GIULIANOVA. Da undici anni Bruno Aloisi, conosciutissimo ex responsabile della sicurezza dello stadio Fadini ora in pensione, si reca a Perm, in Russia, a trovare la sua compagna Svetlana. Ha continuato dopo la guerra in Ucraina e dopo i vari attentati tra cui quello di marzo. Mai e poi mai avrebbe immaginato che un giorno sarebbe stato fermato dalla polizia russa perché trovato a fotografare un treno con il rischio di essere scambiato per una spia e con tanto di nome finito sulla stampa locale.
Bruno Aloisi, 63 anni, con la compagna russa
«Ho trascorso una giornata in un posto di polizia a fornire spiegazioni», racconta il 63enne giuliese, « alla fine tutto è stato chiarito e io sono tornato a casa con la mia compagna». Aloisi non è tipo che si intimorisce: carattere forte di chi sa di non aver commesso delle irregolarità, elenca dettagliatamente tutto quello che è avvenuto giovedì 28 marzo nella cittadina degli Urali che frequenta abitualmente.
«Quel giorno», dice, «avevo fatto una passeggiata in città e ho visto un treno merci lunghissimo. Ho pensato di fotografarlo per farlo vedere ai miei amici e far capire la differenza con i nostri mezzi. A un certo punto sono stato avvicinato da un poliziotto che mi ha chiesto i documenti e il cellulare dicendomi che non potevo fotografare. Gli ho fatto notare, in maniera educata, che non sapevo niente di questo e che non c’erano cartelli di divieto per fotografie e riprese video. Il poliziotto mi ha chiesto perché fossi in Russia e gli ho detto che ero andato, così come faccio da anni, a trovare la mia compagna. Lui non parlava inglese e io non parlo russo, ma ci siamo capiti. A questo punto ha voluto il numero di telefono della mia compagna e ha parlato con lei».
Successivamente è stato portato in un commissariato dove è stato raggiunto da altri agenti: «Si tratta di agenti dell’ex Kgb, ora Fsb, che mi hanno continuato a fare domande. Nel frattempo, è arrivata anche la mia compagna che ha fatto da traduttrice fino a quando non è arrivato il loro traduttore».
Questo è avvenuto in un’altra caserma dove l’uomo è stato portato e dove è giunto l’interprete italiano chiamato dalla polizia russa. «Mi è sembrata la scena di un film», conclude Aloisi, «hanno continuato a farmi domande, a chiedere perché avessi fotografato e ho ripetuto anche a loro che non sapevo del divieto. Solo in serata, dopo essere stato sentito per ore e fotosegnalato, io e la mia compagna siamo tornati a casa».
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Da Giulianova scambiato per spia in Russia dopo la foto a un treno
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10.04.2024
GIULIANOVA. Da undici anni Bruno Aloisi, conosciutissimo ex responsabile della sicurezza dello stadio Fadini ora in pensione, si reca a Perm, in Russia, a trovare la sua compagna Svetlana. Ha continuato dopo la guerra in Ucraina e dopo i vari attentati tra cui quello di marzo. Mai e poi mai avrebbe immaginato che un giorno sarebbe stato fermato dalla polizia russa perché trovato a fotografare un treno con il rischio di essere scambiato per una spia e con tanto di nome finito sulla stampa locale.
Bruno Aloisi, 63 anni, con la compagna russa
«Ho trascorso una giornata in un posto di polizia a fornire........
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