Ogni medaglia presenta due lati, come le splendide vittorie di Jannik Sinner nel tennis. Magnifico sport, splendido campione, un talento naturale che non potrà che migliorare nel tempo.

Dispiacciono i commenti, o le polemiche, circa la sua identità linguistica: stridono le definizioni quali "appartenente alla razza alpina" dello scrittore Paolo Cognetti, che già non dimostra ultimamente particolari sensibilità nei confronti di valligiani di diversi territori nazionali. I quali, giustamente, protestano, come in Valsesia. Bisogna fare attenzione alle generalizzazioni di chi, estraneo a realtà non facili, ne parla con troppa leggerezza se non con supponenza.

Ora scende in campo un'altra celebrità del sud del Tirolo, la campionessa di biathlon Dorothea Wierer, già amata ospite in numerosi spettacoli televisivi nazionali: in un’intervista a Eurosport “Doro” interviene sul tema sollevato da alcuni giornalisti, in particolare della Gazzetta dello Sport, rispetto al grado di “italianità” di Jannik Sinner. Polemica sull'italianità? Anche no. "Ora basta. Da una parte sono triste, e dall’altra arrabbiata. In passato ci sono stati dei conflitti, ma dobbiamo guardare anche oltre, siamo nel 2023. Non siamo più nel Medioevo".

Si dimentica tuttavia, che forse più tristi e arrabbiati possono sentirsi gli abitanti di questa provincia, che a breve dovranno obbligatoriamente presentarsi al prossimo censimento etnico o linguistico. Da cui Sinner, a Montecarlo, come altre celebrità, sarà forse esonerato. E qui non si tratta di opinioni, ma di realtà. Commentatori e giornalisti che ritengono "ridicoli e provinciali" certi argomenti, occorrerebbe sapessero che questi sono quotidiani soprattutto nelle famiglie mistilingui, in quelle di altre più recente immigrazione, per tutti coloro che nella provincia più autonoma d'Italia, e d'Europa, vivono e lavorano.

Per cui, forse, si potrebbe sospendere il giudizio nei confronti di chi deve trascorrere l'intera esistenza condizionato da dichiarazioni etniche e patentini e accertamenti linguistici - si ricordi la ancora vigente regola della "proporzionale"- e invece finalmente interrogarsi se ciò sia o meno lecito o corretto, nel 2023.

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Riportare possibilmente una versione meno stereotipata delle vicende storiche locali che non comprendono solo un'occupazione fascista ma quantomeno anche una nazista, entrambe tragiche di conseguenze per le popolazioni del luogo e non solo. Con ripercussioni ben oltre.

Temi poco "nobili" per giornalisti e campioni sportivi? Per una provincia di confine, di fatto dimenticata dal resto della nazione se non per report turistici o escursioni in alta quota, no. Per sportivi più controversi, quali Alex Schwazer, ai quali è stata contestata l'eccessiva "italianità" per anni, nella propria stessa "patria", no. E non in epoche lontane, adesso. Patria, altro termine terribilmente difficile da pronunciare. Non così nel Medioevo, quando il cavaliere Oswald von Wolkenstein scriveva liberamente le sue poesie in italiano, latino, francese, sloveno e tedesco. La Storia è cosa complessa.

Forse, occorrerebbe finalmente comprendere, a settantacinque anni dall'introduzione del primo Statuto di Autonomia in Alto Adige, che molti vorrebbero davvero "aprirsi e guardare oltre", se solo questo fosse consentito. Per legge. Ora basta?

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Ogni medaglia presenta due lati, come le splendide vittorie di Jannik Sinner nel tennis. Magnifico sport, splendido campione, un talento naturale che non potrà che migliorare nel tempo.

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Anacronistici e provinciali? Per legge

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01.12.2023

Ogni medaglia presenta due lati, come le splendide vittorie di Jannik Sinner nel tennis. Magnifico sport, splendido campione, un talento naturale che non potrà che migliorare nel tempo.

Dispiacciono i commenti, o le polemiche, circa la sua identità linguistica: stridono le definizioni quali "appartenente alla razza alpina" dello scrittore Paolo Cognetti, che già non dimostra ultimamente particolari sensibilità nei confronti di valligiani di diversi territori nazionali. I quali, giustamente, protestano, come in Valsesia. Bisogna fare attenzione alle generalizzazioni di chi, estraneo a realtà non facili, ne parla con troppa leggerezza se non con supponenza.

Ora scende in campo un'altra celebrità del sud del Tirolo, la campionessa di biathlon Dorothea Wierer, già amata ospite in numerosi spettacoli televisivi nazionali: in un’intervista a Eurosport “Doro” interviene sul tema sollevato da alcuni giornalisti, in particolare della Gazzetta dello Sport, rispetto........

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