Tra i cronisti parlamentari, o meglio tra quelli che frequentano il Transatlantico, spicca sicuramente Francesco Curridori, innanzitutto per il suo fare educato che spesso viene scambiato per timidezza, e poi per lo stare un passo indietro agli altri. Per usare un termine in voga ultimamente, si potrebbe definire un cronista politico “underdog”.

Ma tutti i politici, dopo che ne hanno fatto la conoscenza giornalistica, sanno bene che non è tipo con cui scherzare: la sua domanda è sempre la più scomoda, e come dice lui stesso con amicizia e sincerità, “me lo hai detto tu”. Ma, è innegabile, durante le interviste si notano dei difetti fisici, che fanno pensare alle conseguenze di un incidente o comunque di un problema durante la crescita. Ma mai nessuno avrebbe potuto pensare la complessa verità che ci sta dietro. È lo stesso Curridori che lo racconta in un interessante libro, per conoscerla basta leggerlo.

Nato all’incontrario” è il titolo del suo libro, dove racconta la sua vita e le sfide che ha dovuto affrontare. Affetto da una patologia cardiaca chiamata “trasposizione delle grandi arterie”, trascorre la sua infanzia tra la Sardegna, sua terra d’origine, e il Gaslini di Genova, dove viene ricoverato più volte e dove subisce vari interventi chirurgici. All’età di circa tre anni viene colpito da un ictus che gli causa la paralisi del lato destro del corpo. Da quel momento in poi la sua vita è un continuo entra ed esci dagli ospedali, ma cambia completamente dopo il trapianto di cuore che gli viene effettuato al Bambin Gesù di Roma.

Il libro, però, non è il racconto minuzioso di una lunga cartella clinica, ma racconta il lungo viaggio che lo ha portato a realizzare il sogno di diventare giornalista. E molto altro. Non è neppure il classico “inno alla vita” eroico e appassionato, ma la testimonianza di chi, pur avendo commesso tanti errori, si accorge che la sua vita è meravigliosa anche e soprattutto laddove è più amara. “Ritenersi un fallito è molto peggio di qualsiasi polmonite o ictus. Fa più male un cuore frantumato in mille pezzi per i propri traumi psicologici o sentimentali che un cuore trapiantato", scrive Curridori, fermamente convinto che la sua vita non inizi e non finisca in un letto d’ospedale.

Un libro sicuramente da leggere e sul quale riflettere, su come spesso ci soffermiamo o peggio ci accaloriamo su questioni futili e spesso passeggere come quelle del dibattito politico. Ma stiamo attenti a non riflettere più di tanto, perché finita la lettura del libro torna il pericolo, “la domanda di Curridori”, la più difficile e quella sicuramente non aggirabile.

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Invertire il corso della propria vita, guardando oltre una lunga cartella clinica. Per inseguire un sogno

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15.02.2024

Tra i cronisti parlamentari, o meglio tra quelli che frequentano il Transatlantico, spicca sicuramente Francesco Curridori, innanzitutto per il suo fare educato che spesso viene scambiato per timidezza, e poi per lo stare un passo indietro agli altri. Per usare un termine in voga ultimamente, si potrebbe definire un cronista politico “underdog”.

Ma tutti i politici, dopo che ne hanno fatto la conoscenza giornalistica, sanno bene che non è tipo con cui scherzare: la sua domanda è sempre la più scomoda, e come dice lui stesso con amicizia e sincerità, “me lo hai detto tu”. Ma, è innegabile, durante le interviste si notano dei difetti fisici, che fanno pensare alle conseguenze di un incidente o........

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