PESCARA. «Otto edizioni di Sanremo, di cui sei di fila, è tanta roba». Così il Maestro abruzzese Enrico Melozzi commenta la sua imminente partecipazione al Festival della canzone italiana che, dal 7 all’11 febbraio, lo vedrà sul palco dell’Ariston a dirigere quattro artisti in gara. Dalla città dei fiori, dove sono già in corso le prove, il direttore d’orchestra teramano anticipa al Centro qualche dettaglio dell’appuntamento musicale più atteso d’Italia.

Maestro, dopo anni, c’è ancora la stessa emozione?

Ovviamente non è più la stessa emozione, ma si è trasformata. La prima volta non sapevo cosa dovevo fare, avevo il timore di sbagliare, non conoscevo i miei interlocutori. Poi negli anni ho capito che ero portato per questo lavoro, con il mio approccio molto serio e professionale. Ora l’emozione sta altrove: nel vedere che la mia figura si è consolidata, che mi conoscono tutti e c’è apprezzamento da parte dei musicisti, dei cantanti e della gente.

Quali sono gli artisti che dirigerà in questa 73ª edizione?

Premetto che quest’anno la mia lista dei desideri si è avverata in pieno perché avrò i quattro artisti che speravo di dirigere. Il primo è Mr. Rain, con cui l’anno scorso ho fatto un percorso stupendo ed è stato protagonista anche della Notte dei Serpenti. Poi c’è Ghali, un artista con cui non avevo mai collaborato ma di cui sono fan, per cui ci tenevo molto. E ancora Gazzelle, un artista straordinario, indipendentissimo, che ha scelto una strada più lunga, complessa e in salita. E poi i Bnkr44, che avevo già diretto l’anno scorso al loro esordio come ospiti di Sethu. Mi erano piaciuti tanto e ho fatto il tifo per loro a Sanremo Giovani.

Può anticiparci qualcosa sui brani?

Sono quattro brani ben scritti, ognuno con la sua complessità. Gazzelle porterà una delle sue ballad, un pezzo bellissimo e tra i pochi così, perché quest’anno i brani saranno quasi tutti da discoteca. I Bnkr44 sono una specie di rarità perché sono una boy band che da noi non si vedeva da un po’ di anni, hanno una musica libera, divertente e non scontata. Mr. Rain ha una ballad nel suo stile, molto intimo, dolce ma esplosivo con un ritornello che è quasi un inno. E poi sorprenderà tutti perché raggiungerà un range vocale inedito per lui e io l’ho spinto molto a farlo perché ha una voce stupenda. Ghali ha un pezzo travolgente, nello stile disco anni ‘70 con i sintetizzatori, e anche sul piano del testo, apre una riflessione politica sul tema dei confini ma lo fa su un piano molto alto, dialogando con un alieno.

Grazie a Sanremo il Maestro Vessicchio ha acquisito una grandissima notorietà. Le piacerebbe essere il futuro Vessicchio del Festival?

No. Io punto alla Scala di Milano o alla Carnegie Hall. Mi piacerebbe diventare come Verdi o Mozart, diventare popolare con la musica classica, con un linguaggio aulico e colto. Io da sempre punto all’impossibile. Non voglio togliere a lui lo scettro, ma mi accontenterei di diventare famoso come lui.

Lei è reduce dal successo della Notte dei serpenti, il concerto per la valorizzazione dell’Abruzzo e del suo dialetto in chiave musicale. Ci saranno altre edizioni?

Quel concerto ha chiuso un cerchio, portandomi l’apprezzamento degli abruzzesi che inseguivo da anni. Per me era necessario sul piano culturale, perché mancava la rappresentazione del nostro folclore in maniera più alta, che non fosse solo il dialetto con le parodie. La Regione ha già rifinanziato il progetto per altri tre anni, per cui sicuramente ci saranno altre edizioni. Quest’anno in realtà non escludo che ci possano essere due concertoni, uno sempre a Pescara e uno nell’Abruzzo interno, ma per gli ospiti è ancora troppo presto, perché Sanremo fa da spartiacque.

Quale dei brani che dirigerà si presterebbe bene ad essere tradotto in abruzzese?

Io per distorsione professionale ormai ho iniziato a tradurre mentalmente tutte le canzoni e credo che quelle di Mr. Rain e Ghali in abruzzese spaccherebbero.

Tra gli artisti da lei diretti che hanno fatto più strada ci sono i Maneskin. Le piacerebbe averli sul palco della Notte dei serpenti?

Mi piacerebbe tantissimo e mi sto già muovendo per il 2025. Mi farebbe piacere organizzare un loro concerto in una location mozzafiato di montagna, anche se la vedo difficile perché loro ormai hanno una carriera talmente alta e internazionale che faccio fatica a vederli modificare una canzone per fare un omaggio all’Abruzzo. Però non si sa mai. Magari Victoria che ha origini abruzzesi (di Campotosto, ndr), con suo padre che ne è orgoglioso, potrebbe coglierne lo spirito.

Quale loro brano le piacerebbe sentire nel suo dialetto?

Coraline sarebbe bellissima, ma ce ne sono tante. Le loro canzoni le hanno rifatte tutte e alcune parodie fanno anche molto ridere. Ma la mia operazione è diversa. Io voglio far emozionare, traducendo realmente le canzoni, e non far ridere, perché questo ti deprezza e fa parte di quella mentalità che ci ha fatto convincere nel tempo di essere meno forte degli altri. Noi invece siamo belli, forti, misteriosi, pericolosi e pronti a cambiare pelle come serpenti. Dobbiamo capirlo noi e farlo capire agli altri, puntando sulla poesia, sul genio e sulla bellezza che abbiamo da narrare, ricostruendo l'immagine di un Abruzzo che è stato abbandonato per anni a sé stesso pur avendo tanto da dare.

QOSHE - Enrico Melozzi: «Io? Non come Vessicchio, il mio sogno è Mozart» - Antonella Luccitti
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Enrico Melozzi: «Io? Non come Vessicchio, il mio sogno è Mozart»

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24.01.2024

PESCARA. «Otto edizioni di Sanremo, di cui sei di fila, è tanta roba». Così il Maestro abruzzese Enrico Melozzi commenta la sua imminente partecipazione al Festival della canzone italiana che, dal 7 all’11 febbraio, lo vedrà sul palco dell’Ariston a dirigere quattro artisti in gara. Dalla città dei fiori, dove sono già in corso le prove, il direttore d’orchestra teramano anticipa al Centro qualche dettaglio dell’appuntamento musicale più atteso d’Italia.

Maestro, dopo anni, c’è ancora la stessa emozione?

Ovviamente non è più la stessa emozione, ma si è trasformata. La prima volta non sapevo cosa dovevo fare, avevo il timore di sbagliare, non conoscevo i miei interlocutori. Poi negli anni ho capito che ero portato per questo lavoro, con il mio approccio molto serio e professionale. Ora l’emozione sta altrove: nel vedere che la mia figura si è consolidata, che mi conoscono tutti e c’è apprezzamento da parte dei musicisti, dei cantanti e della gente.

Quali sono gli artisti che dirigerà in questa 73ª edizione?

Premetto che quest’anno la mia lista dei desideri si è avverata in pieno perché avrò i quattro artisti che speravo di dirigere. Il primo è Mr. Rain, con cui l’anno scorso ho fatto un percorso stupendo ed è stato protagonista anche della Notte dei Serpenti. Poi c’è Ghali, un........

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