Con le dichiarazioni sono tutti bravissimi. Con le promesse ancora più bravi. Con i fatti, purtroppo, molto meno. Ritengo, potendolo provare con dati alla mano, che anche questo governo - che all’inizio era partito bene - come i precedenti, non fa eccezione nella lotta alle mafie.

Guardando le promesse iniziali oggi ritengo di poter dire che la lotta per ripristinare trasparenza, legalità e contrastare le mafie sia ferma al palo. Peccato che la criminalità organizzata moderna e i sistemi criminali integrati a essa siano ormai “Stati nello Stato” e si muovano a loro agio nella politica, nell’economia e nella finanza. Questo significa che servono azioni concrete per arginare questi fenomeni criminali che evidentemente in questo momento non ci sono.

Le dichiarazioni del centrodestra – ma, sia chiaro, di quasi tutti i governi che hanno preceduto l’attuale – sembrano solo specchietti per le allodole. Leggo che la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata dovrà essere inesorabile e condotta senza sosta. Subito dopo questi proclami però si approvano norme che vanno in direzione esattamente contraria. Penso all’abrogazione dell’abuso d’ufficio, alla modifica del regime delle intercettazioni, al carcere e alle maxi multe ai giornalisti, al segreto su atti noti alle parti, al divieto dell’uso di trojan per i colletti bianchi, tanto per citarne alcune.

Di mafia si parla sempre meno e nel modo sbagliato, approfittando di un’opinione pubblica attualmente anestetizzata da un sistema mediatico completamente assuefatto al governante di turno. Oggi il pericolo più grande proviene proprio dalla mancanza di punibilità per i reati commessi dai “colletti bianchi”. Sul versante economico-finanziario, ci sono alcune norme che, di fatto, agevolano il riciclaggio e il reinvestimento degli immensi fiumi di denaro della mafia.

Questo scenario preoccupante porta con sé il rischio concreto di uno stop al contrasto delle nuove mafie difficilmente reversibile. Si agisca concretamente su queste discrasie appena accennate, in caso contrario, si abbia il coraggio di far morire la lotta alla mafia assumendosene la responsabilità.

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Con le dichiarazioni sono tutti bravissimi. Con le promesse ancora più bravi. Con i fatti, purtroppo, molto meno. Ritengo, potendolo provare con dati alla mano, che anche questo governo - che all’inizio era partito bene - come i precedenti, non fa eccezione nella lotta alle mafie.

Guardando le promesse iniziali oggi ritengo di poter dire che la lotta per ripristinare trasparenza, legalità e contrastare le mafie sia ferma al palo. Peccato che la criminalità organizzata moderna e i sistemi criminali integrati a essa siano ormai “Stati nello Stato” e si muovano a loro agio nella politica, nell’economia e nella finanza. Questo significa che servono azioni concrete per arginare questi fenomeni criminali che evidentemente in questo momento non ci sono.

Le dichiarazioni del centrodestra – ma, sia chiaro, di quasi tutti i governi che hanno preceduto l’attuale – sembrano solo specchietti per le allodole. Leggo che la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata dovrà essere inesorabile e condotta senza sosta. Subito dopo questi proclami però si approvano norme che vanno in direzione esattamente contraria. Penso all’abrogazione dell’abuso d’ufficio, alla modifica del regime delle intercettazioni, al carcere e alle maxi multe ai giornalisti, al segreto su atti noti alle parti, al divieto dell’uso di trojan per i colletti bianchi, tanto per citarne alcune.

Di mafia si parla sempre meno e nel modo sbagliato, approfittando di un’opinione pubblica attualmente anestetizzata da un sistema mediatico completamente assuefatto al governante di turno. Oggi il pericolo più grande proviene proprio dalla mancanza di punibilità per i reati commessi dai “colletti bianchi”. Sul versante economico-finanziario, ci sono alcune norme che, di fatto, agevolano il riciclaggio e il reinvestimento degli immensi fiumi di denaro della mafia.

Questo scenario preoccupante porta con sé il rischio concreto di uno stop al contrasto delle nuove mafie difficilmente reversibile. Si agisca concretamente su queste discrasie appena accennate, in caso contrario, si abbia il coraggio di far morire la lotta alla mafia assumendosene la responsabilità.

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QOSHE - La lotta alla mafia, per ora solo annunciata, del governo Meloni - Vincenzo Musacchio
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La lotta alla mafia, per ora solo annunciata, del governo Meloni

13 0
15.04.2024

Con le dichiarazioni sono tutti bravissimi. Con le promesse ancora più bravi. Con i fatti, purtroppo, molto meno. Ritengo, potendolo provare con dati alla mano, che anche questo governo - che all’inizio era partito bene - come i precedenti, non fa eccezione nella lotta alle mafie.

Guardando le promesse iniziali oggi ritengo di poter dire che la lotta per ripristinare trasparenza, legalità e contrastare le mafie sia ferma al palo. Peccato che la criminalità organizzata moderna e i sistemi criminali integrati a essa siano ormai “Stati nello Stato” e si muovano a loro agio nella politica, nell’economia e nella finanza. Questo significa che servono azioni concrete per arginare questi fenomeni criminali che evidentemente in questo momento non ci sono.

Le dichiarazioni del centrodestra – ma, sia chiaro, di quasi tutti i governi che hanno preceduto l’attuale – sembrano solo specchietti per le allodole. Leggo che la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata dovrà essere inesorabile e condotta senza sosta. Subito dopo questi proclami però si approvano norme che vanno in direzione esattamente contraria. Penso all’abrogazione dell’abuso d’ufficio, alla........

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