. Alla fine di quest’anno scade il contratto che Zelensky ha già detto di non rinnovare, tra Kiev e Mosca per il passaggio di gas verso i Paesi europei (mentre noi inviamo soldi a babbo morto a Zelensky, stando alle recenti inchieste giornalistiche, addirittura il triplo di quello che viene dichiarato nei documenti ufficiali). Aggiungiamo il taglio barili di benzina dell’Opec. La guerriglia nel Mar Rosso e il fermo materie prime. Occhio alle tasche degli italiani e dei cittadini europei.

Dal recente congresso dei socialisti europei ospitato da Schlein a Roma mi sarei aspettato uno stop deciso alle sfuriate bellicistiche. Spericolate. Depotenziando l’escalation ultra bollente del rilancio a chi la spara più grossa. Non si può rimanere fermi ancora sull’invio di armi all’Ucraina per vincere. È qui che la segretaria Schlein deve entrare e prendere una posizione, si diceva una volta, avanzata. Storicizzare, dire che la condotta europea nel conflitto russo-ucraino è stata disastrosa. Sbagliata dal primo momento. Improduttiva. Priva di visione. E la sinistra europea ha grandi responsabilità. La famiglia socialista non ha indicato vie d’uscita. È un campo largo di tanti partiti che mirano a Bruxelles per rifare quello che hanno fatto fino ad oggi. Zero appeal elettorale, zero novità.

Stando ai parametri del campo extralarge, per Schlein tenere ancorato il Pd in posizione ‘mandiamo armi ma siamo per la pace’, è un passo, due, tre indietro ai 5 stelle che sono i soli ad aver votato contro l’invio di armi. E Conte, a proposito di amorosi sensi, ha già preso le distanze dalle posizioni assunte dal congresso dei socialisti. Nientedimeno, il Pd, lascia un esprit di vantaggio, a sinistra, a Renzi “ora è tempo di politica e di diplomazia (l’ex premier critica aspramente l’assenza dell’Europa, n.d.r.) per garantire a Kiev la libertà al fianco dell’Ue ma trovando con Mosca una soluzione che fermi il massacro”. Così stando le cose, se l’extralarge governasse l’Italia, la premier Schlein avrebbe già rassegnato le dimissioni. Ma le elezioni europee sono un’altra storia. O no?

Segui i temi Commenta con i lettori I commenti dei lettori

Suggerisci una correzione

QOSHE - Schlein punta l’Abruzzo, ma le europee sono tutta un’altra storia - Maurizio Guandalini
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Schlein punta l’Abruzzo, ma le europee sono tutta un’altra storia

12 0
05.03.2024

Un bel dì vedremo. The day after Sardinia, la scoperta dell’acqua calda. Il centrosinistra può vincere se raccoglie il possibile che c’è in giro. Remember ‘cespugliotti’, a noi. Le due vittorie alle politiche del centrosinistra sono state con Romano Prodi. Campo largo dove i figli politici hanno provveduto a uccidere il padre. Il perché era nell’oggetto. Mettere insieme lusco e brusco per provare a vincere. Che, poi, a provare a governare non darà mai il meglio di sé perché è un mondo difficile, il nostro, frammentato, fatto da corporazioni delle corporazioni, mille pezzetti e rivoli, correnti dei partiti, della società civile Ognuno vuole contare il massimo e dire la sua prima degli altri. Come nelle ammucchiate naif delle elezioni comunali e regionali. La vittoria per un soffio del campo-medium del centrosinistra in Sardegna insegna la necessità di fare un campo extralarge, in sostanza quelli che erano con la lista Soru. Il campo larghissimo è vivo e lotta in Abruzzo, dentro ci stanno pure Azione e Italia Viva che in Sardegna erano insieme ai comunisti. Nell’imbarcadero, sia di destra che di sinistra, c’è una truppa di liste civiche che stanno prendendo piede ovunque. Il civismo, urticante, è di quelli che in premessa dicono ‘io non ho nessuna tessera di partito’ quasi che far parte di un partito sia una colpa. Ulteriori divisioni taglia e cuci per contare. I migliori. Ma allora........

© HuffPost


Get it on Google Play